ESISTONO GLI ANGELI? COME SONO FATTI?

COME E QUANDO E' POSSIBILE INCONTRARLI?

 

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Le canzoni ispirate da Andrea Una farfalla per amica Pino La bimba che voleva vedere gli Angeli Quelle due carezze ad Andrea

Da sempre queste "creature" esercitano un fascino indescrivibile sulla gente, soprattutto quando il bisogno di aiuto o l'istinto di credere si fanno più intensi. Succede in particolari momenti, quando ricordiamo con affetto i nostri cari, quando le coincidenze della vita ci sorprendono, quando si riceve o si offre un aiuto disinteressato. Un'immagine, una frase, un ricordo, una melodia, un incontro..... e si scopre che nell'essenza più autentica ed intima dell'essere non si è soli .... e le nostre emozioni ed i nostri pensieri ci conducono... verso gli ANGELI.

Per ricordare le tracce di vita che i nostri cari hanno lasciato e le emozioni che continuano a procurarci qualche anno fa era stato creato un loro "spazio" esclusivo su uno specifico sito web a loro dedicato, dove venivano raccolte pagine personali (foto, canzone preferita, fatti di vita...) delle persone care che si volevano ricordare. Ora quel sito non esiste più, ma ogni più profonda emozione suscitata allora, continua ad esistere ed a dilatarsi attraverso il linguaggio del cuore.

Su questa pagina vengono riportate due canzoni. La prima è stata ispirata da Andrea all'amico Roberto nel corso di alcuni sogni concatenati che Roberto annotava su yn tacquino che teneva sul comodini. La seconda Andrea l'ha ispirata al Padre che con la mente vagava alla Sua ricerca.

Subito dopo le canzoni dedicate ad Andrea, abbiamo voluto ricordare le indimenticabili emozioni che l'amico Pino ci ha voluto lasciare. Non è un caso che il ricordo di Pino venga inserito in questa pagina.

Viene infine descritta l'esperienza di una bimba che voleva vedere gli Angeli.

 Per cercare di esprimere certe emozioni, riportiamo il testo delle due canzoni che Roberto Bartolini ha cantato in occasione del 5° ed ultimo convegno "Primaepoi":

"...... cosa mi tocca fare, per incontrarti devo pregare. Chiudo gli occhi e tu arrivi, con quel sorriso da furbetto. Mi confermi che ancora vivi, così mi sollevo dal letto. Come volo di alianti, tra aurore e tramonti, come fiore che sboccia, tra il verde di un prato; la mente prima abbraccia, poi respira il creato. Incontro ragazzi, che tra angeli e santi, sono felici e sereni, e non vogliono pianti. Mi scappa da dire, vi manca la gnocca? Sorridi al mio ardire, mi sento un patacca. Poi ancora curioso, ti chiedo prudente, possiamo sentirvi? Rispondi suadente: un sogno cosciente, un fruscio dal niente, un fatto un po' strano, c'è spesso una mente, che guida la mano. Sussurra una voce: la pace che fiorisce sul dolore, è come l'arcobaleno, che vince il temporale, unendo le due parti del cielo. L'arcobaleno che nasce, fascio di luce che unisce, lo seguo, mi lascio andare, mi ritrovo sul letto a pregare...". La canzone è anche su youtube al link http://www.youtube.com/watch?v=7mR9ertv1dU

 

