Autoipnosi.
L'autoipnosi presuppone che il soggetto sia capace di
applicare una qualsiasi delle tante tecniche di rilassamento , perché
le induzioni ipnotiche devono essere rappresentate alla mente unicamente
dopo che sia stato raggiunto uno stato di totale distensione somatica.
Fate roteare i bulbi oculari verso il centro della fronte, ossia verso
l'alto e verso l'interno, fissando le sopracciglia o, in alternativa,
un punto immaginario a circa 30 centimetri davanti alla fronte. Mentre
gli occhi continuano a essere rivolti verso l'alto per qualche istante
ancora, chiudete lentamente le palpebre e respirate profondamente. Questi
accorgimenti vi faranno sprofondare ancor di più in uno stato di
completo rilassamento; vi sentirete come immobilizzati e in un profondo
stato di benessere. A questo punto fate apparire agli occhi della mente
una frase-chiave o una scena piacevole e rilassante che avete già
vissuto e che vorreste rivivere ancora. La frase-chiave potrebbe essere,
ad esempio: "E ora mi immergo in me stesso", e la scena relativa
a un luogo di vacanza. La frase o la scena scelta dev'essere ripetuta,
sempre uguale, ogni qualvolta si cominci un esercizio di autoipnosi, in
modo che diventi quasi un riflesso condizionato.
A questo punto dovreste sentire il corpo completamente distaccato da voi,
ed è giunto allora il momento di darsi delle induzioni ipnotiche
e post-ipnostiche. Ecco un esempio:
"E ora mi vedo come vorrei essere, e come sarò, anche dopo
che sarò uscito da questo stato di rilassamento ipnotico. Sono
forte, sicuro di me, mi sento a mio agio con le persone che mi circondano
e sono contento di me stesso, gli altri mi sorridono e mi vogliono bene".
Questo esempio è particolarmente indicato
per chi soffre di fobie sociali. Lo scopo per il quale avete
deciso di praticare l'autoipnosi vi dovrebbe consentire a questo punto
di scegliere appropriatamente delle visualizzazioni specifiche per risolvere
il vostro problema. Praticate queste esercitazione quante più volte
possibile nell'arco della giornata e abbiate fiducia non tanto nel metodo,
quanto nelle vostre risorse interiori che vengono fortemente risvegliate
e sollecitate a difendervi, soprattutto da voi stessi!
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Altri
suggerimenti.
La possibilità
di uscire integri da una grave forma di disagio fobico dipende in gran
parte dalla capacità individuale di perseverare nella ricerca degli
aspetti positivi della vita e nel mettere in atto le risorse psicologiche
di cui si dispone, anche se non sempre consciamente. Attraverso le tecniche
di rilassamento e di concentrazione proposte si migliora la propria autodeterminazione,
che consente di limitare fortemente quegli atteggiamenti di impotenza
e disperazione che caratterizzano il disturbo fobico.
E' fondamentale coinvolgersi nelle svariate attività della vita
di ogni giorno:
1) coltivare interessi e affetti ed
essere nella disposizione d'animo di chi è capace di vedere, in
ogni evento, un'occasione di crescita e di cambiamento della personalità
in modo positivo.
2) I legami personali facilitano di
molto il compito. I disagi fisici e psicologici sono sicuramente più
facili da sopportare, se si riescono a mantenere saldi legami affettivi,
la possibilità di comunicare con gli altri, di potersi raccontare.
Il supporto sociale ha infatti molta influenza sulla salute psico-fisiologica
dell'individuo e gli consente di fronteggiare con più efficacia
ogni situazione di stress.
3) Scrivere. Lo scrivere i propri
pensieri e stati d'animo è un sistema alquanto antico, ma ancora
molto efficace. Si può scrivere a qualcuno, un amico, un giornale,
un personaggio pubblico, oppure solo per se stessi in un diario personale,
gli eventi più importanti, la frequenza e la durata delle varie
sintomatologie fobiche possono essere descritti dettagliatamente, al fine
di mantenere un controllo personale sull'evoluzione del disagio.
Scrivere consente inoltre di liberarsi dalle oppressioni psicologiche,
per vedere poi le cose con maggiore chiarezza.
4) Imparare a incidere sull'ambiente.
