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Riteniamo che l'insegnamento dell'educazione stradale debba svilupparsi su tre principali versanti:

Segnaletica e codice della strada ; Conoscenza della guida ; Consapevolezza sul valore della vita propria ed altrui

L'associazione PU.RI. cura soprattutto il terzo versante ed è stata probabilmente la prima in Italia ad adottare un modello educativo che prevede la partecipazione attiva dei ragazzi (disabili e non) nel ruolo di "docenti". Già nel 1999 il Ministero degli Interni ha voluto referenziare in modo lusinghiero l'attività didattica che svolgiamo all'interno delle scuole. Nonostante le tantissime comunicazioni di stima ed apprezzamento studenti ed insegnanti hanno voluto farci pervenire, stiamo valutando l'opportunità d'interrompere questo tipo d'attività, poichè penalizzati dall'inadeguato sostegno che riceviamo da parte del mondo degli adulti (istituzioni, genitori...).

Video Youtube dedicati a giovani vittime della strada in Consiglio Comunale Quando si uccide un amico

Non ci interessa più l'iscrizione nel registro delle associazioni con comprovata esperienza, nè ricevere scuse

 Lezione a Castello d'Argile tra riflessioni e proposte Il nostro modello educativo Come ci sostengono gli studenti.

Sono sparite 4 classi  Un efficace modello di educazione stradale Anche le mamme nelle scuole. Il messaggio di Anna.

Laurea Honoris Causa per i nostri docenti Perché sospenderemo l'educazione stradale Grazie PU.RI

Nel 1998 Antonio Lezza, Alessio Canducci ed Alessio Tavecchio (foto a sinistra) furono i nostri primi docenti disabili ad insegnare educazione stradale nelle scuole. Negli ultimi anni scolastici tali incontri sono stati prevalentemente condotti dal giovane disabile Nicola Gazza (foto a destra), dalle mamme Anna Abbondanza, Mimma Zitolo, Laura Torsani, da Giuseppe Raduano, Marta Flamigni (ha sofferto la perdita di diversi amici) e Roberto Bartolini (durante gli incontri ricorda l'amico Andrea con due canzoni).

 

Il ricordo di alcune vittime della strada precederà i Consigli Comunali. Il primo contatto con la droga è come un tuffo pericoloso. Quello che prova chi è responsabile della morte di un amico quando incontra i suoi genitori

Ecco cosa abbiamo scritto in quel giorno sulla nostra pagina facebook:

LA LEZIONE DI EDUCAZIONE STRADALE DEL 19/04/2013 E' STATA INCREDIBILE. In certi momenti l'emozione si toccava con mano. Sono stati ricordati alcuni momenti di vita di Andrea, Alex, Elisa e di altre giovani vittime della strada. Poi, in modo del tutto inaspettato, si sono create situazioni davvero singolari, come ad esempio quando mio tramite è stata fatta l'interrogazione ad una prof che, non conoscendo bene la "materia", tergiversava sulle risposte. Nell'incontro generale con tutte le classi dell'Istituto il Sindaco si è visibilmente commosso e ci ha ringraziato per quanto stavamo facendo. Ha accolto ben volentieri un nostro suggerimento sui

PROSSIMI CONSIGLI COMUNALI che dovranno deliberare in materia di sicurezza stradale. Saranno introdotti da uno dei video Youtube dedicato alle giovani vittime della strada che ispirano le nostre lezioni di educazione stradale. E' un modo efficace e civile per superare le contrapposizioni politiche e per fare partecipare le vittime della strada alla vita "reale", al di là della loro esistenza terrena

Ecco cosa ha scritto Giuseppe Raduano paragonando la DROGA DI GRUPPO AD UN TUFFO PERICOLOSO: Ho reso partecipi i ragazzi che seguivano la lezione di educazione stradale di un mio ricordo dell'adolescenza. Molti anni fa c'era un ponte della larghezza di circa 50 cm. che attraversava la foce del Rubicone, unendo la spiaggia di San Mauro Mare a quella di Gatteo. Io avevo paura ad attraversarlo ed ancora di più a seguire l'esempio di molti coetanei che si tuffavano per provare il brivido. Per non fare sempre la figura del "fifone" una volta mi sono tuffato anch'io. Non mi era assolutamente piaciuto e ricordo ancora lo schifo che mi ha fatto il contatto col pantano che c'era sul fondo. Pochi giorni dopo un ragazzo ha perso la vita rimanendo con la testa in quel pantano. La tentazione all'uso delle droghe "leggere" segue più o meno lo stesso schema logico. Anche con la droga si può rimanere impantanati .....

Ed ancora. Mentre una prof ed uno studente stavano parlando di QUELLO CHE PROVA CHI E' RESPONSABILE DELLA MORTE DI UN AMICO, ho chiesto il permesso d'intromettermi. Dopo avere premesso che mio figlio aveva perso la vita come "trasportato" nell'auto di un amico, ho voluto descrivere cosa provavo quando poi lo incontravo, ad esempio in un bar mentre prendevo un caffè. La sua vicinanza mi provocava un disagio profondo. Lui non sapeva dove guardare per evitare di incrociare il mio sguardo. ORA so che anche lui è una vittima e che la sua vita è stata rovinata per sempre. Mi hanno riferito che ha messo su famiglia e che ha dei figli. Non lo odio, ma la sua vicinanza ancora oggi mi disturba. Qualche anno fa proprio in questa scuola mi fu proposto di fare partecipare alla lezione di educazione stradale una persona che si era resa responsabile della morte di un amico a causa di un incidente stradale. Dopo un primo momento di avversione istintiva, cominciai a cambiare opinione. Chiesi di fare partecipare questo ragazzo alla lezione di educazione stradale non nella veste di spettatore, ma in quella di "docente" dopo avere parlato con me. Gli avevo chiesto troppo ed ha rinunciato. Mentre stavo parlando è suonata la campanella per l'intervallo. Nessuno è uscito. Ci siamo salutati ascoltando su un maxischermo la canzone che Roberto Bartolini ha composto e dedicato a mio figlio Andrea sulla base di alcuni sogni consapevoli. Qualche anno fa anche Roberto ci seguì in quella scuola per cantare dal vivo quella canzone. In tanti anni, ho sempre evitato di parlare di Andrea nel corso delle nostre lezioni di educazione stradale. Questa volta sono stati i ragazzi a chiedermi di conoscerlo più da vicino, assieme ad Alex, Elisa ... E così è stato

 