"...UN SOGNO DI QUELLA MATTINA - SEDUTI ASSIEME DENTRO IL BAGNO - LA MANO FRA I CAPELLI: POCHI - CONTENTO SI DI ESSERE LI - I0 TI CHIESI COSA FACEVI - I0 SON TORNATO NON SONO MORTO - DI COLPO SEI SPARITO VIA - ANDREA NON ANDARE DAI - E POI UNA MACCHINA ERA INFUOCATA - ED I0 LA SPENSI CON CATTIVERIA - ANDREA DIMMI DOVE SEI ANDATO - ANDREA NON TI SEI SALVATO - UN LAMPO IL CUORE MI FULMINO' - QUANDO LO RIVIDI SULLA SUA MOTO - ERAVAMO NEL PARCHEGGIO A SCUOLA - ERAVAMO ASSIEME AI CENTO ALL'ORA - POI SIAMO PARTITI SU PER UN MONTE - PINK FLOYD A MANETTA ED UNO SGUARDO FORTE - LA STRADA PASSAVA SENZA PENSARE A NIENTE - LA STRADA E' FINITA COME LA TUA VITA - UNA VOLTA SAI TI DOVEVO INCONTRARE - NON SO' PERCHE' NON TI SEI FATTO VEDERE - I0 VOLEVO SOLO CON TE' PARLARE - I0 AI TUOI VOLEVO TELEFONARE - UNA MACCHINA BIANCA PER CASA MIA E' PASSATA - PIENA DI NEVE PRIMA ERA INFUOCATA - AL RISVEGLIO POI MI PRESE LA SCHIENA - AL RISVEGLIO POI UN FIUME IN PIENA - ERAVAMO ASSIEME SOTTO LA LUNA - CON LA MOTO TORNATI DAL NOSTRO VIAGGIO - UNA LUCE BRILLAVA TUTTO BENE ERA ANDATO - ERAVAMO FELICI TUTTO ERA SCONTATO - I0 UNA PROMESSA TI HO FATTO DAVANTI ALLA FOTO CONTENTA - CHE VOGLIO RIVEDERTI QUANDO ANCH'I0 VERRO' CON TE - LASSU' DOVE LE ANIME VOLANO SPLENDIDE E FELICI - ALLA CORTE DI UN UOMO CHE CHIAMANO DIO - E TU SOLO LO SAI SE ESISTE DAVVERO - E TU SOLO POTRAI DIR DI SI...".

 Per ascoltare la canzone di Roberto cliccare sul seguente link: Canzone Roberto

 Nel Febbraio 2011 c'è stato un incontro con una farfalla fuori stagione. Si possono vedere le foto con la musica di Roberto in sottofondo al link http://www.youtube.com/watch?v=UjuqWcOKxBU . Poi da quel momento è successo qualche cosa di imprevedibile e di importante, perchè quella farfalla è stata riconosciuta da altri genitori che avevano perso prematuramente un figlio. Anche loro avevano avuto degli incontri ravvicinati nel periodo invernale. Dopo circa un anno si è scoperto che il nome con cui quella farfalla è conosciuta è "VANESSA" e che su di lei circola una storia legata alla morte ed alla resurrezione di Gesù, riportata al link Vanessa, la farfalla che arrivò da Gesù . E la storia continua, perchè gli avvistamenti di Vanessa in circostanze del tutto particolari sono sempre più numerosi, creando una specie di catena di solidarietà ed amicizia tra le persone che vivono tale esperienza, quasi esistesse un disegno superiore a tirare le fila.

 

QUESTA E' LA STORIA CHE CIRCOLA SULLA FARFALLA DENOMINATA "VANESSA IO". C'era una volta un paese di farfalle. E come ogni paese esistente era abitato da individui diversi, che a volte componevano famiglie e che, comunque, avevano età variabili. Perchè nel tempo di cui racconta questa storia le farfalle avevano una vita temporalmente più lunga di quanto non abbiano adesso.

