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DIARIO 2006

Rimini ancora maglia nera Auguri Natalizi  Sosteniamo tutti assieme l'appello dei ragazzi di Don Paolo

 Non ci è stata tolta la voce Qualità della vita: Voto insufficiente alla pubblicazione del Sole 24 Ore

Vietate quella strada a pedoni e biciclette  Cannibalismo ed ultras tra volontari Quanti morti ad Ostellato!

 Appello ai parlamentari Ricorso al difensore civico per destinazione sanzioni Scellerata disinformazione

Le associazioni lanciano SOS da Firenze Mortificata la nostra attività e ciò che rappresentiamo

 Bavaglio sulla morte preannunciata Un forum sul Corriere della Sera? Collauderemo le strade

Adesione alla Carta Europea per la sicurezza stradale Melegnano: una città possibile

 

 Da qualche tempo viene praticata una cosciente e colpevole disinformazione sull'attività e sugli appelli di responsabilizzazione provenienti dal nostro sodalizio e da altre analoghe associazioni. Sia le Istituzioni più direttamente interessate alla sicurezza stradale che gli organi d'informazione sembrano ignorare o contrastare le varie iniziative che mettiamo in campo. Per comprendere la situazione basta leggere su questa stessa pagina ciò che abbiamo denunciato in data 09/03, 29/03 e 04/10/2006 ed il successivo silenzio stampa. Gli stessi appelli hanno invece raccolto l'interesse da parte di importanti organismi che rappresentano i consumatori a livello Europeo (http://www.europeanconsumers.it/articolo1.asp?idarticolo=2787&idsezione=6). Per quale motivo si omette di pubblicare ciò che afferma un'associazione familiari vittime della strada in relazione alle responsabilità di incidenti mortali che si consumano sul territorio in cui ha sede la stessa associazione? Per quale motivo non vengono divulgate le istanze conoscitive riguardanti la corretta destinazione dei proventi derivanti da sanzioni per violazioni del codice della strada? Per quale motivo c'è così scarsa attenzione e considerazione verso chi cerca di impedire i tanti omicidi stradali che si consumano sulle nostre strade quando si chiamano in causa anche le responsabilità non strettamente riconducibili all'utente della strada? Per quale motivo si distoglie lo sguardo da tutto ciò che succede dopo l'incidente? Le risposte a queste domande portano spesso a diagnosticare la sindrome dello struzzo, che per sfuggire al pericolo incombente mette la testa sotto la sabbia, evitando così di vederlo. DISINCENTIVARE ED UMILIARE LE INIZIATIVE PROMOSSE DA ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI SOLIDARIETA' SOCIALE FORMATE DA FAMILIARI DI VITTIME E DISABILI DELLA STRADA E' IMMORALE, PERCHE' QUESTI COMPORTAMENTI OFFENDONO SIA LE VITTIME CHE I LORO FAMILIARI. Evviva la vergogna, intesa come sentimento nobile!

La corretta informazione su tutto ciò che riguarda la nostra incolumità e la nostra vita è un dovere per chi ha il compito di informare ed un diritto per il destinatario dell'informazione. Questo principio, così elementare, viene sempre più spesso disatteso. Purtroppo l'ipocrita disinformazione sul valore della vita ha molti adepti ed è perseguita in varie forme con l'intento di privilegiare valori ben più venali.

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 Per le festività Natalizie non dimentichiamoci di fare gli auguri alla persona più importante, cioè a se stessi: Il significato del NATALE va ben oltre il buonismo ed il consumismo con cui sono confezionati la maggior parte dei messaggi augurali che circolano in questo periodo. Purtroppo i bambini, ma soprattutto i loro genitori, hanno ormai soppiantato la figura di Gesù Bambino con quella di Santa Claus. Babbo Natale è pacioccone, simpatico, lo si può vedere e .. porta tanti regali, mentre invece Gesù Bambino assomiglia ad una favola d'altri tempi.

QUELLO CHE IN TANTI DEFINISCONO "PROGRESSO" STA SPAZZANDO VIA LE NOSTRE PIU' AUTENTICHE TRADIZIONI : Pochi giorni fa un'insegnante è stata cacciata dalla scuola a furor di popolo, perchè avrebbe detto ai bambini che Babbo Natale è un personaggio di fantasia. Molti esperti di marketing hanno puntato il dito contro il Presepe, reo di non fare guadagnare come gli altri simboli del Natale (la colpa però non è dei commercianti o delle catene di vendita, ma delle scelte famigliari). Diversi sostenitori dell'integrazione razziale hanno criminalizzato il Presepe ed alcune canzoncine di Natale, perchè potrebbero offendere altre credenze religiose. Come se tutto ciò non bastasse, c'è chi ha voluto "modernizzare" il Presepe in nome dell'arte e della creatività, inserendogli nudi femminili e personaggi d'attualità, con l'evidente intento di richiamare attenzione attraverso intriganti chiacchericci. Molti pensano che il Natale debba essere guardato con una lente selettiva, in grado di fare filtrare solo le cose belle, buone e positive. Chi non usa queste lenti, rischia di essere etichettato come personaggio "negativo", perchè compromette la serenità dell'immaginario collettivo. Le associazioni come la nostra, dopo gli istintivi entusiasmi che raccolgono al loro nascere, perdono in gran parte la capacità di suscitare emozioni o di produrre gratificazioni, sia tra la gente comune che tra gli stessi associati. Anche se qualcuno pensa che la nostra immagine sia un po' fuori luogo nella festosa coreografia Natalizia, vogliamo ugualmente partecipare al rito degli auguri proponendo la seguente riflessione: "gli auguri più importanti sono quelli che ciascuno di noi dovrebbe fare a se stesso per meglio apprezzare, giorno dopo giorno, per tutti i giorni dell'anno, le tante cose belle che si possiedono e che si danno per scontate". Riteniamo che con questa semplice consapevolezza si possa migliorare la qualità della vita, al di là delle classifiche pubblicate dai giornali.