 Il 19/04/2007 abbiamo svolto una lezione di educazione stradale nelle scuole medie di Castello d'Argile (BO). Per l'associazione PU.RI. fungevano da "insegnanti" il giovane disabile Nicola Gazza, Giuseppe Raduano (padre di Andrea) ed Anna Abbondanza (madre di Elisa e Gianpaolo). La nostra lezione ha concluso una "tre giorni" completamente dedicata alla sicurezza stradale. Questa encomiabile iniziativa è stata coordinata dall'instancabile professoressa Anna Ceccaroni e da alcuni altri prof, con il sostegno della locale Amministrazione Comunale. Dopo esserci presentati, abbiamo spiegato i motivi per cui ci trovavamo in quella scuola e la nostra scelta di non utilizzare videocassette (gli studenti ce lo chiedono spesso), perchè ormai la realtà virtuale sta diventando più credibile della realtà vera. Una videocassetta che illustra la dinamica e le conseguenze di un incidente stradale suscita emozioni più intense e rassicuranti di quanto può fare una presa di contatto diretta con la realtà più cruda. Da una parte c'è una specie di "spettacolo" valorizzato da giochi di luce, musica di sottofondo ed altri accorgimenti che catturano attenzione e suscitano compiaciuta commozione. Dall'altra parte ci sono persone e fatti reali che lasciano ben poco spazio alla fantasia e che spaventano per ciò che sono o per ciò che potrebbero essere. A questo punto i messaggi di sensibilizzazione che abbiamo cominciato a lanciare ai ragazzi sono stati accolti in modo più incisivo, soprattutto quando abbiamo cercato di rendere più comprensibile le vergognose dimensioni della strage stradale in Italia. Per farlo abbiamo cercato di abbinare ai numeri della strage stradale il numero degli abitanti di Castello d'Argile. Si è ipotizzato che un abitante del luogo si sia recato all'estero ed abbia fatto ritorno dopo un anno, trovando il paese di 6500 abitanti completamente deserto. Abbiamo poi spiegato che le vittime della strada italiane di un solo anno sono pari a tutti gli abitanti del comune di Castello d'Argile. Continuando nel racconto, abbiamo poi detto che l'unico superstite di Castello d'Argile ritornato dall'estero, non riuscendo a capacitarsi di quello che era successo durante la propria assenza, si è quindi recato nel vicino Comune di Cento per chiedere informazioni, ma con grande sorpresa tutti gli abitanti di quel comune, che conta circa 30.000 abitanti, erano su una sedia a rotelle o colpiti da altre grave inabilità. Infatti i disabili gravi prodotti in un solo anno dalle strade italiane corrispondono approssimativamente al numero di abitanti di una città come Cento. La lezione di educazione stradale è proseguita su diversi altri argomenti ed al termine dell'incontro l'associazione PU.RI. ha proposto una serie di iniziative in cui gli studenti dovrebbero assumere il ruolo di effettivi protagonisti. E' stato proposto di creare un blog scolastico sulla sicurezza stradale nel quale inserire le riflessioni ed i suggerimenti degli studenti senza alcun tipo di censura. E' anche stata proposta la premiazione (con alcune nostre magliette personalizzate) dei migliori temi sulla sicurezza stradale, suggerendo come titoli a scelta "ti sei reso responsabile di un incidente stradale in cui il tuo migliore amico ha perso la vita o è diventato gravemente disabile: scrivi una lettera ai suoi genitori" oppure "esprimi le tue valutazioni sulle iniziative attuate nelle scuole medie di Castello d'Argile durante la tre giorni sulla sicurezza stradale". Nel dibattito, con il quale normalmente concludiamo i nostri incontri, abbiamo chiesto ai ragazzi di indicarci l'età media che, secondo loro, hanno le vittime della strada italiane. Le risposte dei ragazzi oscillavano tra i 15 ed i 22 anni. Quando abbiamo affermato che l'età media delle vittime della strada è di circa 45 anni c'è stata tantissima sorpresa. Abbiamo spiegato che moltissimi adulti si sentono eccessivamente sicuri quando si trovano alla guida e che in un certo senso sono affetti da quel senso di onnipotenza che caratterizza il comportamento di molti ragazzi sulle nostre strade. Abbiamo anche posto l'accento sui gravi rischi a cui sono soggetti gli utenti più deboli ed in particolare le persone anziane che vanno a piedi o in bicicletta. Per concludere, abbiamo invitato i ragazzi a fare un'intensa opera di sensibilizzazione nei confronti dei propri genitori e dei propri nonni, perchè un messaggio da parte dei membri più giovani della famiglia sarebbe stato sicuramente più ascoltato di quelli provenienti dalle istituzioni, dagli organi d'informazione o dai vari personaggi famosi invitati a manifestazioni sulla sicurezza stradale più o meno festaiole. Su quest'ultimo aspetto abbiamo voluto provocatoriamente fare una domanda: quando giovani ed adulti partecipano numerosissimi ad incontri sulla sicurezza stradale in cui sono presenti dei personaggi famosi, lo fanno per conoscere più da vicino il personaggio VIP o per motivi autenticamente legati al miglioramento della sicurezza stradale? Ed è veramente efficace il conclusivo invito alla prudenza che i personaggi famosi fanno al termine di questi incontri?

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Attraverso chi e come normalmente si svolgono i nostri incontri sulla sicurezza stradale.

La nostra associazione da alcuni anni si occupa di sicurezza stradale e di tematiche che riguardano il dopo incidente. Spesso abbiamo incontri con gli studenti all'interno delle scuole, avvalendoci della preziosa esperienza di alcuni giovani "docenti" disabili e non. Tra essi segnaliamo:

Nicola Gazza di S. Mauro Mare. Ha partecipato a diversi incontri, convegni e trasmissioni televisive. Nicola è vice-presidente dell'associazione PU.RI.

Roberto Bartolini di Sant'Arcangelo di Romagna. Roberto è un cantautore e dopo l'incidente che ha spezzato la vita di Andrea ha espresso in musica alcune delle emozioni che ha provato sognando l'amico. Tali canzoni vengono cantate in pubblico solo in occasione delle lezioni di educazione stradale o dei convegni organizzati dall'associazione PU.RI.

Alessio Tavecchio di Monza, giovane disabile presidente dell'omonima fondazione. Ha scritto il libro "Cronaca di una guarigione impossibile" ed ha partecipato a numerosissime trasmissioni televisive. Collabora con la nostra associazione da diversi anni.

Agli incontri con gli studenti partecipano spesso altri amici e familiari di vittime della strada. Purtroppo abbiamo constatato che spesso gli adulti non sono interessati a questo tipo di approccio, preferendo partecipare ad iniziative più "festaiole", alle quali attribuire il significato di "educazione stradale".

