CHIESTA DAI RADICALI PROCEDURA D’INFRAZIONE NEI CONFRONTI DELLE STRUTTURE TURISTICHE NELL’AREA
UE ALLERTATA SULLA FASCIA JONICA
“GLI INSEDIAMENTI COSTRUITI SU SITI DI INTERESSE COMUNITARIO”

di Redazione
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I Parlamentari Europei del Partito Radicale, Maurizio Turco e Marco Cappato, e il Segretario dei Radicali Lucani Maurizio Bolognetti, hanno chiesto al Commissario Europeo per l’Ambiente, Margot Wallstrom, l’apertura di una procedura di infrazione per gli insediamenti turistici lungo la costa jonica lucana. Secondo i radicali “gli insediamenti turistici stanno sorgendo su aree che l’Unione Europea ha riconosciuto come siti di interesse comunitario” e “la Regione Basilicata, per consentire gli insediamenti, ha approvato una variante del piano paesistico che riduce l’area protetta”. Inoltre, hanno scritto i Radicali alla Wallstrom, “in dieci anni gli incendi hanno portato alla distruzione di trecento ettari di bosco” e “attualmente a causa dell’erosione della costa, delle precarie condizioni delle foci dei cinque fiumi, delle dune spianate, della massiccia cementificazione che ha portato a una crescente impermeabilizzazione del sulo vi è già un alto rischio di esondazione”. L’iniziativa dei radicali è maturata alla luce del fatto che lungo i circa 40 km di costa jonica, che vanno da Poliporo a Metaponto è in corso la costruzione di un insediamento turistico per centomila posti letto e la costruzione di 4 porti turistici per 1650 posti barca. “Quest’area – si legge nella nota inviata al Commissario Europeo – è coperta da più di tremila ettari di pineta di fondamentale importanza per la protezione della fascia jonica lucana; questa pineta, è stata piantata negli anni ’60 dall’Ente per la Riforma Agraria, per proteggere le coste dalle ricorrenti esondazioni dei cinque fiumi, Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni”.
Un altro capitolo è quello della tutela di tali aree, ritenuta dai radicali essenziale per la biodiversità, l’habitat e i luoghi di nidificazione della tartaruga marina(caretta caretta) e della lontra (lutra lutra) e di altri animali. In conclusione, Turco, Cappato e Bolognetti chiedono al Commissario Europeo, “di adottare tutte le misure necessarie a garantire il rispetto della normativa applicabile, compreso l’avvio di procedimenti di infrazione ai sensi dell’art. 226 del Trattato CEE”. “Visto che i lavori di distruzione delle zone SIC ( sito di interesse comunitari) e ZPS, sono in fase avanzata – aggiungono i firmatari della richiesta – e il caso è da tempo all’attenzione e alla valutazione della Commissione Europea è innegabile che, qualora il ritardo non dovesse essere oggettivamente giustificato, la Commissione non solo verrebbe meno al suo mandato di “guardiana” dei trattati, ma avrebbe attivamente contribuito – concludono – alla distruzione delle zone citate”.

30 agosto 2003
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