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 Il 19/12/2006 il CNOSS ha diffuso il seguente comunicato riguardante i dati sulla qualità della vita pubblicati dal quotidiano Il Sole 24 Ore. Purtroppo è stato confermato ciò che stiamo denunciando da anni: " Ringraziamo sentitamente il Sole 24 Ore per avere reinserito la classifica dell'incidentalità stradale tra i parametri che determinano la qualità della vita nelle 103 province italiane. L'ultimo inserimento di tali dati risaliva al Dicembre 2003 e probabilmente l'interruzione ha comportato una riduzione del livello di attenzione da parte di alcune Istituzioni Pubbliche. Purtroppo in certe zone il tempo sembra essersi fermato, perchè la poco invidiabile maglia nera dell'incidentalità stradale continua ancora oggi (come nel Dicembre 2003) ad essere indossata dalla provincia di Rimini e dalla Regione Emilia Romagna. Da diversi anni stiamo denunciando questo allarmante stato di cose attraverso alcune motivate associazioni no profit operanti sul territorio Riminese, ma le varie iniziative di sensibilizzazione messe in campo sono quasi sempre state snobbate dalle Istituzioni più direttamente interessate. Queste "scomode" associazioni svolgono ormai la propria attività di volontariato soprattutto altrove, perchè certi comportamenti, oltre a mortificare la loro voglia di fare, denotano scarsa sensibilità nei confronti delle vittime e dei disabili della strada, dei loro familiari e delle associazioni che li rappresentano. Siamo convinti che l'autorevolezza del Vostro studio, ma soprattutto le importanti implicazioni d'immagine che lo stesso determina, produrranno risultati estremamente positivi per la sicurezza stradale su tutto il territorio nazionale ed in particolare nelle zone a più alto rischio. Per fare meglio comprendere la situazione, concludiamo questa email riportando una delle riflessioni contenute in un recente comunicato diffuso (purtroppo nessun quotidiano locale l'ha pubblicato) sul territorio Riminese da un'associazione aderente al CNOSS: ".... Molti bambini, quando si rendono responsabili di qualche birichinata, cercano di nasconderla. Con la stessa logica infantile, proprio nella provincia che, secondo il quotidiano Il Sole 24 Ore, ha guidato la classifica nazionale delle vittime della strada, c'è ancora chi cerca di nascondere certe responsabilità e le umilianti ingiustizie del dopo incidente. Si prova probabilmente vergogna e qualche senso di colpa per i tanti omicidi stradali prevedibili che si consumano sulla nostra rete viaria e forse per questo motivo le associazioni promosse da familiari di vittime della strada vengono emarginate. Ecco perchè da molti anni denunciamo questo stato di cose con lo slogan provocatorio " TRA GLI STRUZZI DI ROMAGNA, UNA STRAGE CHE URLA VERGOGNA"...". Stimatissima redazione, siamo fermamente convinti che, se continuerete a monitorare l'incidentalità stradale in Italia, saranno risparmiate sofferenze a tantissime famiglie. Nell'esprimerVi il nostro consapevole apprezzamento per lo studio appena pubblicato, salutiamo con distinta stima. Segreteria CNOSS.

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 Il 04/12/2006 ci è pervenuto il seguente appello, al quale abbiamo dato un seguito con alcuni interventi nell'apposito forum. Aderite all'iniziativa e fornite il vostro contributo di idee per sostenere i ragazzi di Don Paolo: Vi invito a firmare l'appello che i miei ragazzi rivolgono a tutti: per maggiori controlli sulle strade, per affrontare il problema delle stragi del "sabato sera".... Un piccolo segno, una parola soltanto, per rimanere sensibili, per tenere alta l'attenzione dei media... Grazie di cuore. Don Paolo. Sostenete l'appello su: http://passineldeserto.blogosfere.it/2007/02/stragi_del_sabato_sera_un_appello_serio_che_mi_sta.html
Ecco il contenuto dell'appello: Nell'ultimo mese alcuni ragazze e ragazze che conoscevo, sono morti in due diversi incidenti stradali. Alcuni dei loro amici mi hanno chiesto aiuto, e molto volentieri, lo darò a loro. Tutti noi siamo rimasti scossi da queste morti, che ci hanno segnato nell'anima. Non voglio e non posso non ascoltare la voce di questi ragazzi, che intendono proporre a TUTTI VOI questa sottoscrizione. Anch'io con loro voglio farmi sentire, anche se ci sarà chi dirà "intento non serve a nulla!". Saluto i "miei" ragazzi, veramente di cuore, e propongo volentieri il loro appello. Unitevi a noi. Don Paolo

IL CORAGGIO DI COMBATTERE DIFENDIAMOCI DALL'INCUBO DEL SABATO SERA

Siamo gli amici di Massimo, Alessandro, Arianna, Alice e Federica, cinque giovani come noi che ci hanno lasciato per sempre a causa dell'imprudenza incontrata sulla loro strada.Due incidenti avvenuti di sabato sera, mentre rincasavano dopo una serata passata in discoteca insieme agli amici.E' successo a loro, poteva capitare a noi.Sentiamo parlare molto spesso di incidenti fatali, che si portano via le vite di tanti ragazzi, ma finchè non si provano sulla pelle non ci si rende conto dell'immensa tragedia che ormai si ripete troppo spesso. Quanti ancora dovranno morire prima che qualcuno si muova a trovare una soluzione?Noi chiediamo solo che ognuno abbia il coraggio di fare ciò che gli spetta. I comuni, le province, le regioni hanno delle competenze sulle strade, e se ce ne sono di ampie e veloci sulle quali ci sono rigidi limiti di velocità, chiediamo che vengano messe tutti i venerdì e sabato sera le volanti della polizia a fare il loro dovere.Noi frequentiamo le discoteche e vediamo quello che gira...dentro e fuori....... Chiediamo che ognuno faccia il proprio dovere, chiediamo ai ragazzi come noi di essere responsabili della loro vita e quella degli altri, chiediamo alle forze dell'ordine di mettersi fuori dalle discoteche e controllare chi si mette in macchina in condizioni pietose....perchè è lì che devono essere ritirate patenti e tolti punti!Troppe persone sono morte, e noi non vogliamo più far finta di niente...Noi vogliamo far sentire la nostra voce. Servirà a poco? Non ci interessa...lo vogliamo fare per noi, per il nostro futuro, ma soprattutto per i nostri amici....quelli che ci sono ancora e quelli che non ci sono più...Per questo vi invitiamo a firmare il nostro appello.