In una delle famiglie di questo paese era appena nata una coppia di farfalline gemelle: Vanessa, che ricordava nel proprio nome tutte le generazioni di farfalle che l'avevano preceduta, e Nymfa, che con il proprio rendeva onore alla famiglia di appartenenza.
Fin da subito fu evidente che le due piccine non avrebbero avute le stesse possibilità, perchè l'una era depositaria di una bellezza davvero particolare e l'altra di una caratteristica alla quale la famiglia avrebbe volentieri rinunciato, un difetto ad una delle due ali.
Ovviamente per il papà Inachis e la mamma Giuni l'amore per le due gemelline era ugualmente immenso e, anzi, essi facevano tutto quanto era nelle loro possibilità perchè il piccolo difetto di Nymfa non incidesse troppo sulla sua crescita e sulla sua felicità Per lo stesso motivo non mancavano di raccomandare a Vanessa di avere ogni riguardo per la sorellina e di coinvolgerla nei giochi e nelle avventure sui prati fioriti, rispettando i suoi tempi e adattandosi alle sue possibilità. E Vanessa lo faceva, ma talvolta si spazientiva e si lasciava trascinare dagli amichetti in scorribande alle quali la sorellina tentava di stare dietro ricavandone, però, cocenti delusioni.
Con il passare del tempo, poi, Nymfa manifestò alcuni problemi di postura, chè il volare con quell'ala storta la costringeva a una particolare torsione del corpicino. Questa fatica, a poco a poco, andava ad affaticare il suo cuoricino e tutto le pareva ancora più faticoso e lei diventava sempre più lenta.
A scuola, tutti i compagni si stringevano attorno a Vanessa ad ammirare la sua bellezza e talvolta le chiedevano perchè si portasse sempre dietro quell'impiastro di sorella
Vanessa, con la superficialità propria della sua giovinezza, diceva che lo faceva perchè così la gente avrebbe potuto fare confronti fra loro due e avrebbe notato ancora più nettamente la sua strepitosa bellezza... ma queste erano le giustificazioni per gli altri.
La sera, quando andavano a letto e si abbracciavano perchè solo così riuscivano a dormire, i loro cuori battevano all'unisono con una sincronia perfetta e loro si lasciavano cullare dalla felicità di essere insieme, senza differenze nè rivalità di alcun tipo.
Una mattina in cui non dovevano andare a scuola, le due sorelline decisero di fare una svolazzata (si chiamerà così, no, la passeggiata di una farfalla?) per conto loro.
Dopo un po' si accorsero che sotto di loro, nei luoghi abitati dagli uomini, stava accadendo qualcosa... Una gran folla di gente camminava verso il monte e dalla testa del corteo arrivavano echi di voci agitate e lamenti.
Le due farfalle, incuriosite, si abbassarono per poter vedere cosa fosse e così videro che, davanti alla folla, circondato da uomini che urlavano ed erano vestiti di ferro, c'era un uomo che camminava piegato sotto il peso di due tronchi incrociati fra di loro.
Prima che Vanessa e Nymfa potessero capire cosa stesse accadendo, arrivarono in cima al monte dove altri tronchi incrociati erano stati piantati nel terreno e avevano ciascuno un uomo che pareva abbracciarli... ma non erano proprio abbracci perchè in realtà le loro braccia erano attaccate al legno con dei grossi chiodi.
Anche all'ultimo arrivato stavano mettendo dei chiodi nelle mani e nei piedi e poi issarono i tronchi... la croce.
Le due farfalle volarono accanto al viso dell'uomo per vedere meglio. Ma quello che videro strinse loro il cuore. L'uomo stava soffrendo molto ma rivolse loro un sorriso. E aveva negli occhi così tanto amore...

Vanessa percepì un sospiro di Nymfa e si girò a guardarla giusto in tempo per vederla cadere fra le spine che incoronavano la fronte di quello strano uomo. In quello stesso istante una frusta sibilò nell'aria accanto a lei scagliandola lontano e poi tutto divenne scuro e la gente sulla terra urlava e scappava e il cielo pareva esplodere in lacrime, scuotimenti e alti lamenti...
Vanessa non seppe dove il vento l'avesse spinta e quando la tempesta si calmò cercò di ritrovare il punto in cui aveva visto cadere la sua sorellina ma la notte glielo impediva.

