ERRORE
CLAMOROSO E CONTESTAZIONE DEI RADICALI LUCANI.
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di Anonimo
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MATERA Finire in carcere non per aver
commesso un reato ma per una semplice omonimia. Qualche giorno fa è
capitato ad un giovane studente di Tursi(MT), Valerio Valente, incappato
per errore nelloperazione Diga, una lunga indagine svolta
dai carabinieri della compagnia di Policoro per far luce su un traffico
di sostanze stupefacenti tra la Pugli ed il Metapontino che sarebbe stato
organizzato da una coppia di Policoro.
Lepisodio dice Maurizio Bolognetti, Segretario dei Radicali Lucani lascia a dir poco attoniti e richiama altre operazioni e unaltra stagione che portò a Napoli decine di persone a soggiornare da innocenti nelle patrie galere. Dopo aver detto di sperare che larresto del giovane non sia collegato al furore antiproibizionista che ha portato a roboanti dichiarazioni inneggianti alla tolleranza zero, Bolognetti evidenzia che la scarcerazione di Valente è dovuta al fatto che il giovane è riuscito a dimostrare la sua estraneità ai fatti con documenti che in modo inoppugnabile hanno provato la sua assenza dai luoghi in cui si sarebbero consumati i crimini di cui era stato accusato. Il Segretario regionale del partito radicale, nel dare atto al Gip Angelo Onorati di aver prontamente ammesso lerrore, si chiede: da quando è limputato a dover dimostrare la propria innocenza? E se i fatti attribuiti al giovane si fossero svolti più indietro nel tempo, impedendogli di dimostrare, documenti alla mano, la sua estraneità?. Di fronte a tanti interrogativi, Bolognetti si chiede se non sarebbe più giusto stare più attenti quando si gioca con la vita, la reputazione e lonorabilità di una persona. Infine il numero uno dei Radicali Lucani ripropone la questione della responsabilità civile dei magistrati e la necessità di un ripensamento della legge Iervolino Vassalli, riproponendo una riforma americana della giustizia oltre che un ridimensionamento alla lotta antiproibizionista. |
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5 gennaio2003 | ||
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