Scrivete il vostro nome, una frase, un pensiero...quello che volete. Ma, se ve la sentite di unirvi alla nostra VOCE...fatelo!!!

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 Per la ricorrenza del 19/11 abbiamo diffuso il seguente messaggio dal titolo "Non ci è stata tolta la voce": Ciao, siamo le vittime della strada e domenica 19/11/2006 in tutta Europa sarà celebrata una giornata dedicata a noi. Purtroppo in alcune aree geografiche questa celebrazione sarà trascurata, perchè sono più sentite altre ricorrenze, come ad esempio la carnevalata di Halloween. La nostra giornata dovrebbe essere dedicata alla sensibilizzazione ed al ricordo, perciò non abbiamo niente da spartire con quei personaggi pubblici che utilizzano la commemorazione per autocelebrare i propri meriti o che dimostrano scarsa considerazione verso i nostri familiari e le associazioni che ci rappresentano più direttamente. Ancora prima di essere sepolti, ci capita di dover assistere alla spettacolarizzazione del trauma stradale in cui abbiamo perso la vita, allo scaricabarile delle responsabilità ed alle tante chiacchere interessate del giorno dopo. Poi, dopo poche settimane dal funerale, la maggior parte della gente sceglie di andare ad abitare nella comoda gabbia dell'indifferenza, disinteressandosi completamente delle umiliazioni, delle sofferenze e delle tante ingiustizie del dopo incidente. Solo uno stolto può pensare che ci sia stata tolta la voce e la capacità di provocare azioni. Per farci sentire e per scuotere le coscienze ricorriamo ad ogni mezzo, ma soprattutto ci affidiamo ai nostri cari. Sbaglia chi pensa che non siamo in grado di dialogare o di fare sentire la nostra presenza, perchè murati in un loculo, sotterrati o cremati. Fino a quando ci sarà qualcuno a portarci dei fiori o a rivolgersi a noi con un semplice pensiero, noi saremo al loro fianco ed avremo "voce".

Il messaggio è stato fatto rimbalzare su numerosi forum, tra cui http://digiland.libero.it/forum/viewtopic.php?t=350315 nel quale abbiamo espresso il seguente commento: NON PROVIAMO SDEGNO, MA COMMISERAZIONE: Oggi 19/11/2006 si celebra la giornata europea delle vittime della strada. Abbiamo inviato a tutti i quotidiani locali della nostra zona il comunicato che ha aperto la discussione di questo forum, ma sui giornali di ieri e di oggi non è stato scritto neppure un rigo sulla ricorrenza. Quei tantissimi morti sono figli di un Dio minore e la loro commemorazione non è evidentemente degna di salire agli onori della cronaca. A livello nazionale tengono banco le nozze di Tom Cruise, mentre a livello locale sono stati pubblicati articoli su diversi argomenti, anche non futili, come ad esempio le corrispondenze riguardanti alcuni gravi incidenti stradali. Tutto secondo copione, ma è tanta la commiserazione che proviamo, perchè la disinformazione e la scarsa sensibilizzazione possono anche uccidere. Più che mai chiediamo alle vittime della strada di fare sentire la loro voce, anche a coloro che si sono foderati le orecchie con spesse fette di mortadella, purchè non debbano provare sulla loro pelle il trauma di una tragedia stradale.

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 Il 06/11/2006 il CNOSS (Coordinamento Nazionale Organismi Sicurezza Stradale) ha diffuso il seguente comunicato avente come oggetto "Statistiche fuorvianti sulla qualità della vita pubblicate dal quotidiano Il Sole 24 Ore":

A livello Europeo, l'Italia eccelle sia per l'alto tasso d'incidentalità stradale, che per l'inadeguatezza degli interventi messi in campo per ridurre del 40%, entro il 2010, mortalità e disabilità stradali. Ebbene, di fronte ad un problema di così "vitale" importanza, per il 3° anno consecutivo l'indagine Legambiente - Sole 24Ore - sulla qualità della vita nelle città e province italiane ha completamente trascurato l'incidentalità stradale, con gli enormi costi pagati sia in termini sociali, che in vite umane.

Perchè, dopo anni di costruttiva ed utile rilevazione, si è deciso di stralciare la sicurezza stradale dai parametri che influenzano la qualità della vita nelle province Italiane? Perchè si è deciso di non monitorare un aspetto che rappresenta uno dei più importanti motivi di preoccupazione per le famiglie italiane? Apprezziamo l'attenta analisi pubblicata dal quotidiano "Il Sole 24 Ore" sulle singole voci riguardanti la qualità della vita, ma riteniamo fortemente incomplete e pertanto scarsamente rappresentative le "pagelle" conclusive. Pur non godendo di pari autorevolezza, assegniamo perciò a nostra volta un voto insufficiente all'indagine appena pubblicata, auspicando che la redazione del prestigioso quotidiano economico voglia in futuro promuovere un proprio ed autonomo studio sull'incidentalità stradale italiana e sui tanti trascurati aspetti del dopo incidente.