Quando venne la mattina, e lei non avrebbe saputo dire se era passata solo una notte o forse due o tre, si rimise in volo.
Ad un tratto un forte lampo di luce la attirò verso un giardino e vide che la luce usciva da una cavità in una roccia.
Quando il chiarore si mitigò e potè guardare di nuovo in quella direzione, vide che qualcuno stava uscendo da quell'anfratto.
Lo stesso uomo che aveva visto sulla croce. Ma il suo aspetto...

Certo il viso, il torace, le mani portavano ancora i segni della crudeltà che si era accanita contro di lui. Ma da tutto il suo corpo emanava luce che avvolgeva e riscaldava il mondo circostante. E i suoi occhi.
L'uomo la guardò e poi chinò lo sguardo sulla sua mano chiusa.
Anche Vanessa guardò nella stessa direzione e Lui aprì la mano.
Sul suo palmo era adagiata Nymfa...
Vanessa avrebbe voluto chiedere, sapere, capire... ma allo stesso tempo intuì l'inutilità di cercare una risposta per tutto e la consolazione di accettare un senso in tutto.
Abbracciò la sua sorellina, appoggiò la testolina sul suo petto e chiuse gli occhi.
Erano di nuovo insieme... questo era il suo posto. Il suo destino. La sua gioia.

Dopo avere realizzato il video youtube "una farfalla per amica", nel maggio 2011 c'è stato un incontro in sogno con Andrea ed a seguito di ciò è stato realizzato un altro mantenendo come sottofondo la canzone di Roberto Bartolini. Tale video intitolato "il significato di quelle due carezzea mio figlio andrea" è consultabile al http://www.youtube.com/watch?v=LKSl_oDSKt8

 In riconoscente ricordo dell'amico Pino Gengaroli, che già da qualche anno ha spiccato il volo verso il cielo: Pino ci ha resi partecipi di tantissimi fatti inspiegabili. Negli ultimi anni della sua vita terrena cercava ed entrava in contatto con la sofferenza del prossimo. Quando si avvicinava alla persona bisognosa che chiedeva aiuto non sapeva cosa sarebbe successo. Alcune persone sofferenti per un lutto incontravano consapevolmente i loro cari in una dimensione sconosciuta e dialogavano con loro. Altre trovavano la guarigione o sollievo alle sofferenze da malattie giudicate inguaribili. Altre ancora sperimentavano una pace ed una felicità che non avevano mai provato prima. Emblematica è stata l'esperienza con Franco B. (un caro amico che era in stato di coma da circa due anni, a causa del trauma cerebrale conseguente ad un incidente con la moto). Dopo circa 20 minuti vicino a lui, Franco ha pronunciato le prime parole ("grazie mamma") tra la commozione generale dei presenti. Ancora emblematica è stata l'irrefrenabile fontana di lacrime di un papà che non aveva più pianto dal giorno in cui il figlio rimase vittima di un incidente stradale. E poi ancora ferite infette che cicatrizzavano o cisti e noduli dissolversi in pochi secondi sotto le sue mani. In tanti consideravano Pino un Angelo che anche noi vogliamo ricordare riportando un intervento che fece durante i lavori del 1° convegno "primaepoi":