Proporsi ogni giorno di compiere un atto, anche minimo, che abbia
l'effetto di incidere significativamente sulla realtà e sull'ambiente,
al fine di renderlo maggiormente favorevole nei nostri confronti. Le scelte
personali e i comportamenti dovranno allora essere selezionati in base
a questa nuova direttiva. Questo per migliorare, seppure gradualmente,
il proprio rapporto con la società. Sappiamo bene che chi soffre
di fobie tende in genere a isolarsi, a chiudersi in se stesso. In particolare
questo riguarda chi soffre di fobie sociali: se si ha paura degli
altri, se si rimane in disparte evitando qualsiasi tipo di contatto, come
stupirsi poi se gli altri mantengono le distanze? E bene cominciare
ad assumersi qualche responsabilità, invece di dare sempre e comunque
la colpa agli altri.
5) Accettarsi per cambiarsi.
Ogni cambiamento e' possibile, purché cominci con l'accettazione
di se stessi. Il solo fatto di accettarsi è altamente terapeutico,
perché consente un cambiamento significativo della personalità.
La continua lotta contro se stessi è invece sempre controproducente
e può avere come conseguenza un coinvolgimento sempre più
profondo con il destino che si cerca disperatamente di evitare. La scommessa
consiste nel trasformare le proprie paure in una sfida interiore al proprio
cambiamento.
6) Non fuggire. Le situazioni minacciose
non vanno evitate, ma solo sminuite del loro valore simbolico. Sdrammatizzate,
in poche parole. L'esporsi alla situazione difficile consente poi di mettere
in atto dei meccanismi automatici di adattamento agli stimoli che essa
comporta. E' facile constatare che le persone più tranquille e
disinvolte non sono quelle che fuggono dai pericoli e si chiudono in casa,
ma quelle che si espongono spesso alle situazioni. Ciò consente
all'individuo di addestrarsi efficacemente per controllare qualsiasi situazione
di emergenza. La parola d'ordine sarà allora "evitare di evitare".
7) Sorridere. Il prendersi troppo
sul serio contribuisce ad aumentare lo stress. Ridere e sorridere di se
stessi aiuta a recuperare salute e gioia di vivere. Quando si riesce a
mantenersi calmi e rilassati, con il giusto distacco dalle situazioni
esterne, ogni esperienza vissuta produce migliori risultati. Contro
la paura il riso è l'arma migliore, perche rappresenta l'esatta
antitesi della tensione somatica e psichica delle situazioni di allarme.
Chi ride o sorride non è certo nelle condizioni di chi si prepara
all'attacco o alla fuga! Il consiglio è allora di abbandonarsi
a qualche sana risata o, almeno, ad atteggiare più spesso la bocca
al sorriso. Il resto verrà da sé.
8) Frequentare dei corsi. Migliorare
la propria preparazione culturale è sempre una buona spinta verso
il miglioramento di sé. Qualsiasi corso abbiate deciso di fare
va benissimo, perché sarà comunque uno stimolo e una possibilità
di cambiamento. Che corsi intraprendere per migliorare il disagio fobico?
Certamente quelli relativi all'apprendimento di qualche tecnica di autodistensione:
Training Autogeno, Rilassamento Progressivo, Autoipnosi, Shiatsu eccetera.
Rilevante effetto terapeutico lo hanno anche i corsi di teatro,
che somigliano molto in certe circostanze a delle vere e proprie terapie
psicologiche che non a caso, per curare alcune sintomatologie nevrotiche,
utilizzano lo "psicodramma". Molto importanti anche i
corsi di meditazione e di yoga, validi per consentire un atteggiamento
più distaccato di fronte agli eventi diflìcili della vita,
donando una migliore concentrazione sulle proprie risorse interiori. Distacco,
infatti, non significa necessariamente disinteresse e irresponsabilità,
ma una nuova capacità di vivere la vita senza lasciarsi troppo
coinvolgere dai fatti negativi che a volte essa propone.
9) La fede. Anche la fede in Dio,
le pratiche religiose, il frequentare i luoghi di culto, il prendersi
cura degli altri per motivi religiosi possono contribuire ad attutire
la risonanza di certe emozioni a favore di altre, più spirituali
e meno legate alle cose concrete della vita. Jung sosteneva che la fede
in un Dio e la preghiera possono avere un alto valore terapeutico, l'uomo,
infatti, sembra essere "naturalmente religioso", tanto che la
sua spiritualità è grande e potente tanto quanto lo sono
l'istinto sessuale e l'aggressività. Per questo motivo tra i consigli
terapeutici dell'analisi junghiana vi è la ripresa delle pratiche
della religione in cui il soggetto crede, al fine di liberarsi più
facilmente della propria nevrosi.
La
vita è un viaggio.
Il suo significato si trova nel viaggio stesso, e non nella destinazione.
A chi non fosse religioso non rimane che concentrarsi profondamente su
questo concetto.
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