Al termine delle "lezioni" viene distribuito agli studenti un questionario che richiama le principali cause d'incidente stradale ed in particolare le responsabilità di istituzioni, scuole e famiglie. La successiva elaborazione dei dati raccolti, integrata dai principali suggerimenti forniti dai ragazzi, viene poi trasmessa alla direzione didattica, affinché promuova una successiva discussione all'interno delle classi partecipanti, magari dopo aver svolto un tema scritto collegato agli argomenti trattati. In molte scuole tali elaborazioni statistiche sono state portate a conoscenza dei genitori durante le udienze generali, assieme ad altri specifici questionari a loro dedicati. In numerose occasioni l'associazione PU.RI propone e premia dei temi dedicati alla sicurezza stradale. Si è dimostrato particolarmente utile ed incisivo il tema "Ti sei reso responsabile di un incidente nel quale un tuo amico ha perso la vita o è rimasto gravemente ferito. Scrivi una lettera ai suoi genitori", poiché induce gli studenti ad un processo di costruttiva autoimmedesimazione.

Gli argomenti più frequentemente affrontati negli incontri sono i seguenti:

I temi sono comunque flessibili ed all'occorrenza vengono adeguati alle esigenze del momento.

La lezione di educazione stradale più numerosa risale all'Ottobre 2003, durante i lavori del 5° convegno "primaepoi", ed è stata seguita da più di 600 studenti. Normalmente le "lezioni" hanno una durata di due ore. E' stato rilevato che i risultati migliori si raggiungono con gruppi di 50/100 ragazzi, poiché può maturare un vero e proprio dialogo. Gli incontri più numerosi seguono un diverso schema organizzativo. Dopo una introduzione comune, i professori, i genitori e le altre persone adulte si separano dagli studenti per elaborare assieme ad alcuni rappresentanti della nostra onlus delle iniziative sul territorio. Gli studenti invece rimangono a conversare con i giovani docenti disabili e non, senza la presenza degli adulti. In occasione di tali dialoghi maturano in maniera autentica le esperienze e gli insegnamenti più coinvolgenti e significativi.

A sinistra: una delle più partecipate lezioni di educazione stradale svoltasi in Italia, ignorata da istituzioni ed organi d'informazione.

A destra: Roberto Bartolini canta una canzone dedicata all'amico Andrea, rimasto vittima di un incidente stradale.

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Un modello da imitare

Riteniamo che l'esperienza fatta presso le scuole medie di S. Giorgio di Cesena sia estremamente incisiva ed efficace, anche se bisognerà mettere in conto una certa avversione da parte delle istituzioni interessate:

A S. Giorgio di Cesena gli studenti hanno realizzato la mappa dei punti più pericolosi della viabilità, con modalità di esecuzione e finalità del tutto particolari. Il documento è stato realizzato congiuntamente da studenti, insegnanti e genitori, dopo l'incontro con i nostri "docenti". Attraverso un lavoro meticoloso sono stati individuati e segnalati i punti di maggior pericolo, indicando per ciascuno di essi i possibili interventi per la messa in sicurezza. Gli esiti del lavoro svolto sono poi stati protocollati presso il Comune di Cesena, preannunciando che la copia del documento sarebbe stata consegnata a coloro che avessero in futuro subito un incidente (prevedibile) nei punti segnalati. E' auspicabile che simili iniziative possano proliferare, poiché rappresentano un incisivo strumento di educazione stradale, di collaborazione generazionale, di responsabilizzazione delle istituzioni, di attività didattica partecipata e di tutela delle vittime.

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Anche le mamme nelle scuole

Mimma Zitolo ed Anna Abbondanza sono due "nostre" mamme che incontrano gli studenti nelle scuole. Mimma illustra ciò che significa essere mamma di una ragazza con disabilità psichica e ciò che prova la figlia Luisa quando viene irrisa dai coetanei. Ecco il messaggio di Anna:

Anna continua ad incontrare i ragazzi, ma dal 5/10/2001 il suo messaggio è cambiato. Ora anche l'altro suo figlio Gianpaolo è volato in cielo per raggiungere la sorella Elisa:

Mi chiamo Anna. Sono la mamma di Elisa e di Gianpaolo, entrambi rimasti vittime di incidenti che si sono verificati per colpa di altre persone. Elisa era ferma con la sua bicicletta, quando è stata falciata da un'automobile che si è abbattuta su di lei a forte velocità. Il responsabile dell'incidente ha continuato a circolare per anni senza neppure il ritiro della patente. Gianpaolo è rimasto vittima di un incidente sul lavoro per l'assenza di elementari misure di sicurezza.

Anche se a molti fa comodo pensarlo, non sono state semplici fatalità. Potrebbe succedere a tutti. Spesso strade poco illuminate, manto stradale pericoloso, buche, pali e alberi posti ai margini della strada, assenza di adeguati controlli o altri fattori esterni possono trasformare un banale incidente in tragedia. Bisogna esserne consapevoli e tenerne conto prevedendo l'imprevisto.

Del dopo incidente non se ne parla quasi mai, ma anche se farlo mi costa un notevole sforzo io voglio parlarVi proprio di questo aspetto, poiché la perdita di una persona cara sconvolge la vita di tante altre persone. Sembra che il mondo ti crolli addosso. Ti dicono che quello che tutti i giorni senti in televisione o leggi sul giornale è capitato a te, ma non ci puoi credere. Ti chiedono se vuoi autorizzare la donazione degli organi. Continui a non crederci fino a quando non vedi coi tuoi occhi la cruda realtà. All'inizio i compleanni, le ricorrenze e tutto ciò che per gli altri rappresenta un evento festoso, diventano momenti di enorme tristezza, perché intorno alla tavola ci sono delle sedie vuote. Poi in molti imparano a vivere in un modo diverso e con altri valori, apprezzando cose a cui altri non danno importanza. Mi considero fortunata se in un sogno riesco ad incontrare i miei figli, quando ho la sensazione quasi fisica di averli vicini a me, quando riesco a provare emozioni che prima non riuscivo neppure ad immaginare.

Attraverso l'associazione PU.RI., di cui faccio parte, i nostri figli continuano in un certo senso a vivere ed operare attraverso i loro genitori, i loro amici o altre persone che percepiscono e rispondono al loro richiamo. Sono convinta che siano loro a darci una mano quando confortiamo altri genitori straziati dal dolore, quando sensibilizziamo i ragazzi sul valore della vita propria e di quella degli altri, quando combattiamo le violenze che nell'indifferenza generale si consumano sulle vittime e sui loro familiari.

Nei momenti di sconforto, un coro immenso di voci ci chiede di non arrenderci, poiché altrimenti la loro voce rischierebbe di perdersi nel vuoto. Ci dicono che vivere consapevolmente non significa vivere nell'angoscia, in modo parziale o con tante ingiustificate paure.

