IL MANGANELLO E L’ASPERSORIO

di Maurizio Bolognetti.
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Le farneticazioni clerico-fasciste di alcuni nostri corregionali sulla questione delle unioni omosessuali, iniziano a diventare davvero preoccupanti per il livello di discriminazione e di intolleranza che da esse emerge.

I tre minuti dell’odio hanno trovato, contro gli omosessuali e i radicali che difendono i loro diritti, più volte spazio sulla stampa regionale; a farsene promotori piccoli travet e politici che vestono i logori panni degli zuavi pontifici e che ci ricordano, in maniera sinistra, il tempo dei roghi e delle inquisizioni.

Quello che proprio non si riesce a comprendere, è che, in materia di unioni omosessuali, i radicali non chiedono affatto alla Chiesa di riconoscerle.

Molto più semplicemente, riteniamo, che lo Stato, ripeto lo Stato, non possa operare discriminazioni basandosi sulle preferenze in materia di sesso dei suoi concittadini e debba, quindi, riconoscere anche le unioni tra coppie non etero.

Contestualmente, rivendichiamo il sacro santo diritto a poter esercitare una critica nei confronti di alcune posizioni e documenti partoriti dalla Santa Sede e, segnatamente, in materia di unioni omosessuali, dalla “Congregazione per la dottrina della fede”, che altro non è che l’ex “Santa inquisizione”.

Mi sia consentito di non credere all’infallibilità del Papa, dei Cardinali e della Chiesa.

Mi sia consentito di criticare posizioni che ritengo reazionarie e clerico-fasciste.

Mi sia consentito di poter criticare la sempre più pesante invadenza della Chiesa nelle cose dello Stato.

“Libera Chiesa in Libero Stato”, significa che le pur legittime posizioni di Ratziger e soci non devono riflettersi sulla concessione di diritti, che non possono e non devono essere esclusiva delle coppie etero.

Suggerirei a chi sogna un Italia governata dalle eminenze Vaticane, dove la morale e l’etica di una parte diventano legge dello Stato per tutti o impossibilità a varare leggi progressiste, di trasferirsi in Iran, in quanto il loro posto è accanto agli ayatollah di Theran e il loro sogno è quello di vivere in una repubblica teocratica.

Noi, invece, vogliamo vivere in un mondo libero da dogmi, pregiudizi e discriminazioni di carattere razziale o sessuale e vorremmo un’Italia lontana dalle intolleranze e dalle intemperanze, non solo verbali, di certi Vatican-talebani.

La furia censoria che assale alcuni nostri concittadini nasconde frustrazioni e tabù sessuali, che richiederebbero l’intervento di uno psicologo.

Tabù che sono il prodotto più genuino di un certo modo di vivere la propria religiosità, capace solo di produrre violenza e intolleranza.

A qualcuno piacerebbe poter zittire con il manganello e l’aspersorio le poche, pochissime voci che osano criticare il Ratzinger pensiero; ci auguriamo e auguriamo al nostro paese che queste voci, invece, continuino ad avere la possibilità di essere ascoltate.

Noi crediamo nell’uomo e nella libertà, libertà di scelta, libertà religiosa, libertà politica, libertà di espressione e di pensiero…Libertà punto!!!

Da NUOVA BASILICATA 11/08/2003

Di Tommaso Marcantonio

LA CHIESA CATTOLICA NON PUO’ RICONOSCERE LE UNIONI DEI GAY

La Chiesa, attraverso il cardinale Josef Ratzinger, ha tuonato in questi giorni – senza mezzi termini e con decisione – contro l’unione di fatto, che si vorrebbe ratificare, dei gay che pretenderebbero il riconoscimento dei diritti civili: l’unione, la casa, l’adozione, insomma tutto quello che spesso non viene riconosciuto ad una famiglia normale.

E nella circostanza in simultanea anche Gorge W.Bush ha condannato gli omosessuali, mentre a

Minneapolis nella Chiesa episcopale si elegge al seggio vescovile il reverendo Gene Robinson!