....Da qualche anno sono impegnato a tempo pieno e su base volontaria nell'avvicinarmi a tutte quelle persone che soffrono. Sono nate così tante amicizie, grazie anche ai tanti risultati positivi che si sono verificati, talvolta inspiegabili sulla base delle attuali conoscenze scientifiche. E' quindi evidente che il mio ruolo riguarda il poi di tanti eventi traumatici, poichè spesso con il senno del "poi" si possono comprendere cose che prima non si capivano. Le mie terapie procurano un miglioramento che riguarda sia la sfera fisica che quella psichica delle persone. Mi sono accorto di possedere questa predisposizione terapeutica dopo aver attraversato un lungo periodo di sofferenza. Ho cercato di migliorarmi frequentando corsi di specializzazione sia in Italia che all'estero e ciò mi ha fatto acquisire una preparazione tecnica che potenzia gli effetti della terapia. Le mie mani rappresentano lo strumento terapeutico principale, ma già da qualche tempo i benefici sono stati riscontrati anche a distanza o nel corso di una telefonata. Collaboro con medici specialisti e case di cura, che hanno verificato l'efficacia delle mie terapie. Ormai sono diverse migliaia le persone con le quali ho condiviso l'emozione di un trattamento di cura alimentato dall'amore verso il prossimo. Mi sento gratificato quando attraverso di me vengono alleviate le sofferenze degli altri, verso le quali mi sento attratto, quasi fossero delle calamite. Tantissimi genitori che sono rimasti orfani di un figlio o ragazzi che portano sul corpo e nello spirito le conseguenze di gravi incidenti spesso riscoprono assieme a me valori, conforto, speranza e ... guarigioni. Ho visto nascere l'Associazione "PU.RI." e spesso mi trovo in questa zona per incontrare tanti amici e per aiutare chi soffre. Chi volesse conoscermi meglio potrà trovare una sintesi delle mie esperienze nei due libri che ho scritto, il cui ricavato è totalmente devoluto a beneficenza. Sono comunque a disposizione di chi soffre in una apposita saletta del centro congressi .....

 LA BIMBA CHE VOLEVA VEDERE GLI ANGELI. E' successo anche questo nel Gennaio 2012 nel corso di un viaggio in Brasile del nostro Presidente Giuseppe Raduano. Ecco come lo stesso descrive quell'esperienza:

Ho fatto la fase finale del viaggio aereo vicino ad una bimba di 4 anni. La mamma era con la sorellina di 2 anni, anch'essa stanca per il lungo viaggio. Ho chiesto alla bimba se potevo sedere accanto a lei e lei come risposta si è spostata un po' sul lato facendomi un sorriso. Siamo entrati subito in confidenza ed abbiamo iniziato a chiaccherare. era un po' nervosa per il decollo, così le ho detto che probabilmente avremmo potuto vedere gli angeli dal finestrino dell'aereo. La bimba allora si è tranquillizzata ed ha cominciato a guardare fuori dal finestrino non appena decollati da Fortaleza. Da una nuvola grigia poco dopo è apparsa una luce intensa di forma longitudinale. Sembrava un piccolo sole. E' scomparsa e riapparsa tre volte ed ogni volta che spariva rimaneva un alone colorato in mezzo alla nube. Forse era un raggio di sole che rimbalzava, ma era strano che il fenomeno si ripetesse sempre nello stesso punto e con una luce così forte. Subito la bambina ha chiamato la mamma dicendole: Mamma ho appena visto un Angelo. Poco prima dell'atterraggio a Maceio sono apparse sul soffitto dell'aereo davanti a noi una decina di palline del diametro di circa due centimetri. Erano coloratissime, con tutti i colori dell'arcobaleno, e si muovevano armoniosamente in una specie di danza improvvisata. Anche la mamma della bimba ha potuto osservarle con grande stupore ed emozione. Il fenomeno si è ripetuto tre volte per la durata di circa 30 secondi. La bimba guardava estasiata e sorridente. Probabilmente si trattava di una rifrazione della luce su un orologio o su un'altra superficie riflettente di qualche passeggero, ma ciò che stavamo osservando era uno spettacolo bellissimo. La bambina desiderava vedere gli Angeli ed io credo che ciò che in quel momento stava accadendo sotto i nostri occhi fosse in qualche modo legato alle sue aspettative. Non è la prima volta che mi trovo ad essere "spettatore" più o meno coinvolto in esperienze del genere, perciò credo di sapere individuare le analogie più significative. Quando poco dopo l'atterraggio ci siamo salutati come vecchi amici, sono rimaste dentro di noi delle EMOZIONI che ci accompagneranno per sempre.

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