E' il contrario. La vita è bella e va vissuta intensamente e consapevolmente. Non dobbiamo buttarla via, ma dobbiamo goderla e rispettarla, soprattutto se si tratta della vita degli altri. Con questa chiave di lettura, in certi momenti provo anche un senso di riconoscenza per aver condiviso un tratto di vita terrena con i miei due figli. Se non fossero mai nati sarebbe stato peggio. Ciò che è successo a loro non deve rappresentare un sacrificio inutile. Questo è il mio ed il loro messaggio.

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Come ci sostengono gli studenti

Agli studenti della classe Quarta "A" Mercurio,

ITC Renato Serra - Cesena

Quando recentemente i nostri giovani "docenti" disabili e le nostre mamme sono venuti nella vostra scuola per parlare di sicurezza stradale, il dialogo più autentico si è svolto a livello emozionale. Eravamo tutti consapevoli che non era importante ciò che si diceva, ma ciò che ciascuno di noi sentiva. La vostra inaspettata iniziativa ci ha dato molto di più di ciò che potremmo esprimere con semplici parole.

Per farVi comprendere, in piccola parte, ciò che proviamo, dovete considerare che le richieste di sostegno, solidarietà o patrocinio che abbiamo direttamente rivolto alle Province di FC e RN, a quasi tutti i Comuni della zona, a circa 100 tra le più importanti aziende del territorio, a banche, famiglie ed ad altre istituzioni pubbliche e private per realizzare, tra l'altro, incontri simili a quello avvenuto nella Vostra scuola, sono state ignorate o rifiutate da quasi tutti i destinatari......

Recentemente la Prof.ssa Rossi Anna Maria e la Preside Veronica Gamberini ci hanno fatto pervenire la somma di £ 88.000, che gli studenti della classe IV "A" hanno raccolto con una iniziativa che dovrebbe far molto riflettere il mondo degli "adulti":

(I ragazzi, dopo l'incontro che hanno avuto con noi, hanno istituto un salvadanaio nel quale hanno versato le "sanzioni" a cui si assoggettavano quando pronunciavano qualche parolaccia o facevano cose "biasimevoli". Hanno poi deciso di versare la somma alla nostra associazione).

Una sola parola che desideriamo esprimere con linguaggio emozionale: G r a z i e.

Ci auguriamo che in futuro questa raccolta di fondi possa diminuire, poichè ciò significherebbe che in un altro salvadanaio personale saranno stati raccolti valori ben più preziosi.

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A SCUOLA SONO SPARITE 4 CLASSI !!??!

Abbiamo ricevuto da un giovane amico di Torino la seguente lettera, con alcune foto di incidenti stradali. Tale materiale viene utilizzato anche per lezioni di educazione stradale nelle scuole. L'impatto è senz'altro forte:

Ciao a tutti. Innanzitutto vorrei associarmi allo sdegno contro quella ridicola e offensiva campagna dei "4 pirla in meno".

Detto questo, mi presento.. Mi chiamo Marco, 25 anni, volontario del 118 a Torino, e mesi fa avevo scritto a voi per denunciare il disinteresse e gli ostacoli che avevo incontrato nel distribuire volantini nella discoteca in cui lavoro nel week end, peraltro distribuiti all'uscita del locale. Nel volantino era raccontata la storia di Valentina, morta a 14 anni in un incidente causato dall'alta velocità del ragazzo che guidava.
Questo fine settimana, forse sull'onda della STRAGE che si è consumata nella città di Torino nel week end, con cinque giovanissimi morti in incidente e altri feriti, tra cui una ragazza di 17 anni morta in uno schianto, che peraltro frequentava la suddetta discoteca, ho ottenuto di poter aprire una discussione sul Forum del sito della discoteca, in cui conto di fornire a chi si collega materiale spero efficace per fermare questa corsa al macello che sta sterminando i ragazzi.
Inoltre, in collaborazione con i sempre disponibili membri dell'associazione Vittime strada sede di Torino, e con la Croce Verde di Torino, stiamo distribuendo nelle scuole superiori dei volantini in cui, tra altre informazioni e riflessioni, ho inserito un paragrafo molto "forte" sui traumi che il corpo umano può subire in un incidente, auto o moto, nonchè alcune foto di gravi incidenti. Per ora abbiamo fornito il materiale a 2 scuole, e i presidi sembrano disponibili. Inviterei altri ragazzi che sentono questo problema come importante a fare qualcosa di simile, nelle scuole, oratori, discoteche, CERCHIAMO DI FERMARE QUESTO MACELLO!!!! Invio in allegato uno dei fogli che stiamo distribuendo nelle scuole, e gradirei da Voi suggerimenti e critiche. Grazie!! e Ciao a tutti.....

Ecco il foglio che Marco distribuisce nelle scuole:

Ormai tutti sanno che l'11 settembre del 2001 il crollo delle Torri Gemelle ha fatto più di 3000 morti: una cifra ENORME!!. Qualcuno magari non sa che ogni anno, solo in Italia, è come se l'11 settembre succedesse per due volte circa per una motivo apparentemente meno spaventoso e clamoroso di un aereo che si schianta contro un grattacielo. Più di 7000 morti, circa 20.000 feriti gravi di cui molti rimarranno sulla sedia a rotelle a vita o in coma vegetativo, 200.000 feriti, oltre alla distruzione dell'esistenza di famiglie e amici. Di questi morti la maggior parte sono giovani: addirittura circa 2200 ragazzi e ragazze con meno di 24 anni ogni anno. A questo punto cosa ci aspettiamo che sia questo motivo? Malattie? AIDS? No: INCIDENTI STRADALI

A volte l'immaginazione ci aiuta a capire quella che è la realtà: immaginiamo di essere in una scuola a Torino. Immaginiamo di entrare in una classe, poi in un'altra , in una terza e in una quarta e al posto dei ragazzi seduti sui banchi a fare bordello, come al solito, vedere tante croci per ogni banco e non vedere nessuno, sentire solo il silenzio. In ogni regione mediamente sono un centinaio, cioè più o meno 4 classi scolastiche i ragazzi sotto i 24 anni che ogni anno scompaiono cosi. Per molte persone l'incidente stradale è una questione di sfortuna, nel senso che accade come un fulmine sceso dal cielo o un vaso che cade da un balcone: "Oh! Se deve succedere succede!"

