Sulla Crisi della Giunta Materana

di Maurizio Bolognetti
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Le dimissioni dei centristi della giunta Porcari e l’inevitabile rimpasto che seguirà questa ennesima “crisi” sono vicenda noiosa e tristemente ripetitiva.

Gli ingredienti appartengono al manuale della prima repubblica, anzi sono da secondo tempo supplementare della prima repubblica.

Ad appena sei mesi dal voto sarà davvero difficile nascondere dietro ipocriti paraventi le vere ragioni di quanto sta avvenendo.

La crisi della giunta materana è la testimonianza palese della crisi di un sistema che noi definiamo partitocratrico, che mette anche ottimi amministratori come l’avvocato Porcari nella condizione di non poter governare al meglio.

Verifica, rimpasto, rotazione e convergenze varie sono le parole d’ordine di una democrazia malata dove il potere diventa fine a se stesso.

Bene ha fatto Rossano Cervellara a sottolineare che in questo gioco al massacro l’unico che non può essere toccato è il sindaco Porcari, pena la fine del gioco.

Non è un caso, infatti, che sono in tanti a mettere in discussione l’elezione diretta dei sindaci e dei Presidenti di regione, con motivazioni deboli, che servono a nascondere l’insofferenza delle segreterie di partito verso i democratici poteri che il legislatore ha voluto accordare ai primi cittadini d’Italia e ai Presidenti di Regione, dopo un inequivocabile pronunciamento referendario.

Aggiungo, che quanto si sta consumando, in queste ore, all’ombra dei Sassi avrà un solo effetto: allontanare ancora di più i cittadini dalla politica e dalle urne.

4 gennaio2003
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