Barboncini - Tutte le storie Track list 01_Supercarcere 02_C.I. 03_Barboncini 04_Sogno 05_Facciamo come quelli che... 06_Giorni bruciati 07_Spada 08_L'agorà libertaria 09_Carenza 10_Ponto's not dead 11_Don Morero schizza 12_Caserma degli alpini 13_L'attacchinaggio 14_Il pacco 15_Glicemia a zero 16_Rampa umana 17_Padroncino 18_Capodanno a 6500 19_Pinera sound 20_Gran finale tarro 21_Paolo Valenti 22_Tornado 23_Stornelli d'esilio 24_Puente de los franceses 25_Trentin è un naziskin 26_Mattatoi 27_Un controllore 28_Fuga di metano 29_Giorni Bruciati unplugged |
€ 5 | ||
La prima e l'ultima volta che ho sentito un pezzo dei Barboncini Punx è stato all'inizio degli anni novanta: trattavasi di una cover punkcore della celeberrima "Stornelli d'esilio" di Pietro Gori. La cassettina, una delle prime autoproduzioni che mai mi rigirai tra le mani, era - rimembro benissimo - "Inni della rivolta" take one. Il primo volume della compilation aveva la copertina rossa, il secondo non lo so perché si doveva fare e non uscì mai. Fatto sta che il pezzo dei Barboncini era (ormai posso dirlo) il migliore della partita, insieme ai remake di "Amore Ribelle" fatta dai
C.F.C. e dell'"Inno della rivolta" di Luigi Molinari ad opera dei R.aM.A. (campanilismo? No, non credo: obiettività). È curioso pensare che nella mia collezione sconfinata e ormai quasi totale di punk italiano del tempo che fu, i Barboncini non hanno mai figurato. Fino a questo momento.
“Tutte
le storie” è la raccolta completa di tutte le registrazione realizzate
da una delle più grandi punk band italiane degli anni ’90. Una delle
band più importanti di Pinerolo (provincia di Torino) rinchiusa in un CD
che raccoglie ben 29 canzoni.
Come tanti paesi che hanno vissuto ai margini certe rivoluzioni, l'Italia ha consegnato alla storia tutta una serie di gruppi e personaggi che non possono fregiarsi né del titolo di primi arrivati né in quello di innovatori o di punto di riferimento per una qualsiasi scena. I Barboncini Punx da Pinerolo, ridente centro della provincia torinese "casa e bottega" (cit. tratta dal booklet), rientrano proprio in questa schiera di comprimari che qualcuno potrebbe definire - non senza un po' di spocchia da nerd - "band di culto": arrivati troppo tardi rispetto alla prima ondata del punk italiano, i Barboncini portarono avanti con coerenza e totale spirito diy il loro anarco punk con alterne fortune tra il 1987 ed il 1996. Complici i continui cambi di formazione, una preparazione strumentale non proprio ottimale ed uno spirito organizzativo per loro stessa ammissione un po' avventato, molto del materiale prodotto dai Barboncini sarebbe andato perso se non fosse stato per l'opera di recupero fatta da Psycho Baby, Pineta Sound autoproduzioni e dagli stessi reduci del gruppo. Ecco quindi 29 tracce di punk realmente anarchico nello spirito oltre che nella forma, con tanto di inserti mutuati da folk, cantautorato italiano, oi!, ska, swing, polka e quant'altro sia passato in testa al gruppo. Molti ascoltatori più giovani storceranno il naso di fronte a dei suoni assolutamente approssimativi, ma chi avrà il coraggio di superare questo handicap iniziale scoprirà una serie di canzoni che hanno il pregio di raccogliere in pieno lo spirito di un'epoca che per certi versi aveva già dato molti dei suoi frutti (marci) migliori. Se poi non ci si vuole solo accontentare della parte musicale, il cd è accompagnato da un bel booklet che racconta la storia dei Barboncini e raccoglie flyers, locandine, collages di giornali, fumetti e soprattutto i testi, molti dei quali bellissimi nel loro sarcasmo (leggete "Don Morero schizza" per capire che intendo) e nella capacità di raccontare in poche parole tante istantanee della vita di provincia vista da un gruppo di scoppiati cresciuti per strada. Consigliato a chi non si accontenta dei soliti gruppi italiani e a chi vuole fare il figo coi punk del quartiere citando un gruppo che conoscono in pochi. |