Dr. Giuseppe Raduano (segreteria CNOSS)

P.S. La presente comunicazione viene inviata ai vari organismi no profit aderenti al CNOSS, con invito di pubblicazione sui propri siti web. Il Comitato per la sicurezza stradale "F. Paglierini" vorrà curarne l'ulteriore diffusione esterna, per richiamare sull'argomento la necessaria attenzione.

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 Il 23/10/2006 abbiamo diffuso il seguente messaggio di solidarietà A SOSTEGNO DEL S.O.S. LANCIATO DAL COMITATO "F. PAGLIERINI" E DAL COORDINAMENTO NAZIONALE CAMPERISTI:

Oggi i titoli di giornali e televisioni Italiani trattano con enfasi sensazionalistica alcuni gravissimi incidenti stradali del fine settimana con i "consueti" lutti al seguito. AI tempi nostri, il "potere" dell'informazione è enorme, ma troppo spesso ci si dimentica dei doveri correlati. L'apparente censura che le principali testate giornalistiche e televisive riservano ai messaggi di sensibilizzazione, alle segnalazioni ed alle proposte provenienti dalle associazioni più autonome impegnate sul campo, implicano il consumarsi di numerose tragedie evitabili, di cui la disinformazione ne è complice.

In aggiunta al comunicato fantasma (perchè non raccolto da alcun organo d'informazione) lanciato dal Comitato per la sicurezza stradale F. Paglierini, con il quale si denuncia il primato europeo del Comune di Ostellato per la mortalità stradale sul proprio territorio, riportiamo in calce un altro recente comunicato diffuso dall'Associazione PU.RI, a cui è stato riservato analogo trattamento. Alla pagina http://puri.altervista.org/bavaglio.htm è consultabile il prospetto statistico dei comunicati associativi pubblicati (nel corso degli anni) dagli organi d'informazione operanti in una delle zone Italiane con più alto tasso di incidentalità stradale. Questi comportamenti nuocciono alla sicurezza stradale, scoraggiano il volontariato più motivato e costituiscono una forma di offesa nei confronti delle vittime e dei disabili della strada. Abbiamo ormai imparato a non nutrire aspettative da parte di certi soggetti. Tutto ciò che di positivo poi arriva da parte loro è sempre una piacevole sorpresa.

 Il 04/10/2006 abbiamo denunciato, anche con documentazione fotografica, una ben individuata situazione di pericolo per pedoni e biciclette, dopo la mattanza di "utenti deboli" avvenuta nelle settimane precedenti sulle strade della Romagna. Nessun giornale ha ritenuto l'argomento degno di attenzione, anche se il messaggio è stato lanciato da un'associazione di familiari vittime della strada. Nei giorni precedenti, sulla cronaca locale di un importante quotidiano, era stata invece pubblicata la notizia riguardante un coniglio ritrovato in centro storico e poi riconsegnato al legittimo proprietario. NO COMMENT. Il testo integrale del comunicato è riportato nella pagina Bavaglio 2006 al link "comunicati e giornali che li pubblicano" ed infine kliccando in corrispondenza della data 04/10/2006.

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 Nel settembre 2006 abbiamo alimentato sul forum del portale "Libero" un dibattito sull'argomento "CANNIBALISMO E PARAOCCHI NEL MONDO DEL VOLONTARIATO". Ecco ciò che afferma, in tre separati messaggi, lo pseudonimo "docciafredda" al link http://digiland.libero.it/forum/viewtopic.php?t=327877:

1° - Anche se non lo si vuole ammettere, nel mondo del volontariato è molto diffuso il fenomeno del cannibalismo. Spesso le associazioni sacrificano dignità ed autonomia, pur di ricevere fondi provenienti da istituzioni pubbliche o da poteri economici. Purtroppo la competizione per l'accaparramento delle risorse penalizza spesso le associazioni più autentiche, motivate ed indipendenti. Come nella tifoseria sportiva, il volontario può diventare un ultras che non vede altro che le finalità dell'associazione per cui opera. Ad esempio i volontari per la tutela del verde sentono il dovere di tutelare la vita delle piante costi quel che costi, anche se la pianta è posta in una posizione pericolosa in cui diverse persone hanno perso la vita per incidente stradale. Per tirare l'acqua al proprio mulino confondono la causa d'incidente (errore umano) con la causa di morte (la presenza dell'albero). Insomma i volontari di un certo settore hanno spesso il paraocchi e banalizzano l'attività dei volontari che operano in altri settori.

2° - L'argomento che ho voluto inserire sul forum vuole stimolare qualche costruttivo spunto di riflessione tra tutti coloro che si mettono a disposizione degli altri con senso di puro e nobile altruismo. Nessuno può negare che talvolta nascono assurde e stupide competizioni nel mondo del volontariato, anche tra associazioni che hanno analoghe finalità. Non si tratta, come qualcuno pensa, di fatti isolati o di esagerazioni. L'esempio che ho voluto descrivere come esempio fa riferimento alla seguente esperienza commentata sul sito http://digilander.libero.it/puri/ al link "Struzzi su strada": "Non è nostra abitudine interferire nel dibattito politico che si sviluppa tra i vari esponenti locali, ma le lettera della responsabile del WWF sez. Rimini e Valle del Rubicone (pubblicata su un quotidiano locale in data 19/11/2003) ci obbliga ad intervenire per esporre alcune nostre considerazioni in merito all'abbattimento degli alberi posti ai margini di strade molto trafficate. Nel ribadire che gli incidenti stradali sono quasi sempre imputabili ad errori umani, dobbiamo anche rilevare che la presenza di ostacoli fissi (alberi, pali...) ai margini della strada non lascia scampo ai malcapitati, poichè trasformano in tragedia incidenti che potrebbero invece avere spesso conseguenze banali. Anche sotto il profilo di una ipotetica pari dignità tra vita umana e vita vegetale esiste una assurda penalizzazione della vita umana, poichè in caso di impatto l'uomo può morire o rimanere invalido, mentre la pianta rimane quasi sempre intatta. Sarebbe perciò preciso dovere morale e civile di chi appartiene al genere umano adoperarsi per la prioritaria salvaguardia della vita dei propri simili. E' superfluo rilevare che una pianta radicata al suolo non può commettere errori, mentre invece chi percorre una strada può sbagliare. Questo però non significa che si debba pagare con la vita il proprio o gli altrui errori. Significa invece che bisogna intervenire per tutelare la parte più debole e svantaggiata, cioè il valore della vita umana. A prescindere da tali considerazioni, riteniamo inaccettabile ed offensivo per le vittime e gli invalidi della strada sostenere, come riporta la lettera della responsabile del WWF, che le piante sono pericolose per "gli automobilisti che prendono le strade per piste di formula uno o per coloro che viaggiano sotto l'effetto di certe sostanze". Basta con gli insulti generalizzati, basta con la demagogia, basta con la banalizzazione della vita umana sulle strade". Sono le condizioni delle strade e gli errori di guida di altri a provocare la maggioranza delle vittime e dei disabili della strada (circa 2/3). Sono soprattutto i familiari e gli amici più stretti del conducente a subire, come trasportati, i traumi più gravi provocati dall'imprudenza.

