La disonestà intellettuale di certa sinistra comunista e di certo
ambientalismo non smette mai di stupirmi. Soprattutto, mi stupisce e non
poco la faccia tosta e lottusità di chi da interpretazioni
autentiche di fatti e cose di cui dimostra di ignorare totalmente il significato
e la pratica.
Per me la nonviolenza e la disobbedienza civile, come componente della
nonviolenza ghandiana e radicale, è quotidiana pratica e autentico
vissuto.
Tutti sanno che, per ben due volte, con la Presidente di Radicali Italiani,
Rita Bernardini, ho deciso di disobbedire alla Iervolino-Vassalli, per
tentare di modificare una legge che ritengo ingiusta, illiberale, anticostituzionale,
criminogena e lesiva dello Stato di Diritto.
In tutti e due i casi, abbiamo richiesto, che nei nostri confronti venisse
applicata la legge che contestavamo e, quindi, di ricevere lo stesso trattamento
che viene riservato a un qualsiasi cittadino che si ritrova a violare
la Iervolino-Vassalli.
Non abbiamo né rivendicato, né preteso impunità,
come certi impuniti rappresentanti delle istituzioni regionali
e alcuni loro sodali.
La disobbedienza civile implica il pieno rispetto delle regole e della
legalità, nel senso che, chi la pratica si assume le responsabilità
politiche e penali del caso, nel pieno rispetto di chi è chiamato
a far rispettare le leggi della Stato.
Se la disobbedienza non è questo, non è niente, è
solo una stanca farsa messa in atto cialtronescamente.
Nella storia radicale, chi si è assunto lonere di volere
cambiare leggi attraverso la disobbedienza civile, si è autodenunciato,
scontando, in qualche caso, mesi di galera: vedi Roberto Cicciomessere,
per affermare il diritto allobiezione di coscienza, vedi Olivier
Dupuis, segretario del PRT, sempre sulla questione obiezione di coscienza
in Belgio, vedi i radicali sulla questione aborto, vedi Marco Pannella
sulla questione antiproibizionista.
Tra laltro, vale la pena ricordare, che proprio il leader radicale
sta scontando 8 mesi di libertà vigilata per una delle sue disobbedienze
civili e che il sottoscritto è stato rinviato a giudizio dal Gip
di Potenza, la prima udienza si terrà il 31 ottobre 2003.
Non illegalità, dunque, nelle azioni radicali, ma pieno rispetto
della legalità e delle regole.
Ribadisco, che non possiamo accettare lezioni in materia da sedicenti
disobbedienti, affini e ambientalisti della domenica, che fanno una squallida
politica, finalizzata solo alla spartizione di qualche posto di sottopotere,
di una mezza presidenza, di un portiere in qualche scantinato di un qualche
ente, magari creato ad hoc per favorire gli amici degli amici.
Per noi la nobiltà della politica è cosa seria e altrettanto
seriamente e responsabilmente pratichiamo le nostre lotte, non chiedendo
e non facendo sconti.
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