Noi pensiamo che ogni persona che guida un'automobile insieme ad altre persone in macchina con lui abbia IL DOVERE DI RIPORTARE A CASA INTERI SE STESSO MA SOPRATTUTTO CHI VIAGGIA CON LUI, CHE IN QUEL MOMENTO RIPONE FIDUCIA NEL GUIDATORE, LA FIDUCIA DI NON DISTRUGGERE LA LORO VITA, I LORO SOGNI, I LORO PROGRAMMI PER IL FUTURO E I DESIDERI CHE OGNI PERSONA PORTA DENTRO IL SUO CUORE. Dopo è troppo tardi piangere perché nessuno ci riporta indietro. Al di là delle opinioni personali, la realtà è che LA MAGGIOR PARTE DEGLI INCIDENTI GRAVI E MORTALI E CAUSATA DALL'ALTA VELOCITA', DA UNA GUIDA SPERICOLATA E IN FONDO DALLA PRESUNZIONE DI SENTIRSI IMMORTALI, INVINCIBILI E DI DIMOSTRARE CON UN VOLANTE IN MANO DI ESSERE QUALCUNO. E il risultato sono migliaia di ragazzi morti e altrettanti in Rianimazione o gravemente feriti. E il risultato sono le famiglie distrutte e il sorriso di migliaia di giovani e giovanissimi che insieme alla loro voce e alla loro vita sono ridotte ad un mazzo di fiori attaccato ad un albero lungo una strada, a ricordare una tragedia che altre persone non capiscono e non vedono.

Vogliamo ricordare a tutti quelli che ogni giorno od ogni sabato sera salgono in macchina con quei pazzi che vanno a 200 all'ora per la città o bruciano i semafori rossi che la paura di viaggiare con loro NON E' UN SEGNO DI DEBOLEZZA, è un segnale che la natura ci ha dato per salvarci la vita. Non è quindi un segno di debolezza dire di andare più piano, di non guidare se ubriachi o anche di farsi venire a prendere dai genitori se è il caso, perché in pochi minuti in macchina con certa gente il divertimento, l'emozione della velocità e la radio a palla possono diventare pochi istanti di terrore prima dello schianto, quando la macchina, qualsiasi macchina guidata dal più bravo dei piloti, oltre certi limiti perde l'aderenza, per mille motivi e allora il volante non serve più e in pochi attimi si prova quella sensazione di terrore verde di accorgersi che la paura di andare in macchina "con quel pazzo" sta diventando una realtà . Questa realtà è accorgersi che la macchina sta piombando a 120 all'ora contro un muro o un'altra macchina, o inizierà a capottarsi e sarà la fine nostra., dei nostri sogni, della nostra vita fatta di discoteca amici ragazzo piscina risate pianti mamma e papà. Troppo tardi per tornare indietro non si torna indietro, mai più.

Vorremmo sapere: come mai il fidanzato o il migliore amico sono così gelosi e protettivi con una ragazza o una sorella o fratello se qualcuno la minaccia, giustamente, detto da un siciliano, e poi non si rendono conto, proprio loro, che accompagnandola a casa a 140 in mezzo alla città potrebbe non arrivare mai più?? Che la mamma potrebbe non vederla più? Come mai? Purtroppo infatti la strage di 3 o 4 ragazzi schiantati il sabato notte nasce perché spesso a guidare non è uno sconosciuto ma proprio il migliore amico o il fidanzato, o il fratello.

La scena di un incidente grave è impressionante e ti demolisce dentro. Anche infermieri che da anni vedono incidenti non smettono di stare male dentro vedendo la scena di un incidente grave perché ad essa non ci si abitua. Mai.

Di notte, la classica scena della "strage del sabato sera" si presenta sempre in modo diverso ma sempre devastante: vetri rotti ovunque, pezzi di plastica schizzati in ogni dove, olio che cola, sangue, lamiere schiacciate e deformate all'impossibile, la macchina che non sembra più una macchina, a volte capovolta, i sedili ruotati e deformati, il volante piegato che ha schiacciato il guidatore, a volte persone che per la violenza dello schianto sono state sparate fuori dalla macchina, a molti metri, in un fosso, addirittura su un albero. Se ci sono ancora dei feriti dentro, si sentono urlare, per il dolore e per lo shock di non aver capito quello che è successo. Molto spesso l'abitacolo è stato sventrato e schiacciato, non si capisce come li dentro ci stessero 3 o 4 persone. Bisogna aspettare i Vigili del Fuoco che taglino la lamiera, i montanti delle porte per poter con tutti gli accorgimenti estrarre i corpi, dei vivi o dei morti.

Cosa succede al nostro corpo in un incidente grave?? Di tutto e di più, non c'è limite all'orrore. L'unico limite è quello che una persona che racconta si pone per non impressionare. Tamponamento, cappottamento o urto frontale, o schianto contro muretti, pali, alberi. Il volante che schiaccia il torace e l'addome, gli organi interni che collassano, polmoni, fegato, milza. Fratture degli arti, gambe, braccia, devastanti ed esposte, lacerazioni. Enormi emoraggie interne, le fortissime accelerazioni che spaccano il collo e la colonna vertebrale, la testa che sfonda il parabrezza, il corpo schiacciato e deformato dalle enormi forze che si liberano nello scontro, le lamiere che si accartocciano, tagliano, feriscono, si conficcano nella pelle, nel viso, negli occhi, e più la velocità cresce peggio è. Poi pensiamo a quando la macchina prende fuoco, morire bruciati vivi, sentire il fuoco che si avvicina e scalda e brucia e non riuscire a scappare perché bloccati.

Allora smettiamola di voler sentirci qualcuno e di "aver paura di aver paura", chiediamo a chi ci porta a casa di andare piano, sia il fratello o l'amico, e se guidiamo ricordiamoci che dobbiamo promettere a chi trasportiamo che domani lo rivedremo e sarà tutto come sempre. Meraviglioso. Il discorso ovviamente vale anche per le moto. Gli incidenti motociclistici, anche con scooter sono impressionanti forse ancora di più. Il casco sempre allacciato come le cinture in macchina, per non spaccarci il cranio o rimanere handicappato o sulla sedia a rotelle a vita, a guardare dalla finestra di un ospedale la vita fuori che non vivremo più. Ciao. Per il resto facciamo le corna.... Altrimenti c'è l'orrore delle foto!!

 

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PARADOSSALE INDIFFERENZA VERSO LA NOSTRA ATTIVITA' NELLE SCUOLE

Ormai la nostra associazione ha quasi totalmente interrotto l'attività d'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole e possiamo affermare che nell'assumere questa sofferta decisione ha giocato un ruolo determinante l'inerzia e la scarsa considerazione dimostrataci dal Ministero delle Infrastrutture. Il 25/09/2006 abbiamo per l'ennesima volta sollecitato una risposta alla nostra richiesta di "abilitazione" all'insegnamento dell'educazione stradale con il seguente messaggio interlocutorio: "Sarebbe interessante conoscere gli esiti dell'istanza da noi presentata in data 15/03/2004 per il riconoscimento di associazione con comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale. La nostra associazione è stata probabilmente la prima in Italia a svolgere lezioni di educazione stradale all'interno delle scuole (dal 1998) con l'ausilio di ragazzi disabili e familiari di vittime della strada, ma forse stiamo chiedendo troppo". Sembra quasi che qualcuno abbia cercato di ostacolare il buon esito della nostra istanza, ma preferiamo credere che non sia così, perchè si tratterebbe altrimenti di una vera e propria vigliaccata.

