MATERA Questa volta sono i radicali a ricorrere alla Commissione
Europea contro gli insediamenti turistici del litorale jonico. Prima di
loro lo ha fatto Lega Ambiente e la LIPU.
Il partito di Pannella ora si rivolge alla Commissaria per LAmbiente,
Margot Wallstrom, e chiede la procedura dinfrazione per le strutture
già avviate o da definire sui circa 40 km di costa lucana, praticamente
da Poliporo a Metaponto.
Nel mirino ci sono i progetti per centomila posti letto e 4 porti turistici.
Larea su cui i radicali sollecitano le verifiche della Commissione
Europea comprende 3000 ettari di pineta utile alla protezione dalle esondazioni
di Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni. A Bruxelles si fa presente
che gli insediamenti turistici stanno sorgendo su territori che lUnione
Europea ha riconosciuto come siti di interesse comunitario e che la Regione
Basilicata, per consentire gli insediamenti turistici, ha approvato una
variante del piano paesistico che riduce larea protetta.
In dieci anni sottolineano gli eurodeputati radicali Maurizio
Turco e Marco Cappato e il segretario dellassociazione Radicali
Lucani, Maurizio Bolognetti dincendi hanno distrutto 300
ettari di bosco e attualmente, a causa dellerosione, delle precarie
condizioni delle foci dei cinque fiumi, delle dune spianate, della massiccia
cementificazione, vi è già un alto rischio di esondazione.
La tutela di tali zone è essenziale per la biodiversità,
lhabitat e la nidificazione della tartaruga marina, della lontra
e di altri animali.
Nel quadro prospettato alla commissaria per lambiente, non si fa
a meno di ricordare che nel 2002, dopo le denunce alla Commissione Europea
della LIPU e del Comitato in Difesa della Costa jonica, il Ministero italiano
dellAmbiente ha chiesto alla regione Basilicata di acquisire la
documentazione necessaria per evitare lavvio di una procedura dinfrazione
contro lo Stato italiano per violazione delle direttive comunitarie. La
realizzazione delle infrastrutture turistiche, alcune in corso dopera,
sostengono i radicali, deve essere preceduta da valutazioni di impatto
ambientale, mentre a tuttoggi è stato presentato un solo
studio di questo tipo. A questo si aggiunge la sentenza del 2002 del TAR
Basilicata, che ha accolto il ricorso della LIPU conto uno dei progetti
dinsediamento. Il Consiglio di Stato, a gennaio di questanno,
ne ha sospeso lefficacia autorizzando la ripresa dei lavori anche
in assenza delle valutazioni di impatto ambientale e delle valutazioni
dincidenza, obbligatorie queste ultime per le aree di interesse
comunitario.
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