3° - A seguito delle preziose considerazioni ricevute dal nick "Accipicchia", preciso che la mia pseudoprovocazione sul cannibalismo riguarda anche gli ingiustificati privilegi spesso riservati agli organismi di volontariato più grandi (talvolta legati a doppio filo con importanti poteri politici od economici). Ne sono un esempio certe grandi fondazioni od organismi no profit sostenuti nei modi più disparati, dal materiale pubblicitario diffuso negli uffici postali o in altri uffici pubblici alle convenzioni mirate o ai lauti finanziamenti provenienti dal mondo imprenditoriale ed istituzionale. In questi casi le più modeste, autentiche, indipendenti e motivate associazioni sono spesso guardate con diffidenza e spirito competitivo, poichè potrebbero rappresentare un fattore di disturbo poco controllabile. Esistono statistiche precise sul tasso di natalità e di morte delle imprese commerciali nei diversi settori imprenditoriali. Se venissero diffusi dati analoghi sul mondo del volontariato si rimarrebbe stupefatti per l'alto tasso di mortalità delle associazioni e per la loro breve durata in vita. Emarginazione e cannibalismo provocano spesso la morte dei soggetti no profit più giovani, vulnerabili ed indipendenti, perchè spengono i loro entusiasmi e la loro carica vitale. Quando viene tolta la vita, anche involontariamente, ad una persona, si parla di "omicidio". Quando certi comportamenti fanno chiudere i battenti ad associazioni di volontariato si dovrebbe parlare di "associdio". Concetti del tipo monopolio, oligopolio, antitrust, concorrenza sleale, abuso di posizione dominante, conflitto d'interessi eccetera dovrebbero cominciare a fare capolino anche nel mondo del volontariato.

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 Il 02/08/2006 abbiamo lanciato, assieme ad altre associazioni, un appello ai Parlamentari Italiani. La nostra associazione ha indirizzato a tutti i presidenti dei gruppi della Camera dei Deputati il seguente messaggio: Ci sono valori che vanno al di là di ogni schieramento politico, perchè dovrebbero essere presenti in tutti gli uomini onesti e di buon senso, soprattutto se rivestono cariche pubbliche. Sul sito web della nostra associazione sono presenti alcune considerazioni di cui spesso ci si dimentica:

- Non succede solo agli altri. Chiunque si trovi nelle condizioni di intervenire per arginare l'emergenza dell'invalidità e mortalità sulle strade ha il dovere civile e morale di farlo, altrimenti si rende complice delle conseguenze.

- Se con ci saranno correttivi, almeno una famiglia italiana su 10 avrà un morto o un disabile grave all'interno delle mura domestiche per colpa di un incidente/omicidio stradale.

- Chi distoglie risorse finanziarie destinate alla sicurezza stradale od omette, avendone l'incombenza, di verificarne la corretta destinazione, si rende complice delle tragiche conseguenze.

La nostra associazione, assieme ad altri sodalizi indipendenti e fortemente motivati, rivolge un accorato appello a tutti i Parlamentari Italiani, affinchè si adottino i necessari provvedimenti legislativi per porre fine ad una strage incivile dai costi socio-economici enormi, ben lontani dalla media Europea. A tale scopo ci si rende disponibili per ogni possibile collaborazione, perchè è indispensabile l'impegno di tutti ed ogni ritardo si paga in vite umane. Metaforicamente parlando si tratta di una corsa a staffetta, nella quale ogni atleta compie il proprio percorso. Questa email rappresenta idealmente la consegna di un testimone, che ci auguriamo possa essere raccolto per proseguire nella corsa il più velocemente possibile. La scelta però non dipende più da noi.

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 Il 13/07/2006 abbiamo richiesto l'intervento del Difensore Civico Regionale a sostegno di una nostra iniziativa tendente ad accertare la corretta e legittima destinazione dei proventi derivanti da violazioni al codice della strada. Ne riportiamo il testo:

RICHIESTA DI RIESAME (ai sensi dell'art. 25, comma 4, Legge 241/90)

Oggetto: Silenzio rifiuto su istanze per verifica osservanza dei criteri fissati dal comma 2 e 4 dell'articolo 208 del Codice della Strada e dal comma 2 dell'articolo 393 del Regolamento di Esecuzione del Codice della Strada da parte dei Comuni di Savignano sul Rubicone (FC) , Sant'Arcangelo di Romagna (RN) e Ravenna.

