BOLOGNETTI: “TUTTA QUESTA VICENDA DIMOSTRA QUANTO E’IMPORTANTE TORNARE A PARLARE DI RESPONSABILITA’ CIVILE DEI MAGISTRATI”.

“ATTENTI A GIOCARE CON LA VITA”

IL SEGRETARIO DEI RADICALI LUCANI COMMENTA L’ERRORE GIUDIZIARIO DI CUI E’ STATO VITTIMA UN TURSITANO.

di Anonimo
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TURSI – L’Operazione “Diga” e la successiva dimostrazione di estraneità di Valerio Valente, interviene Maurizio Bolognetti, Segretario dei Radicali Lucani.

L’arresto per omonimia del giovane universitario di Tursi nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Diga”, lascia a dir poco attoniti e richiama – scrive – fatte le debite proporzioni, altre operazioni e un'altra stagione, che portò in quel di Napoli decine di persone a soggiornare nelle patrie galere da innocenti. Premesso che oso sperare che l’arresto di valente per omonimia, non sia collegato al furore antiproibizionista che ha portato a roboanti dichiarazioni inneggianti alla “tolleranza zero”, vorrei fare alcune considerazioni sulla vicenda.

Da quanto apprendo – prosegue Bolognetti – la scarcerazione di Valente e la sua remissione in libertà sarebbe dovuta al fatto che il giovane è riuscito a dimostrare la sua estraneità ai fatti, attraverso documenti, che in maniera inoppugnabile provano la sua assenza dai luoghi in cui si sarebbero consumati i crimini di cui era stato accusato. Detto che non possiamo che plaudire al coraggio del dott. Onorati, che di fronte agli elementi forniti dal giovane e dal suo avvocato ha prontamente ammesso l’errore, non possiamo esimerci, però, dal chiedere al dottore e agli inquirenti se hanno tenuto nella dovuta considerazione la necessità di reperire riscontri oggettivi alla chiamata di correo per omonimia di cui è stato vittima il Valente.

Ma c’è un’altra inquietante domanda che ci assilla: da quando è l’imputato a dover dimostrare la propria innocenza, visto che da profano ho sempre ritenuto che l’onere della prova spettasse all’accusa e non alla difesa? E se i fatti addebitati al Valente si fossero svolti più indietro nel tempo? E se il Valente non avesse potuto dimostrare, documenti alla mano, la sua estraneità?

Di fronte a tanti se, quel che è certo è che bisognerebbe stare decisamente più attenti, quando si “gioca” con la vita, la reputazione e l’onorabilità di una persona.

Pur essendo vero che la Iervolino – Vassalli, anche da questo punto di vista ha introdotto qualche “sconvolgimento”, nel caso Valente la questione ci sembra particolarmente grave.

Tutta questa vicenda sta a dimostrare, una volta di più, quanto è urgente tornare a parlare di responsabilità civile dei magistrati e quanto è pericolosa, antigiuridica e illiberale la Iervolino-Vassalli.

Auguro al giovane universitario di Tursi – conclude Bolognetti – di non dimenticare quanto avvenuto e di dare forza con noi alla richiesta di una riforma americana della giustizia e alla lotta antiproibizionista.

Auguro al dott. Onorati e a me stesso di non dover essere un giorno vittima di un arresto per omonimia.

5 gennaio2003
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