Proprio per questo stato di cose abbiamo cominciato ad essere molto selettivi in materia di partecipazione ad incontri sulla sicurezza stradale organizzati da rappresentanti istituzionali. Le ragioni di questo nostro atteggiamento sono riassunte nella seguente lettera inviata ad un amico che ci aveva invitati a partecipare ad un convegno sulla sicurezza stradale, tenutosi in una sala della Camera dei Deputati il 3/5/2005:

Ciao G., apprezzo molto ciò che stai facendo, ma non parteciperò ai lavori del convegno che stai organizzando a Roma. Non mi sentirei a mio agio, perchè mi troverei in contatto con rappresentanti istituzionali che dimostrano scarsa considerazione nei confronti del lavoro svolto dal mondo del volontariato più autentico. Non credo si tratti di esagerata suscettibilità o di orgoglio ferito. Si tratta di mancanza di rispetto per ciò che rappresentiamo e per ciò che facciamo:

Ecco perchè il nostro futuro impegno per l'educazione stradale nelle scuole sarà notevolmente ridimensionato. Ecco perchè desideriamo referenziare la nostra attività didattica con le seguenti credenziali:

  1. La nostra associazione ha promosso una lezione di educazione stradale che probabilmente è stata la più importante e significativa a livello nazionale, poichè tenuta da ben nove docenti (prevalentemente ragazzi) e seguita da più di 600 studenti. A differenza di quanto spesso accade, il successo di quell'iniziativa non era da attribuire a gadgets gratuiti, alla presenza di personaggi noti, ad un supporto pubblicitario (nessun organo d'informazione ne aveva parlato nè aveva accettato l'invito di partecipazione) o ad elementi di richiamo "festaioli".
  2. Alcuni anni fa, in una lettera indirizzata ad una classe di studenti delle scuole medie superiori, scrivemmo: "..la Prof.ssa ... e la Preside .... ci hanno fatto pervenire la somma di ...., che avete raccolto con un'iniziativa che dovrebbe fare molto riflettere il mondo degli "adulti". Infatti dopo l'incontro che avete avuto con i nostri docenti di educazione stradale, avete istituito un salvadanaio nel quale avete versato le "sanzioni" a cui vi siete spontaneamente assoggettati quando pronunciavate qualche parolaccia o facevate altre cose "biasimevoli". Poi ci avete fatto pervenire il contenuto del salvadanaio. .. G r a z i e. Ci auguriamo che in futuro questa raccolta di fondi possa diminuire, poichè ciò significherebbe che in un altro salvadanaio personale avrete raccolto valori ben più preziosi".
  3. L'11 e 12//05/2005 abbiamo tenuto ad Avio (TN) una lezione di educazione stradale molto particolare. Infatti l'incontro rappresentava la risposta che abbiamo voluto dare alla seguente lettera: "Ciao, siamo un gruppo di ragazzi di 17 anni. Abbiamo deciso di scriverVi per spiegare il motivo della nostra donazione (spedita in data 21/01/05). Poco tempo fa infatti la nostra comunità è stata scossa da una grave perdita che ci ha colpito la vigilia di Natale. Un nostro caro amico e compagno di scuola ci ha lasciati in un grave incidente stradale. Ci siamo cosi riuniti per cercare di superare questo dolore e abbiamo deciso di fare qualcosa di utile per ricordare Francesco. Siamo così venuti a conoscenza della Vostra associazione tramite internet.....". E' stata un'esperienza di forte impatto emotivo che dovrebbe fare riflettere, ma purtroppo non sarà così.
  4. Il mondo del volontariato ha tante sfaccettature ed è un bene che sia così. Dovremmo però coordinare meglio i nostri sforzi ed acquisire maggiore autorevolezza.

    Ti faccio i miei più sinceri ed autentici auguri per la buona riuscita dei lavori. Auspico che, al di là delle tante chiacchere, i rappresentanti istituzionali presenti sappiano immedesimarsi in un ruolo che non è loro congeniale, dovendo recuperare quella fiducia che ormai tanti organismi no profit non hanno più nei loro confronti.

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    In data 04/05/2010 abbiamo comunicato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la nostra decisione di rinunciare all'iscrizione nell'elenco degli Enti ed associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale, significando inoltre il nostro disinteresse a ricevere scuse per l'increscioso accaduto. Ecco il testo della comunicazione:

    Stim.mo Direttore Generale

    Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

    Via G. Caraci, 36 - 00157 - ROMA

     

    Oggetto: Risposta all'istanza d'iscrizione nell'elenco degli Enti e Associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale ex art. 230 C.d.S., presentata in data 15/03/2004.

    Dopo più di 6 anni dalla data di presentazione della nostra richiesta, ripetutamente ed inutilmente sollecitata nella risposta, ci sentiamo francamente presi in giro dal contenuto della comunicazione di cui all'oggetto, che recita testualmente:

    "Visto peraltro il lasso di tempo intercorso, al fine di un eventuale nuovo esame della richiesta, si invita la S.V. a voler far pervenire ulteriore documentazione comprovante, se del caso, l'allargamento del raggio d'azione dell'Associazione":

    Pur non volendo fare impopolari confronti con il trattamento riservato ad associazioni di più recente costituzione e con raggio d'azione ben più limitato del nostro (già inserite tra quelle di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale), desideriamo significarVi la nostra delusione per la scarsa considerazione dimostrata verso la nostra attività di volontariato e verso chi rappresentiamo.

    Per meglio fare comprendere i termini della questione, alleghiamo alla presente la copia dell'istanza che inoltrammo a codesto Ministero in data 15/03/2004. Se si avrà la pazienza di leggerne con attenzione il contenuto, si potrà verificare la inoppugnabile "valenza" della documentazione prodotta a suo tempo, che tra l'altro all'occorrenza ci si riservava di integrare su semplice richiesta di chi aveva preso in carico la pratica. Facciamo rispettosamente ed orgogliosamente notare che la documentazione allegata all'istanza del 15/03/2004 veniva così referenziata:

    " .. si potrà constatare che, in materia di educazione stradale nelle scuole, l'associazione PU.RI è probabilmente quella che ha maturato maggiore esperienza a livello nazionale, anche per la continua evoluzione del modello educativo".

