A BRUXELLES E’ STATO FATTO PRESENTE CHE GLI INSEDIAMENTI STANNO SORGENDO SU SITI RICONOSCIUTI “DI INTERESSE COMUNITARIO”

“UN’INCHIESTA UE SULLA COSTA JONICA”COSI’ 2 EURODEPUTATI RADICALI E IL SEGRETARIO LUCANO AL COMMISSARIO WALLSTROM
LA RICHIESTA DELL’AVVIO DI UNA PROCEDURA DI INFRAZIONE RIGUARDA I MEGAVILLAGGI

di Emilio Salerno
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MATERA – Questa volta sono i radicali a ricorrere alla Commissione Europea contro gli insediamenti turistici del litorale jonico. Prima di loro lo ha fatto Lega Ambiente e la LIPU.
Il partito di Pannella ora si rivolge alla Commissaria per L’Ambiente, Margot Wallstrom, e chiede la procedura d’infrazione per le strutture già avviate o da definire sui circa 40 km di costa lucana, praticamente da Poliporo a Metaponto.
Nel mirino ci sono i progetti per centomila posti letto e 4 porti turistici. L’area su cui i radicali sollecitano le verifiche della Commissione Europea comprende 3000 ettari di pineta utile alla protezione dalle esondazioni di Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni. A Bruxelles si fa presente che gli insediamenti turistici stanno sorgendo su territori che l’Unione Europea ha riconosciuto come siti di interesse comunitario e che la Regione Basilicata, per consentire gli insediamenti turistici, ha approvato una variante del piano paesistico che riduce l’area protetta.
“In dieci anni – sottolineano gli eurodeputati radicali Maurizio Turco e Marco Cappato e il segretario dell’associazione Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti – d’incendi hanno distrutto 300 ettari di bosco e attualmente, a causa dell’erosione, delle precarie condizioni delle foci dei cinque fiumi, delle dune spianate, della massiccia cementificazione, vi è già un alto rischio di esondazione. La tutela di tali zone è essenziale per la biodiversità, l’habitat e la nidificazione della tartaruga marina, della lontra e di altri animali”.
Nel quadro prospettato alla commissaria per l’ambiente, non si fa a meno di ricordare che nel 2002, dopo le denunce alla Commissione Europea della LIPU e del Comitato in Difesa della Costa jonica, il Ministero italiano dell’Ambiente ha chiesto alla regione Basilicata di acquisire la documentazione necessaria per evitare l’avvio di una procedura d’infrazione contro lo Stato italiano per violazione delle direttive comunitarie. La realizzazione delle infrastrutture turistiche, alcune in corso d’opera, sostengono i radicali, “deve essere preceduta da valutazioni di impatto ambientale, mentre a tutt’oggi è stato presentato un solo studio di questo tipo. A questo si aggiunge la sentenza del 2002 del TAR Basilicata, che ha accolto il ricorso della LIPU conto uno dei progetti d’insediamento. Il Consiglio di Stato, a gennaio di quest’anno, ne ha sospeso l’efficacia autorizzando la ripresa dei lavori anche in assenza delle valutazioni di impatto ambientale e delle valutazioni d’incidenza, obbligatorie queste ultime per le aree di interesse comunitario”.

29 agosto 2003
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