Psicoanalisi: una genealogia immaginaria

I Weblog o blog una volontà di coscienza in azione

Freud sembra l'ultimo dei grandi miti costruiti dalla storia, le convergenze e le adesioni spesso acritiche ai grandi uomini carismatici che hanno con la vita e le opere avuto il potere di influenzare il mondo, si riducono nella nostra attuale epoca a correnti magmatiche di molteplice e frammentaria identità. Dopo l'avvento dei siti internet costruiti da specialisti o da chi si avventurava come tale nel sapere informatico, arrivano i Weblog più familiarmente detti "blog" essi sono accessibili anche da chi non ha nessuna competenza nell'utilizzo del software: tutti possono comunicare.
Appare evidente che su internet non scorrono solo interessi economici e d'impresa, ma che la rete funziona come una sorta di prolungamento delle coscienze individuali che qui trovano posto per una propria personale parola scritta, un proprio personale senso e significato che si racconta al mondo.
Il fenomeno Blog come esperienza di massa, che accomuna su un unico filo di memoria la "rete" esperienze soggettive, diari, resoconti di vita, prodotti culturali, immagini, poesie, racconti testimoniano che internet non è solo strumento di volontà di potenza, ma anche di volontà di coscienza e ci fa pensare alla ricerca di sè, questa ricerca che aveva come protagonisti, nel mondo del razionalismo il "Cogito ergo sum" di Cartesio, in quello della passione "Amo dunque sono" di Sibilla Aleramo.
Ho un blog, sono un bit di memoria della grande rete dunque sono, partecipe di una realtà virtuale di attenzione e immaginazione collettiva. Penso, amo e parlo su internet, non sono rappresentato da chi parla o pensa meglio di me o con voce più forte, non ho delegato l'espressione a chi ha un teatro più grande, una platea più selezionata, un posto al sole più qualificato oppure soltanto un'idea più redditizia.
L'uomo nel suo percorso dalla vita biologica, al linguaggio, al supporto stampato "il testo", alla memoria tecnologica "la rete come iper-testo" ha seguito uno sconvolgente cammino di trasformazioni nella sua identità e nelle sue relazioni. Di queste mutazioni della soggettività ci parla tutta la storia della cultura, in questa era della tecnica dove si focalizza l'attenzione sulla macchina e spesso evidenziando i poli negativi del rapporto uomo-macchina non si riconosce pienamente la funzione di memoria di massa come contenitore del soggetto che la rete internet custodisce; come la ruota ha perfezionato le funzioni delle membra umane così la memoria del computer ha perfezionato le funzioni della memoria umana, entrambe la ruota e il computer hanno prolungato e perfezionato le funzioni cerebrali dell'uomo. Questo è la tecnica, l'uomo e i suoi artefatti cambiano il mondo e cambiano se stesso, e noi siamo alla radice di questo cambiamento che non ha ancora parole ragionevoli per essere detto, come diceva Eraclito nello stesso fiume non è possibile entrare due volte, entriamo e non entriamo, siamo e non siamo. Ed è la soggettività che va perduta con buona pace della res cogitans e della res extensa, un dualismo inconsistente, il cervello cognitivo ed il cervello emotivo inscenano la loro danza nel lungo tempo del "futuro" perché su internet si pensa, si scrive, si ama e si allacciano relazioni. Capire " la rete" vuol dire essere consapevoli, che è finito per sempre il sapere morto, il sapere dei becchini, quello che ancora si trasmette con tanta autorità, preoccupazione e diligenza nelle nostre scuole perchè avanza quella parola che è dire in "acting". Una parola-azione che i sederi di pietra arrivati anche su internet non sapranno riconoscere.
Un mondo molteplice, frammentario, caotico, che ai molti che non si perdono nel marasma delle immagini e delle idee, permette di mantenere il filo di Arianna, il gomitolo che li guiderà ad attraversare il Labirinto, perché internet rispecchia il labirinto della nostra anima che ci espone al Minotauro e alla Sfinge.
Sapremo e saprete accorgervi di questo? saprete ri-conoscere e ri-conoscervi o passerete dal marasma ai sederi di pietra con tranquilla sicurezza acquisita.
E di questa nostra anima mitica noi ne facciamo un'anima virtuale dove i miti proliferano e si moltiplicano, si innalzano e decadono a grande velocità, uno spazio senza tempo senza esitazioni, senza vuoti, ma non forziamo la velocità non pretendiamo di saltare di vetta in vetta, non dimentichiamo che anche il vuoto, il dolore, la morte, il niente chiedono di essere abitati, chiedono una sosta, chiedono di spegnere il computer e spegnere la nostra mente, accogliamoli senza negarli, senza nasconderli, guardiamoli con speranza, sostiamo nel buio ad interruttori spenti e poi sapremo essere più lucidi quando si riaccenderà il gioco della vita.

 

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