    Attualmente l'attività dell'associazione PU.RI si è notevolmente ridimensionata rispetto al passato ed in ogni caso si è prevalentemente orientata verso settori d'attività per i quali non sono determinanti nè riconoscimenti nè sostegni di carattere pubblico.

    Nel rispetto dell'autonomia decisionale di codesto Ministero e col prioritario intento di provocare utili riflessioni, vogliate quindi prendere atto che l'Associazione PU.RI non intende accogliere la vostra richiesta tendente ad ottenere ulteriore documentazione comprovante, se del caso, l'allargamento del raggio d'azione dell'associazione, in quanto non è più interessata ad essere iscritta nell'Elenco degli Enti ed Associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale ex art. 230 C.d. nè a ricevere scuse per i ritardi e la scarsa considerazione dimostratele.

    Allegata la seguente istanza del 15/03/2004:

    Stim.mo Ministero LL. PP. - Roma

    Settore Educazione Stradale

     

    Oggetto: Istanza per il riconoscimento di "associazione di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale".

    Il sottoscritto Dr. Giuseppe Raduano, presidente e legale rappresentante dell'associazione PU.RI. onlus - Punto Riferimento familiari vittime - con sede a San Mauro Pascoli (FC) in Via Vanoni 3,

    premesso che la onlus PU.RI., regolarmente iscritta all'Anagrafe delle onlus dal 13/08/1998, ha come scopo principale della propria attività la prevenzione degli incidenti stradali ed il sostegno delle vittime della strada e dei loro familiari;

    che dal Dicembre 1998 l'associazione promuove ed organizza lezioni di educazione stradale all'interno delle scuole avvalendosi della collaborazione di ragazzi disabili, familiari ed amici di vittime della strada, psicologi ed altri soggetti "rappresentativi" comunque motivati a fermare la strage stradale;

    che il Ministero dell'Interno già in data 23/9/1999 con Prot. N. 300/A/45458/131/I/7, manifestò all'Associazione PU.RI. la disponibilità alla collaborazione ed al sostegno per le iniziative volte a contrastare l'incidentalità stradale;

    che l'art. 230, comma 1, del nuovo codice della strada prevede, entro un anno dalla sua entrata in vigore, la predisposizione da parte dei Ministri dei lavori pubblici e della pubblica istruzione, d'intesa con i Ministri degli interni e dei trasporti e della navigazione, la predisposizione di appositi programmi da svolgere come attività obbligatoria in tutte le scuole di ogni ordine e grado, avvalendosi della collaborazione dell'Automobile club d'Italia, nonché di enti e associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale, individuati con decreto del Ministero dei lavori pubblici;

    considerato che il detto articolo al comma 2 prevede che il Ministero della pubblica istruzione disciplini "le modalità di svolgimento dei predetti programmi nelle scuole con l'ausilio degli appartenenti ai Corpi di polizia municipale, nonché del personale esperto appartenente alle predette istituzioni pubbliche e private";

    visto il decreto ministeriale n. 651 del 10 dicembre 1993 di "individuazione degli enti e associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale";

    considerato che lo stesso decreto prevede la possibilità di integrazione, in tempi successivi, dell'elenco di tali enti, qualora in possesso dei requisiti richiesti;

    considerato che l'associazione PU.RI. ha fino ad ora incontrato alcune decine di migliaia di studenti nel corso delle lezioni di educazione stradale svolte in numerose scuole medie inferiori e superiori di diverse province Italiane su richiesta di Istituti scolastici, forze dell'ordine ed Enti pubblici di varia natura;

    che quest'ultima circostanza è comprovata da ripetuti richiami negli atti ufficiali dei predetti Enti, da articoli di stampa e da erogazioni ricevute con vincolo di destinazione alle lezioni di educazioni stradale svolte nelle scuole;

    CHIEDE

    che la onlus PU.RI. venga inserita nell'elenco degli enti ed associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale di cui all'art. 1 del decreto ministeriale n. 651 del 10/12/1993.

    Con Osservanza

     

    San Mauro Pascoli li 15/03/2004

    Allegati: Si allegano alcuni documenti che comprovano l'esperienza acquisita dall'associazione PU.RI. nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale, con riserva di produrre qualsiasi altra documentazione fosse ritenuta utile per l'accoglimento della domanda. Si potrà constatare che, in materia di educazione stradale nelle scuole, l'associazione PU.RI. è probabilmente quella che ha maturato maggiore esperienza a livello nazionale, anche per la continua evoluzione del modello educativo

    ELENCO DOCUMENTI ALLEGATI:

     

  5. Anno 1999- Difensore civico Cesena (attestazione di esperienza già acquisita)
  6. Anno 1999- Comunicazione Ministero Interno del 23/9/1999 (disponibilità al sostegno)
  7. Anno 1999- Comune Gambettola (Richiesta di collaborazione con VV.UU.)
  8. Anno 2000- Regione Emilia Romagna (Patrocinio convegno)
  9. Anno 2000- Regione Emilia Romagna (Finanziamento incontri nelle scuole)
  10. Anno 2001 e 2002- Regione Lazio (Patrocinio convegno)
  11. Anno 2002 - Regione Toscana (sostegno convegno)
  12. Anno 2003 - Comune Castello d'Argile (Esempio di fornitura servizio educazione stradale)
  13. Si allegano N° 26 articoli di stampa, selezionati tra le diverse centinaia che hanno commentato l'attività del sodalizio, per sintetizzare l'attività svolta dall'associazione nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale dal 1998 al 2004.

CONTATTI PREGRESSI CON IL MINISTERO LL.PP.

Sono numerosissime le Istituzioni con le quali l'associazione PU.RI. ha collaborato. Nell'anno 2000, assieme ad altre associazioni di familiari vittime della strada, ci fu un incontro nella sede del Ministero dei LL.PP., per definire un eventuale protocollo d'intesa. In quella circostanza fu consegnata una videocassetta che illustrava il modello educativo della onlus PU.RI., con le immagini di una lezione di educazione stradale tenuta da alcuni ragazzi disabili (fu manifestato grande apprezzamento dall'allora sottosegretario On.le Fabris e da alcuni stretti collaboratori, come ad esempio il Dr. Marco Belviso). Si segnala infine l'attività di sensibilizzazione attuata da associati della onlus PU.RI. in diverse trasmissioni televisive (il presidente è stato ospite del Maurizio Costanzo Show in una puntata in cui era presente anche il Ministro Lunardi). In quella circostanza fu lo stesso Maurizio Costanzo, con l'accondiscendenza del Ministro Lunardi, a richiedere alla nostra associazione la mappa delle strade più pericolose d'Italia al fine di approfondire l'argomento in una successiva puntata della trasmissione. E l'associazione PU.RI adempì all'impegno assunto con una articolata descrizione della situazione esistente.

