DISTURBO ALIMENTARE
DISTURBI
DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE:
BULIMIA,
ANORESSIA, DISORDINI ALIMENTARI
LA RIEDUCAZIONE DEI DISTURBI ALIMENTARI ATTRAVERSO LA
RIELABORAZIONE DEL VISSUTO ALIMENTARE E LA RISTRUTTURAZIONE DELL’ IMMAGINE CORPOREA
PSICOTERAPIA DELLA E DEI
DISTURBI ALIMENTARI
SOGGIORNI DI
RIEDUCAZIONE ALIMENTARE
DIGIUNI DI GRUPPO, DIGIUNI ATTENUATI
DIETE DEPURATIVE, DIETE NATURALI DIMAGRANTI
PER INFORMAZIONI E PER PRENOTARE:
ASSOCIAZIONE SCUOLA DELLA
SALUTE
CASELLA POSTALE 49 - 29100
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PSICOTERAPIA DELLA ANORESSIA, DELLA
BULIMIA, DEI DISORDINI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE,CON IL METODO DELLA
RIEDUCAZIONE ALIMENTARE
PSICOTERAPIA DEGLI SQUILIBRI PONDERALI
CON IL METODO DELLA
RISTRUTTURAZIONE DELLA IMMAGINE
CORPOREA
Da anni ci occupiamo dei disordini
alimentari e dell’obesità , condizioni patologiche correlate ma non
riconducibili ad un rapporto di causa ed effetto, e abbiamo delineato i due fattori che incidono in modo determinante nel loro trattamento:
La rielaborazione
vissuto alimentare
e
La
ristrutturazione dell’immagine corporea.
Il rapporto col cibo
è di importanza straordinaria nell’evoluzione della personalità e dei rapporti
interpersonali: gli squilibri alimentari sono sempre connessi con turbe che
riguardano gli aspetti più profondi dell’identità personale ed è questo il
motivo per cui sono spesso di difficile approccio terapeutico.
Nell’evoluzione del rapporto col cibo possiamo distinguere le seguenti
fasi:
L’alimentazione, com’è comunemente intesa, non è ancora presente:
i nutrienti sono tratti con l’ossigeno dal sangue materno. L’alimentazione
prenatale non è tuttavia un fatto
puramente biologico e pur non manifestando una autonomia evidente rispetto ad
altre funzioni vitali, quali la circolazione e la respirazione, è associata ad
un complesso vissuto che abbiamo denominato “vissuto del mare amniotico”
Mentre la circolazione e la respirazione non subiranno evoluzioni
strutturanti a livello mentale, la nutrizione sarà la più importante via
d’incontro tra i processi biologici e quelli psichici, tra l’individuo e il
mondo. Possiamo addirittura affermare che è proprio attraverso il rapporto col
cibo che si creerà lo “spazio” entro cui emergerà la personalità e si apriranno
i rapporti.
Nella fase neonatale le
sensazioni,le percezioni, le pulsioni e il corpo stesso del neonato sono, nel
suo vissuto, fuse in un “ambiente” indistinto che comprende il cibo e il corpo
della “madre”.Per “madre” intendiamo chiunque e in qualunque modo nutra il
neonato. È un insieme indistinto e fusionale perché il neonato non è in grado
di distinguere se stesso, il proprio corpo, dal corpo della madre e dal cibo
che riceve. In questo insieme emerge la prima coppia di esperienze primordiali
antagoniste cicliche: richiesta di cibo, che ingloberà mancanza ,assenza,
vuoto, pericolo, dolore; il flusso del cibo, che si identificherà con presenza,
pienezza, vita, appagamento, piacere, sazietà.
Rapidamente,entro
pochi mesi dalla nascita, il bambino comincia a distinguere in qualche modo se
stesso e il proprio corpo, dal cibo, dalle persone e dall’ambiente che lo circonda.
Non è certamente ancora una distinzione razionale, consapevole e organizzata ma
in qualche modo avverte e impara a cogliere cose ed eventi diversi e a sentire
se stesso e i rapporti tra il sé e il non sé.
Le sensazioni legate alla richiesta di cibo e al flusso del cibo
cominceranno a “restringersi” e a riferirsi solo all’ aspetto parziale
attinente strettamente al cibo, e si connoteranno nella fame e nella sazietà,
mentre e lo “spazio psichico” che si forma per questo ridimensionamento del
vissuto connesso al cibo viene colmato dall’affettività legata alle relazioni
con persone e cose, dalla consapevolezza del proprio corpo, del proprio sé, del
proprio esistere come centro attivo di interscambi.
In qualche modo è come se le persone, le cose, le relazioni,
emergessero nella coscienza all’interno di una dimensione che prima era
esclusivamente del cibo.
Mentre il cibo, passato attraverso il
momento critico dello svezzamento, ridotto ad aspetto parziale, viene sempre
più gestito, sottoposto a controllo, masticazione, manipolazione, prendono
forza e si strutturano personalità e modalità relazionali. Questa fase evolverà
verso la fase adulta dei rapporti col cibo e dei rapporti interpersonali.