Riferimenti:

Il sottoscritto Raduano Giuseppe, in qualità di Presidente e legale rappresentante dell'Associazione PU.RI (Punto Riferimento familiari vittime) onlus, con sede a San Mauro Pascoli (FC) in Via Vanoni 3 - sito internet: http://puri.135.it ,

Premesso che la corrispondenza di riferimento (inviata ai Sindaci, ai revisori dei conti, ai difensori civici, alla Corte dei Conti ed al Direttore di divisione del Ministero dei LL.PP.), con la quale si chiedeva di rendere pubblici gli atti inerenti la destinazione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per la Sicurezza nella circolazione stradale, non ha avuto riscontro nei successivi 30 giorni, determinando così il silenzio rifiuto da parte dei comuni indicati in oggetto.

Che analoghe richieste inviate ai Comuni di Rimini, Bellaria Igea Marina (RN), San Mauro Pascoli (FC), Gatteo (FC), Gambettola (FC), Cesenatico (FC), Cesena (FC) e Forlì hanno invece ricevuto risposte variegate in corso di valutazione;

Che l'argomento di riferimento riguarda situazioni presenti sull'intero territorio regionale, trattandosi di interesse diffuso;

Che in molti Comuni, nonostante le previsioni statutarie e/o regolamentari, non è ancora stata istituita la figura del difensore civico, con conseguente disparità di trattamento nella tutela dei diritti di cittadini della stessa regione;

Che, a parere del sottoscritto, tutti coloro che distolgono risorse finanziarie destinate alla sicurezza stradale od omettono di verificarne la corretta destinazione si rendono complici delle tragiche conseguenze;

CHIEDE

Un Suo autorevole intervento per fare accogliere le istanze rifiutate e per accertare la legittimità, anche di merito, nelle scelte effettuate dalle singole Amministrazioni Comunali sulla destinazione dei proventi derivanti da violazioni al Codice della strada.

* Il difensore civico regionale ha decretato inammissibile la richiesta di riesame, sulla base di considerazioni esposte in una articolata e" tecnica" motivazione. Si sostiene in particolare l'inesistenza di un interesse legittimo dell'associazione istante, più interessata ad esercitare un illegittimo controllo sull'operato della pubblica amministrazione che ad acquisire documenti. Pur rispettando la decisione ed il percorso logico utilizzato per la motivazione, non la condividiamo, perchè siamo perfettamente consci che ad altri spetta il potere di controllo, come dimostrano le richieste d'intervento rivolte al Collegio dei Revisori ed alla Corte dei Conti indicate nell'istanza di accesso agli atti. Per quel che concerne l'inesistenza di un nostro interesse diretto, concreto ed attuale collegato ai documenti per i quali era stato richiesto l'accesso, preferiamo non commentare l'affermazione secondo cui il nostro reale scopo sarebbe stato quello di svolgere un controllo a tappeto.

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 Il 06/06/2006 abbiamo avuto un breve incontro con due quinte classi del Liceo Einstein di Rimini nel corso di una visita guidata organizzata dall'Avv. Aldo Grassi presso il Palazzo di Giustizia di Rimini.

 Il 20/05/2006 la nostra associata Angela Bedoni ha realizzato a Melegnano un'importante convegno. E' intervenuto anche Giuseppe Raduano, presidente della onlus PU.RI. Il documento finale, condiviso dai Parlamentari, Assessori provinciali e Sindaci presenti, riporta una serie di importanti impegni comuni. Vorremmo comunque soffermarci su alcuni punti fondamentali. E' stato da tutti condivisa la valorizzazione del ruolo delle associazioni no profit più indipendenti e motivate impegnate sul fronte della sicurezza stradale, la necessità di mettere in campo concrete iniziative per coordinare gli interventi delle Pubbliche Amministrazioni, l'esigenza di fare crescere la coscienza civile e l'educazione stradale nei ragazzi ed in tutta la comunità. Su quest'ultimo versante è stata riconosciuta come fondamentale la collaborazione delle associazioni che perseguono la costruzione di una "città sostenibile" ed in particolare il miglioramento della sicurezza stradale. Abbiamo infine molto apprezzato l'intervento del giornalista del Corriere della Sera Giangiacomo Schiavi, che non ha esitato ad ammettere le colpe di una deleteria disinformazione sulla sicurezza stradale da parte di quasi tutte le testate giornalistiche, assumendo l'impegno professionale e morale di promuovere il cambiamento di questo stato di cose. Un suo commento pubblicato dal Corriere della sera è consultabile al http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2006/05_Maggio/24/caso.shtml . L'associazione PU.RI, pur avendo sede in un bacino territoriale simile a quello esistente intorno a Melegnano, dopo tanti anni di attività non è riuscita a raggiungere gli stessi risultati. Siamo quindi estremamente felici per avere in qualche modo collaborato alla buona riuscita dell'iniziativa promossa in provincia di Milano. Quando si parla di sicurezza stradale, il campanilismo, l'inerzia, la disinformazione, l'incapacità e la presunzione si pagano anche con la vita di persone innocenti. Può capitare di sottovalutare la portata di certe scelte, ma non è mai scusabile chi poi persiste in scelte infelici, cercando coscientemente di nasconderne le conseguenze.

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 Il 06/05/2006 alcune motivate associazioni accomunate dall'obiettivo di fermare la strage stradale si sono date appuntamento a Firenze per mettere in campo iniziative concrete e condivise. Un quinto di tutte le vittime della strada della comunità Europea ha nazionalità Italiana e la carneficina in atto rappresenta una vera e propria emergenza nazionale. Per ogni dettaglio si rinvia alla pagina di questo sito SOS Firenze.

 Il 21/04/2006 abbiamo svolto una lezione di educazione stradale nelle scuole medie di Castello d'Argile (BO). Ogni volta che incontriamo i ragazzi nelle scuole si ripetono emozioni molto coinvolgenti. A Castello d'Argile l'associazione PU.RI. è stata rappresentata dal giovane disabile Nicola Gazza (Vice-presidente) da Giuseppe Raduano (Presidente) e da Anna Abbondanza (associata e madre di Elisa e Gianpaolo). Al termine dell'incontro due studentesse hanno voluto trattenersi con Anna e l'hanno poi salutata con commozione ed un fortissimo abbraccio.

