La disonestà intellettuale

di Maurizio Bolognetti
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La disonestà intellettuale di certa sinistra comunista e di certo ambientalismo non smette mai di stupirmi. Soprattutto, mi stupisce e non poco la faccia tosta e l’ottusità di chi da interpretazioni autentiche di fatti e cose di cui dimostra di ignorare totalmente il significato e la pratica.
Per me la nonviolenza e la disobbedienza civile, come componente della nonviolenza ghandiana e radicale, è quotidiana pratica e autentico vissuto.
Tutti sanno che, per ben due volte, con la Presidente di Radicali Italiani, Rita Bernardini, ho deciso di disobbedire alla Iervolino-Vassalli, per tentare di modificare una legge che ritengo ingiusta, illiberale, anticostituzionale, criminogena e lesiva dello Stato di Diritto.
In tutti e due i casi, abbiamo richiesto, che nei nostri confronti venisse applicata la legge che contestavamo e, quindi, di ricevere lo stesso trattamento che viene riservato a un qualsiasi cittadino che si ritrova a violare la Iervolino-Vassalli.
Non abbiamo né rivendicato, né preteso impunità, come certi “impuniti” rappresentanti delle istituzioni regionali e alcuni loro sodali.
La disobbedienza civile implica il pieno rispetto delle regole e della legalità, nel senso che, chi la pratica si assume le responsabilità politiche e penali del caso, nel pieno rispetto di chi è chiamato a far rispettare le leggi della Stato.
Se la disobbedienza non è questo, non è niente, è solo una stanca farsa messa in atto cialtronescamente.
Nella storia radicale, chi si è assunto l’onere di volere cambiare leggi attraverso la disobbedienza civile, si è autodenunciato, scontando, in qualche caso, mesi di galera: vedi Roberto Cicciomessere, per affermare il diritto all’obiezione di coscienza, vedi Olivier Dupuis, segretario del PRT, sempre sulla questione obiezione di coscienza in Belgio, vedi i radicali sulla questione aborto, vedi Marco Pannella sulla questione antiproibizionista.
Tra l’altro, vale la pena ricordare, che proprio il leader radicale sta scontando 8 mesi di libertà vigilata per una delle sue disobbedienze civili e che il sottoscritto è stato rinviato a giudizio dal Gip di Potenza, la prima udienza si terrà il 31 ottobre 2003.
Non illegalità, dunque, nelle azioni radicali, ma pieno rispetto della legalità e delle regole.
Ribadisco, che non possiamo accettare lezioni in materia da sedicenti disobbedienti, affini e ambientalisti della domenica, che fanno una squallida politica, finalizzata solo alla spartizione di qualche posto di sottopotere, di una mezza presidenza, di un portiere in qualche scantinato di un qualche ente, magari creato ad hoc per favorire gli amici degli amici.
Per noi la nobiltà della politica è cosa seria e altrettanto seriamente e responsabilmente pratichiamo le nostre lotte, non chiedendo e non facendo sconti.

17 marzo 2003
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