Quanto più il complesso processo che
abbiamo rapidamente delineato risulterà alterato nelle varie fasi per arresti e
regressioni, tanto più saranno presenti non solo turbe nel rapporto col cibo,
ma anche nelle relazioni interpersonali e nel rapporto con il proprio corpo:
relazioni, come detto, “emerse” negli “spazi” lasciati liberi in seguito al
ridimensionamento del vissuto alimentare. In questo caso il cibo non ha ceduto
quasi completamente il suo spazio all’emergere pieno e forte delle realtà
soggettive, familiari, sociali e delle
relazioni ma mantiene in misura più o meno grande la sua pregnanza originaria,
si mantiene come nucleo centrale dell’individuo, dell’ambiente, delle figure
umane, dei rapporti, che restano prive di forza strutturante: è necessario
ripercorrere l’evoluzione del vissuto alimentare per dare luogo all’emersione
di tutte queste realtà e si strutturi una personalità complessa in grado di
interagire con esse nella sua
globalità, che siamo abituati a descrivere come fatta di pulsioni, affettività,
sentimenti, volontà, raziocinio.
La rielaborazione del vissuto
alimentare è finalizzata a rivivere l’evoluzione del rapporto col cibo e a
rimuovere i blocchi e le regressioni: questo comporta non solo un superamento
dei disordini alimentari ma un rimaneggiamento profondo della personalità ed
una evoluzione verso atteggiamenti più ricchi e consapevoli delle relazioni
interpersonali .
Protocollo delle sedute (individuali e
di gruppo)
(Prima serie di sedute)
Rilassamento, induzione della attività
eidetica (è la condizione mentale in cui si attiva la visualizzazione),
regressione alla fase fetale: vissuto dell “appagamento nel mare amniotico”.
(Seconda serie di sedute)
Regressione alla fase
neonatale-fusionale: vissuto della “simbiosi col corpo materno”
(Terza
serie di sedute)
Regressione alla fase relazionale:
emersione delle individualità separate e delle esperienze primordiali: se
stessi, il proprio corpo, gli altri, la richiesta di cibo-distacco-assenza, il
flusso di cibo-unione-presenza. La nascita
della fame, della sazietà, dei bisogni, delle realtà familiari e
sociali, dei rapporti e delle relazioni dal magma dei rapporti primordiali.
(Quarta serie di sedute)
Vissuto dei blocchi,degli arresti, delle regressioni relazionali e
rielaborazione evolutiva
RISTRUTTURAZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA
Ciascuno ha una immagine mentale del
proprio corpo e lo modella inconsciamente secondo tale immagine. Quasi sempre
chi è sovrappeso è legato all’ immagine del corpo “difeso dal grasso”: come una
corazza gli accumuli possono, nelle
fantasie inconscie, proteggere dalle ansie, dalle depressioni, dalle
innumerevoli difficoltà relazionali. L’obeso nello stesso tempo respinge la propria immagine e vi si
rifugia: essa spesso si è fissata nell’età infantile, introiettando
una figura familiare ( reale o
immaginaria, veramente obesa o
considerato tale in base agli incerti criteri di valutazione infantili) che dava affetto e sicurezza o dalla quale
si è stati particolarmente dipendenti (il “modello”).
Col metodo della visualizzazione si può
far emergere la figura “modello” identificarla e capirne il ruolo. Ridurre fino
ad annullare la sua azione tuttora attiva a livello mentale ed infine
rielaborare la propria immagine corporea, ricostruirne la formazione,
comprenderne l’apparente funzione di autoconferma e sicurezza, che in realtà
consiste in una difesa illusoria, modificarla ritrovando nel
profondo l’immagine autentica (la sorgente) facendola emergere
per trovare più adeguate vie di
autorealizzazione e di sicurezza.
Protocollo delle sedute (individuali e
di gruppo)
(Prima serie di sedute)
Rilassamento, induzione della attività
eidetica (è la condizione mentale in cui si attiva la visualizzazione)
Emersione del “modello”
(Seconda serie di sedute)
Distacco dal”modello”
(Terza serie di sedute)
Il sentiero. Il percorso. L’ incontro
con sé stessi.
Vissuto del proprio corpo: le difese,
gli schermi, le corazze.
Le amputazioni, le mortificazioni, le
devitalizzazioni.
Le reiezioni, le recinzioni, le
paralisi, le anestesie, le rimozioni.
I rigetti,le deprivazioni, le ripugnanze.
(Quarta serie di sedute.)
Agnizione della sorgente
(Quinta serie di sedute)
Il nuovo sentiero
La rieducazione alimentare e la strutturazione dell’immagine corporea
possono essere praticate in modo residenziale durante soggiorni di durata
di una settimana o dieci giorni,
associata a dieta ed attività di gruppo.
Il metodo può essere
praticato anche in modo non residenziale,
con sedute individuali presso lo studio dell’esperto.
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