 Il 29/03/2006 è stato approvato il rendiconto 2005 con le linee programmatiche 2006. Nella relazione di commento sono stati descritti alcuni fatti che ci hanno indotti ad urlare la nostra indignazione, con il chiaro intento di provocare riflessioni ed adeguati interventi. Tale relazione è stata riportata quasi integralmente al link "Attività" di questo sito. Un'apposita comunicazione inviata il 31/03/2006 ai quotidiani locali (consultabile al link "bavaglio" di questo sito) è stata da tutti ignorata. Questo modo di fare mortifica la nostra attività di volontariato ed offende le vittime ed i disabili della strada. Abbiamo così deciso di diffondere il nostro messaggio attraverso la posta elettronica, invitando i destinatari ad ulteriore invio per farlo conoscere ad amici e conoscenti.

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 Il 09/03/2006 abbiamo diffuso un comunicato stampa "sgradito" passato sotto silenzio. Da anni sosteniamo che la disinformazione può anche uccidere, ma quando poi qualcuno collega la disinformazione ad una possibile concausa di morte, cosa succede? Ecco un'esperienza sconcertante:

Con un nostro "profetico" comunicato stampa del 17/02/2006 avevamo segnalato (anche con materiale fotografico) la pericolosità di un tratto stradale caratterizzato da un semaforo poco intelligente. Nessun giornale ritenne la notizia degna di attenzione, ma nella serata del 7/03/2006 una persona ha perso la vita proprio nel punto da noi segnalato. L'8/03/2006 abbiamo diffuso un altro comunicato che, oltre a richiamare quello precedente, faceva rilevare l'inizio di lavori riguardanti la segnaletica orizzontale, subito dopo l'incidente mortale. Anche in questo caso la notizia è stata ignorata. Il 9/03/2006 abbiamo inviato un ulteriore comunicato, corredato dalle immagini esplicative sotto riportate. La foto del "prima" è stata scattata all'inizio dell'anno. Si può notare che non è presente la segnaletica orizzontale ai lati della strada e che il passaggio pedonale risulta poco visibile. Le foto del "poi" sono state scattate il 9 ed il 10/03/2006 per documentare i lavori effettuati dopo l'incidente mortale che è costato la vita ad un pedone. Il 10/03/2006 solo un quotidiano locale ha sinteticamente riportato le valutazioni della nostra associazione a commento del tragico incidente. Certi proverbi sembrano calzare a pennello, perchè non c'è peggiore sordo di chi non vuole sentire o peggiore cieco di chi non vuole vedere. Occhio non vede e cuore non sente, però c'è sempre una lingua che batte dove il dente duole. Chi volesse leggere i testi integrali dei nostri comunicati e la speciale classifica dei giornali che li pubblicano potrà consultare il link "Bavaglio" su questo stesso sito.

Prima dell'incidente

Il giorno dopo l'incidente

Due giorni dopo ancora si lavora

 

 

 

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 Il 18/02/2006 il Corriere della Sera ha pubblicato un appello diffuso dalla nostra associata Angela Bedoni di Melegnano (MI). Nel commento fornito dalla redazione è stato anticipato che prossimamente il giornale istituirà un forum sulla sicurezza stradale. Riportiamo i due messaggi:

" Sono la mamma di Lucia, una ragazza di 17 anni morta a Melegnano la notte di Natale 2004, falciata da un Porsche Cayenne che, guidato da una persona in stato di ebbrezza, si è abbattuto su di lei a forte velocità. Lucia, sul marciapiede con due amiche, è morta sul colpo. Ho letto con attenzione e commozione la lettera pubblicata il 2.2.06 di Massimo Tomei, che ringrazio perché ha portato all'attenzione di tutti un problema spesso troppo dimenticato, il problema degli incidenti stradali.

Ogni anno avvengono in Italia 1.300.000 incidenti stradali che causano 40.000 morti e 1.700.000 feriti ... una vera strage di fronte alla quale si fa ancora troppo poco rispetto alla prevenzione e alla sicurezza dei cittadini.

Le scrivo perché ritengo importante ciò che lei afferma " Anche i sentimenti possono aiutarci a costruire una città migliore per i nostri figli...per chi è in cerca di una speranza per il futuro."

Vorrei fare anche un appello ai genitori di Chiara e a tutti i genitori, i familiari che hanno perso come me un figlio in modo così assurdo e ingiusto perché di fronte ad un dolore così grande che ci annienta, che lacera i nostri sentimenti più profondi, che spesso paralizza la nostra voce e le nostre azioni, non ci si lasci abbattere e distruggere da tutto ciò.

I sentimenti, le emozioni, l'amore per i nostri cari possono aiutarci a capire che si può ancora combattere contro le indifferenze di chi vorrebbe che non se ne parlasse più, che si dimenticasse ciò che è accaduto, possono sostenerci nel capire che abbiamo ancora molto da realizzare in termini sociali, civili per riportare all'attenzione della politica i problemi che rendono insicure e invivibili le nostre città. Occorre anche aiutare i giovani a capire quando sia importante la nostra vita e che bisogna esserne responsabili sempre, sia della nostra che di quella degli altri. Occorrono progetti di prevenzione tra i quali segnalo il " Progetto VITA" portato avanti da diversi anni dall'associazione PU.RI ( Punto Riferimento Familiari Vittime - sito internet: http:// puri.135.it ) il quale ha l'intento di promuovere "un percorso che induca i ragazzi al rispetto del Codice della strada non solo come mera osservazione delle leggi, ma come impegno personale a non mettere a rischio la VITA propria e degli altri". Chiedo a nome di Lucia e di tutte le vittime della strada che la stampa dedichi più attenzione a questi problemi, ma anche alle associazioni, ai comitati cittadini, alle iniziative che nascono da questi tragici eventi perché anche attraverso l'informazione si possa aiutare a costruire un mondo un po' migliore".