Il grave è che i gay hanno anche ottenuto con la maschera dell’ipocrisia qualche sommessa “comprensione”. Ostentano, nel caso del reverendo, anche l’audacia trasgressiva di ricoprire ruoli nel magistero della Chiesa. Senza più ritegno oggi vergognosamente va di moda la trasgressione, la controtendenza, la brama dell’affermazione delle proprie passioni, delle proprie pulsioni e dei propri egoismi, in prevaricazione degli ideali autentici, della morale e del senso civico. E la Chiesa – quella cattolica apostolica romana – unica fedele custode dei misteri della vita e del rispetto dell’ordine naturale, della sublimazione delle virtù, per chi non condivide – Radicali, Arcigay, PDS, Verdi e Italia dei valori etc. – non avrebbe il diritto di insegnare, di ammaestrare, di esigere che non si mescoli l’aglio e la zizzania con il grano, perché l’umanità cerchi la retta via, scandagliando nel profondo del cuore e dell’anima gli stimoli alle gioiose risorse della vera felicità.

Certo è difficile bandire dalla propria esistenza piaceri effimeri e deleteri, causa di tanti mali, dolori e sofferenze, ma l’uomo si riconosce proprio nello sconfiggere la fragilità della debolezza umana, lottando, cadendo e sapendosi superare, nel silenzio, nella meditazione, nella preghiera. Quindi gli omosessuali, che abbiano più rispetto prima per se stessi; che nella terribile scelta e condizione sappiano essere almeno doverosamente silenziosi e più composti; che cerchino aiuto, senza esibizione e pretese di occupare posizioni di privilegio. L’uomo, anche se per un attimo dovesse nascere con particolari caratteristiche, con raziocinio e coerenza può sempre porre rimedio. Vi è che le deviazioni insorgono per mancanza di volontà, spesso per condizionamenti psicologici e prevalentemente per sprezzanti pruriginose scelte. I diversi vanno aiutati e compresi,

soprattutto a compiere degli sforzi per l’interpretazione autentica del disegno della propria esistenza. Riconoscere e sostenere il loro modo di essere, quasi regolarizzare le loro dissacranti unioni o coppie di fatto, contribuisce a sgretolare quei valori ideali e civili che sono da collante di ogni società e di ogni tempo. Certo, non è necessario aggredire il responsabile Arcigay di Bari per dare una lezione. La Chiesa cattolica apostolica romana universale, ha fatto bene a ribadire, senza mezzi termini, i principi su cui si fonda la vita e il messaggio evangelico. Non è antistorica, né al di fuori dei canoni del Diritto Internazionale, se rivendica per il bene della collettività l’inserimento del richiamo ai principi cristiani nella redigenda Costituzione della nuova Europa; è giusto che richiami l’attenzione a non legalizzare tali situazioni. Guai se la Chiesa dovesse rivedere e abdicare il proprio ruolo nel riconoscimento dei gay e delle loro coppie. E il pensiero della Chiesa è condiviso da molti laici di grande levatura intellettuale, senza colore politico, a dispetto dei libertari radicali. Per tali diversi c’è bisogno di tolleranza, di comprensione e di perdono, come nei secoli è avvenuto, ma non approvazione e/o ignoranza del problema.

Quello che, veramente è deplorevole e indigna, è la sfrontatezza e l’ardire dei radicali, che per la circostanza, sganciati da alcune più rette componenti della CDL, denunciano il Vaticano per la violazione di presunti diritti degli omosessuali. Quasi fosse la Chiesa- non Mater et Magistra- un’anonima Associazione, un partito o una accozzaglia di bacchettoni.

A quale autorità giudiziaria si rivolgeranno poi, dato che il Vaticano è Stato sovrano e indipendente e questa è un’ altra grossolana disconoscenza del diritto. E’lapalissiano, invece, l’intendimento di voler imbavagliare la più autorevole voce della Verità, della Vita e della Via – caratteristiche universalmente riconosciute – per l’umano progresso morale, civile e sociale!

E’ salutare sgridare ogni forma di peccato: dalla sopraffazione dei più deboli, alla doppiezza dei potenti, dalla pretesa di giustizia personalizzata dei politici, all’illecito arricchimento, alla lussuria invadente e alla riprovevole immondizia dei nostri giorni.

Tempora o mores!

12 agosto 2003
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