ARTICOLO 18, I RADICALI LUCANI DICONO NO AL REFERENDUM

di Maurizio Bolognetti
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Non c’è che da esprimere plauso nei confronti di Rifondazione Comunista per aver regalato al Paese un referendum, che finalmente contribuirà a fare chiarezza su un tema importante per il futuro dell’Italia, quale è l’Art.18.

Bertinotti e compagni, sono stati sicuramente coerenti con la loro politica nel proporre questo appuntamento referendario.

Molto meno coerenti e in leggero stato confusionale i vertici della CGIL, che per mesi hanno soffiato sul fuoco dello scontro sociale e non hanno esitato ad utilizzare nei confronti di coloro, che in questo Paese sono favorevoli ad una abrogazione dell’art.18, atteggiamenti di autentico teppismo politico, ricorrendo a tutto il repertorio di falsificazione e disinformazione di cui sono capaci.

Poco male, grazie al PRC e alla Corte Costituzionale sta per arrivare il momento della verità.

Siamo sicuri che gli Italiani sapranno scegliere bene e diranno no ad un quesito che metterebbe in ginocchio il Paese, rendendo ancor più difficili le assunzioni.

I lavoratori, anche quelli che un lavoro non ce l’hanno ancora, vanno tutelati attraverso ammortizzatori sociali che in Italia non esistono e attraverso una flessibilità che favorisca le assunzioni.

Quella che in realtà i rifondaroli ritengono l’estensione di una forma di tutela, che già riguarda le imprese sopra i 15 dipendenti, provocherebbe la paralisi delle assunzioni e un’ulteriore crescita del lavoro nero e del sommerso.

La riforma del welfare, del sistema pensionistico e delle regole che riguardano un mercato del lavoro troppo rigido dovranno essere, osiamo sperarlo, oggetto di questa campagna referendaria.

Invito tutti coloro che hanno voglia di combattere a dar vita con noi ad un comitato per il No.

Intanto, invito per l’ennesima volta Giannino Romaniello ad un pubblico contradditorio, scelga lui luogo, ora e giorno, sono come sempre a sua completa disposizione per chiarimenti.

19 gennaio2003
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