Firmato: Angela Bedoni- Melegnano

 Ed ecco la risposta pubblicata sulle pagine del Corriere della Sera:

 

Siamo convinti che gli organi d'informazione abbiano la grande responsabilità di determinare la crescita od il deterioramento della coscienza civile di un Paese. Il segnale lanciato dalla redazione del Corriere della Sera è encomiabile ed auspichiamo possa essere raccolto anche da altri organi d'informazione, affinchè venga valorizzato il ruolo di tutti coloro che si impegnano su base volontaria per fermare la strage stradale o per intervenire sulle devastanti conseguenze che ogni grave incidente si porta al seguito. Quando si parla di sicurezza stradale vengono spesso fatte considerazioni riguardanti audience, marketing od altri interessi particolari. Esiste ancora troppa colpevole disinformazione sull'argomento e la stessa voce delle vittime o dei disabili della strada, dei loro familiari e delle associazioni che li rappresentano deve spesso subire questo deprecabile andazzo. Se si vuole realizzare una prevenzione seria ed efficace è necessario privilegiare il valore della vita, ridimensionando drasticamente l'influenza mediatica esercitata da personaggi noti o da "politicanti", troppo spesso condizionati dalla ricerca di popolarità o consensi. Alcune esperienze emblematiche sono consultabili sui vari link di questo sito ed in particolare sul link "Scuole".

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 Il 15/02/2006 ci è pervenuta una comunicazione ufficiale riguardante l'inserimento dell'associazione PU.RI. tra i firmatari della Carta Europea della Sicurezza stradale, con diritto di utilizzo dell'apposito logotipo. Per conoscere in dettaglio le finalità dell'iniziativa e l'elenco dei vari organismi Europei aderenti può essere consultato il sito web http://europa.eu.int/comm/transport/roadsafety/charter.htm. In futuro la nostra attività associativa potrà quindi essere divulgata e condivisa attraverso il sito web della Carta Europea e/o attraverso un apposito bollettino informativo. Con un pizzico d'orgoglio abbiamo diffuso la notizia attraverso un apposito comunicato agli organi di stampa, ma nessuno dei destinatari è sembrato minimamente interessato.

 Il 05/01/2006 abbiamo inviato a numerose istituzioni pubbliche il seguente messaggio di sensibilizzazione e responsabilizzazione: Siamo più volte intervenuti per denunciare le responsabilità istituzionali per alberi o pali in posizione pericolosa, buche non segnalate, strade sottodimensionate, carenze di piste ciclabili, segnaletica errata o ingannevole, errori di progettazione, inadeguatezza dei controlli, guard rail ghigliottina, cordoli a spigolo ecc. Anche se l'incidente stradale è quasi sempre riconducibile ad un errore umano, troppo spesso tra le concause c'è un'oggettiva e persistente situazione di pericolo. In Italia un incidente mortale su tre è dovuto alle condizioni delle strade e, se non ci saranno correttivi, una famiglia italiana su dieci avrà un morto od un disabile grave all'interno delle mura domestiche per colpa di un incidente stradale. Sembra che questi dati statistici non possiedano sufficiente dignità per entrare a fare parte dei parametri che determinano le cause dell'incidentalità stradale o le classifiche sulla qualità della vita.

Quando una comunità viene sconvolta da una tragedia stradale si diffonde un generale sentimento di rabbia, tristezza e ... paura, ma questo non basta. Nel corso del 2006 cercheremo di portare maggiore consapevolezza sul triste primato che colloca l'Italia ed in particolare la nostra Regione tra i primissimi posti in Europa per numero di morti sulle strade: 1/5 sul totale di tutti i 25 Paesi dell'Ue. Da questa attività di sensibilizzazione non ci aspettiamo alcun "grazie" da parte delle istituzioni interessate, pur auspicando una collaborazione costruttiva che faccia superare le tante incomprensioni del passato e l'attuale apparente stato di emarginazione. In Romagna nel corso del 2005 non abbiamo sviluppato alcuna forma di collaborazione con le istituzioni pubbliche e questo significa che i rapporti possono solo migliorare.

In passato abbiamo ripetutamente ed inutilmente proposto la nomina di un "collaudatore" delle strade per monitorare periodicamente lo stato di sicurezza. Cercheremo di rendere obiettiva ed incisiva la nostra attività di sensibilizzazione rivestendo in qualche modo il ruolo proposto, prendendo in esame alcuni percorsi che interessano i Comuni della vallata del Rubicone. Cercheremo anche di non farci condizionare da chi è abituato a misurare la sicurezza stradale in base al numero di rotatorie realizzate o progettate, con il rischio di mettere in secondo piano la più impegnativa realizzazione di nuove e più sicure arterie stradali di scorrimento.

Iniziamo prendendo in considerazione il percorso che effettua un automobilista tipo che, partendo da San Mauro Pascoli, vuole imboccare l'autostrada A14 a Rimini Sud. Tra le varie ipotesi di percorso è stata scelta quella con itinerario realizzato prevalentemente in epoca più recente.

Nel corso del 2006 saranno presi in esame altri percorsi stradali, anche sulla base di segnalazioni già pervenute. Si invitano gli utenti della strada ad attivarsi per rivendicare con forza la messa in sicurezza delle strade esistenti (non solo nei pochi giorni che seguono un incidente mortale) e la realizzazione di nuove e più sicure arterie intercomunali di scorrimento, perchè c'è in gioco l'incolumità della nostre famiglie. Certe "disgrazie" sono prevedibili e non succedono solo agli altri.

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