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LAUREA HONORIS CAUSA PER I NOSTRI "DOCENTI"

A seguito della petizione che la nostra associazione ha presentato il 17/05/2005 al Parlamento Europeo con il seguente oggetto:

"La mortalità stradale in Italia è intollerabile, ma l'obbligo d'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole viene spesso disatteso. Paradossalmente non esistono adeguati controlli sull'assolvimento di tale obbligo ed il Ministero delle Infrastrutture sembra scoraggiare l'attività di numerose associazioni di volontariato che vantano comprovata esperienza".

e con la seguente conclusione": .... chiede, nell'interesse dell'intera collettività e di quelle associazioni che si battono per fermare la strage stradale, un autorevole intervento del Parlamento Europeo affinchè l'educazione stradale assurga al rango di "effettiva" materia di studio (orario predefinito, valutazione dei risultati ecc...), valorizzando nel contempo la dignità ed il ruolo del mondo del volontariato nella sensibilizzazione del valore della vita propria ed altrui".

Per commentare l'iniziativa, abbiamo diffuso un comunicato stampa nel quale si precisa che la petizione trae spunto dalla domanda, senza esito, che l'Associazione PU.RI. ha presentato per il riconoscimento di Associazione con comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale e dall'atteggiamento ben diverso che le Istituzioni Italiane riservano ai campioni della velocità o ad altri personaggi noti che potrebbero indurre gli studenti a comportamenti pericolosi per semplice spirito di emulazione. Nel comunicato si afferma che tante iniziative didattiche ritengono importante creare "gradimento" e ritorno d'immagine con eventi festaioli, nel corso dei quali il personaggio di turno raccomanda più prudenza sulle strade, perchè solo sulla pista esistono certe garanzie per l'incolumità personale. In questi casi gli organi d'informazione commentano con grande enfasi l'avvenimento, raccogliendo i più disparati pareri entusiastici. Tutti si mettono in fila per concedere il patrocinio e l'art. 230 del codice della strada figura perfettamente rispettato e "valorizzato".

Succede poi sempre più spesso che ad un personaggio noto venga conferita la laurea honoris causa per meriti correlati all'attività principale, come è recentemente avvenuto per Valentino Rossi e Vasco Rossi. Si legga in proposito quanto pubblicato sul blog del portale Libero http://liberoblog.libero.it/italia/bl563.phtml . Quanta differenza di considerazione nei confronti di quei poveri "Calimeri" che da anni promuovono lezioni di educazione stradale nelle scuole su base volontaria.

Ecco perchè, senza alcuna velleità provocatoria, l'Associazione PU.RI. ha proposto di conferire la laurea honoris causa per la pluriennale attività di volontariato svolta in materia di educazione stradale stradale nelle scuole Italiane a:

  • Nicola Gazza di San Mauro Mare (FC) ed Alessio Tavecchio di Monza (MI) - giovani disabili -
  • Roberto Bartolini di Sant'Arcangelo di Romagna (RN), Andrea Proto di Oria (BR) e Marta Flamigni di Meldola (FC) - amici di giovani vittime della strada -
  • Anna Abbondanza di Savignano s/ Rubicone (FC) e Mimma Zitolo di S. Mauro Pascoli (FC) - genitori di vittime e disabili della strada -

All'occorrenza verrà prodotta una significativa documentazione di sostegno per le candidature.

I nominativi proposti per l'onorificenza costituiscono una sparuta rappresentanza dei tanti volontari impegnati nei più disparati campi della solidarietà civile e sociale. In Italia sono centinaia di migliaia le persone che si mettono a disposizione del prossimo senza nulla chiedere in cambio. Gli studenti devono sudare le proverbiali sette camicie per conseguire la laurea. L'uso propagandistico della laurea ad honorem conferita a personaggi VIP mortifica la credibilità delle nostre Università e del nostro stesso patrimonio culturale.

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CI DICIAMO GRAZIE DA SOLI

Ecco il messaggio che ci siamo inviati qualche tempo fa attraverso un comunicato stampa:

"Cara Associazione PU.RI..... Che senso ha scrivere a se stessi? Il caldo fa andare fuori testa?

Può darsi, ma dopo aver inutilmente cercato qualche forma di dialogo con le istituzioni più direttamente interessate alla sicurezza stradale, dopo aver ascoltato tante cicliche maree di chiacchere e buoni propositi, dopo aver osservato le lacrime da coccodrillo che solcano certe facce quando si verifica una morte annunciata, dopo aver assistito al ping pong di responsabilità che spesso caratterizza il dopo incidente, dopo aver cercato di contrastare i numerosi interessi che banalizzano il valore della vita sulle strade, dopo avere constatato che l'imbecillità di certi comportamenti continua a devastare la vita di moltissime innocenti famiglie, dopo avere denunciato la palude d'indifferenza ed il senso di fatalismo che la gente prova nei confronti della strage stradale, dopo avere raccolto voci circa l'intenzione di tirare i remi in barca nell'attività che svolgete in Romagna (effettivamente la nostra attività di volontariato è ormai svolta prevalentemente in altre regioni), dopo... dopo... Vi chiediamo di non mollare.

Desideriamo perciò gratificare in qualche modo i volontari che collaborano con l'Associazione PU.RI. esprimendo loro un sentito GRAZIE, anche per conto di chi avrebbe dovuto farlo da tempo, se non fosse stato condizionato da valutazioni preconcette o da spirito competitivo. GRAZIE per le riflessioni che i vostri giovani "docenti" provocano all'interno delle scuole, GRAZIE per l'attività di volontariato svolta da Nicola, Roberto, Marta, Alessio, Andrea, Antonio, Juri, Sara, Pamela, Anna, Mimma, Laura, Giuseppe..., GRAZIE per i dibattiti ed i convegni che avete promosso sulla prevenzione e sul dopo incidente, GRAZIE per essere riusciti ad ottenere da parte dell'ANAS un intervento migliorativo per la messa in sicurezza di tutte gli svincoli posti sulla SS 16 Adriatica nelle province di Forlì e di Rimini, GRAZIE per ciò che riuscite a fare in favore dei familiari delle vittime della strada, GRAZIE per avere avuto la forza di superare le umiliazioni che vi vengono inflitte. Con un semplice GRAZIE si può andare lontano e speriamo che ciò accada, ma altri dovrebbero capirlo. Firmato Associazione PU.RI.

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