UNA “CROCIATA CONTRO LA PILLOLA ABORTIVA”

“OCCORRE COMPIERE UNA SCELTA DI CIVILTA’ PER RISPETTARE LA VITA UMANA. FIN DALL’INIZIO”.

di Angela Di Maggio
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POTENZA – La Ru486 la nuova pillola abortiva fa discutere anche in Basilicata il polverone è stato sollevato in seguito alla decisione dell’ospedale Sant’Anna di Torino di avviare la sperimentazione della pillola che provoca l’aborto senza la necessità di ricorrere all’intervento chirurgico.

La discussione vera e propria, però, è nata perché sarebbe giunta anche all’ospedale San Carlo di Potenza e alla Regione Basilicata la stessa proposta.

L’ Assessore alla sicurezza e alla solidarietà sociale, Gennaro Straziuso, avrebbe fatto sapere che l’ultima parola spetterebbe al direttore dell’azienda ospedaliere, Bruno Pastore che dovrà verificare se ci sono le condizioni per intraprendere questa strada.

Nel frattempo, a Potenza, si sono mobilitati il Vescovo Agostino Superbo, il Presidente del Movimento Per La Vita, Marcello Ricciuti, il Presidente del centro Aiuto alla Vita Michela Urciuolo, Salvatore Masi responsabile dell’ufficio famiglie della Diocesi di Potenza e Giuditta La Morte del MOIGE.

Durante una conferenza stampa hanno spiegato le ragioni del loro “NO” alla Ru486 illustrandone le motivazioni scientifiche ed etiche.

Il Vescovo ha sottolineato che in merito a questa vicenda “intervenga il Comitato etico nazionale e non il Comitato etico regionale.” Occorre fare una scelta di civiltà – ha detto Monsignor Superbo – perché questo vuol dire rispettare la vita umana. La vita è un dono del signore e come tale va preservata e custodita. Ad ogni modo – ha continuato Superbo - non vogliamo imporre la nostra posizione ma dare delle indicazioni. Crediamo che tre sono i principi ai quali bisogna fare riferimento: la moralità della politica il pluralismo della politica a confronto con quello etico e la promozione, de parte del politico cristiano, della possibilità di agire secondo la propria coscienza”.

Marcello Ricciuti ha manifestato le sue perplessità, in merito alla Ru486 da un punto di vista scientifico, dichiarando che questa pillola, a base di mefepristone, (sostanza chimica che contrasta il progesterone) provoca la morte dell’embrione e l’espulsione dello stesso.

Secondo quanto affermato – aggiunge Ricciuti – per la donna l’assunzione di questa pillola vorrebbe dire praticare un aborto meno traumatico, invece non è così perché si troverebbe a vivere, questa già difficile esperienza per tre giorni e senza anestesia”.

Assolutamente contraria anche Michela Urciolo: “la diffusione della Ru486 rischia di banalizzare l’aborto e renderlo un fatto privato.”

Molte donne potrebbero farlo senza pensare alle conseguenze”.

DA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 02/02/2003

MAURIZIO BOLOGNETTI: “I RADICALI DICONO SI’ ALL’ABORTO FARMACOLOGICO”

POTENZA – “Libera Chiesa in Libero Stato era il motto di Cavour ed io continuerò a ripeterlo e a difendere la necessità di avere uno Stato laico e non confessionale”.

Maurizio Bolognetti, Segretario regionale dei Radicali Lucani scende in campo a favore della Ru486: la pillola abortiva. “Vogliamo – dice Bolognetti – che sia consentito alle donne e alle coppie di poter scegliere, vogliamo che all’aborto chirurgico sia affiancato l’aborto farmacologico”.

Nel suo intervento Bolognetti rende onore a Monsignor Agostino Superbo, Vescovo di Potenza e al Movimento per la vita perché “scendono in campo sulla questione della ru486 con la forza e la passione di chi difende le proprie ideee e le proprie convinzioni”.

Ma si scaglia contro gli altri cattolici che “si nascondono sotto le sottane di Monsignore”.

Allora, i Radicali invitano “ la Basilicata laica, liberale, socialista, anticoncordataria, i cattolici liberali, gli antiproibizionisti, e tutti coloro, che come noi sono convinti che bisogna difendere la distinzione di ruoli e competenze tra lo Stato e la Chiesa, a manifestarsi e scendere in campo senza paure. Non si può imporre – conclude Bolognetti – alle donne per legge di portare a termine una gravidanza indesiderata. Bisogna salvaguardare la libertà di scelta. Non vogliamo, insomma , che lo stato faccia propria la sacro-santa e legittima opinione della Chiesa e dei cattolici in materia di aborto, se no non mi spiegherei come avremmo fatto a vincere un referendum in materia”.

2 febbraio 2003
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