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Ultima modifica: giovedì 24 febbraio 2005 23.25

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.:[Pensiero]:.

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda
 

.:[Ringraziamenti]:.

Grazie a tutti coloro che si stanno adoperando per arricchire i contenuti di questo sito con notizie, foto e documenti.

 

Articoli

Dopo un anno l’impianto siciliano tornerebbe ad operare. Rinaldini (Fiom): il tavolo a palazzo Chigi e non al ministero
Fiat, salari differenziati per riaprire Termini
La proposta del governo all’incontro con azienda e sindacati. Oggi vertice con le banche su Fidis

ROMA - Contratti differenziati tra Nord e Sud. Potrebbe essere questa la contropartita per garantire la riapertura dello stabilimento di Termini Imerese alla fine del periodo di cassa integrazione. Oggi sul piano finanziario faranno il punto l’amministratore delegato Gabriele Galateri di Genola e le quattro banche coinvolte: all’ordine del giorno la cessione della finanziaria Fidis ma non solo. Ieri l’agenzia Standard and Poor's è tornata a mettere in guardia Fiat (ma anche Opel e Ford) su un rischio di abbassamento del rating, se il mercato automobilistico calerà più del 5% nel 2003. In Borsa il titolo del Lingotto è rimasto stabile (»0,14% a 8,669 euro). Intanto, secondo indiscrezioni, il governo potrebbe riunire azienda e sindacati venerdì. Ma il tavolo, come paventato dal segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, non si aprirebbe a palazzo Chigi bensì al ministero del Welfare. Lì il ministro Roberto Maroni potrebbe proporre alle parti l’avvio della cassa integrazione il 2 dicembre, in cambio dell’impegno a riaprire Termini Imerese entro un anno: il governo offrirebbe risorse per adeguare l’impianto siciliano alla produzione di modelli da sottrarre allo stabilimento di Mirafiori ma anche a quello polacco, destinato al lancio della Small. Ma per rendere conveniente alla Fiat questa modifica del piano, compresa la riapertura di Termini, in una seconda fase della trattativa, verrebbe proposto ai sindacati di firmare un accordo che consenta di applicare al Sud salari inferiori a quelli praticati negli stabilimenti del Nord. L’ipotesi presenta due grandi incognite. La prima riguarda il patto Fiat-General Motors: fra i sindacati, per esempio, c’è anche chi sospetta che quella intesa contempli la chiusura di Termini. Condizione che andrebbe rinegoziata. Secondo grosso problema è la risposta dei sindacati: anche se l’accordo prevedesse da parte della Fiat uno sforzo in più per il rilancio e per tenere in Italia l’industria dell’auto, e da parte del governo una vigilanza sul rispetto dei patti, attuato con l’ingresso simbolico nel capitale attraverso le Regioni, è difficile immaginare che la Cgil lo accetti. Per la Cisl potrebbe essere invece l’occasione per cominciare a parlare di quella riforma dei salari proposta a luglio dal segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta. Insomma la spaccatura fra i sindacati rischierebbe di riproporsi anche nel caso Fiat.
Ieri il presidente della Commissione europea Romano Prodi, incontrando i sindacati a Strasburgo, ha detto che nessuna proposta sulla crisi Fiat è stata avanzata dal governo italiano. «Non chiudiamo nessuna strada - ha detto il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano - le lasciamo tutte aperte perché il problema è serio». Intanto il cardinale di Torino, monsignore Severino Poletto, ha invitato la diocesi a un giorno di digiuno e di preghiera, il 29 novembre. Sempre a Torino, venerdì Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale di quattro ore dei servizi e dell’industria. Domani a Roma scenderanno in piazza i Ds. Da oggi fino a venerdì Fiom, Fim e Uilm hanno organizzato blocchi in tutti gli stabilimenti. In una mozione presentata alla Camera, il leader di Prc, Fausto Bertinotti, ha chiesto la riduzione stabile dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali a parità di retribuzione.

Antonella Baccaro

Economia
20/11/2002