ZOOFOBIA |
Zoofobia, dal greco zóon,
"animale", significa paura, avversione istintiva e morbosa
nei confronti degli animali o di certe specie animali. La zoofobia
è ovviamente il contrario della zoofilia, che invece sta a
significare amore per gli animali, che porta a curarli e a proteggerli.
Difficile dunque che uno zoofobo sia anche zoofilo, ma, come si è
detto, l'avversione può riguardare solo un certo tipo di animali e
non altri, con la conseguenza che una persona amica dei cani può invece
temere disperatamente e ossessivamente i gatti. Probabilmente antichi
ricordi suggeriscono un comportamento di evitamento, a causa di spaventi
o aggressioni. In tal caso non sarebbe appropriato parlare di fobia,
in quanto la fuga di fronte a un pericolo oggettivo, già sperimentato
sulla propria pelle, non può, a rigor di logica, essere considerato
un fatto nevrotico, ma anzi il segno evidente di un buon adattamento
all'ambiente. Frend considerava la paura per i topi una fobia nevrotica,
dal momento che, per lui, essi non erano che degli innocui animaletti
del tutto inermi. Al contrario, riteneva i serpenti delle creature
sgradevoli allo sguardo e pericolose per l'uomo. Per questo motivo,
secondo il fondatore della psicoanalisi il timore dei serpenti non
poteva essere considerato una vera fobia, ma una paura del tutto giustificata.
Tali osservazioni appaiono in realtà piuttosto opinabili, perché non
è esatto dire che i topi non siano pericolosi, dal momento che sono
fonte di infezioni e di malattie anche gravi per l'uomo. I serpenti
certo mettono un po' paura e alcuni sono anche velenosissimi, ma non
tutti sono pericolosi per l'uomo. Si può dire allora che anche Freud
quando parlava di se stesso e delle proprie paure, come tutti i comuni
mortali, faceva riferimento, più che alla realtà oggettiva, ai propri
riferimenti simbolici interni. Chi soffre di zoofobia in genere
teme gli uccelli, i cani e gli insetti in generale. Normalmente
questo tipo di disturbo affligge in particolare le donne, che possono
essere terrorizzate dalla vista di un ragno o di un calabrone, così
come se vedessero un leone affamato nella savana. Per quanto riguarda
gli uccelli, si ha paura di toccarli, di vederli mentre battono le
ali, delle loro piume, verso le quali si prova repulsione. Chi
ha la fobia dei pennuti non riesce nemmeno a guardarli, anche a distanza,
e tanto meno a toccarli, vivi o morti che siano. Per questo molti
di loro diventano addirittura vegetariani o limitano di molto i piatti
a base di carne in generale e di pollame in particolare. La paura
degli animali in genere insorge in tenera età. Insieme alle altre
paure tipiche dell'infanzia (del nero, dell'oscurità,
degli estranei, dei fantasmi eccetera) la paura degli animali
rappresenta per la sua frequenza un avvenimento costante durante la
crescita. In particolare i bambini temono gli animali che mordono,
ad esempio il lupo. Queste paure sono a volte stimolate da certe favole
tradizionali, come Cappucretto Rosso, apparentemente del tutto innocue,
ma che possono invece generare un vissuto di paura nei riguardi del
lupo "cattivo" e degli animali in generale, che vengono immaginati
come creature violente e feroci, tanto da essere capaci, come il lupo
della fiaba, di mangiare la nonna e, se non fosse stato fermato in
tempo, anche la stessa bambina, Cappuccetto Rosso. |