ECCO IN SINTESI IL CUORE DELLA PSICOLOGIA RELIGIOSA

B . PSICOLOGIA RELIGIOSA

Come abbiamo detto il termine psicologia viene poco usato fino al XVIII secolo.  Come dice Fernand Lucin Mueller 1 , la storia della psicologia è lunga e bisognerebbe partire dallo studio delle più antiche religioni e dalla tradizione di tutte le società.  << L’ambito della psicologia ha una storia … lunga…  Dopo uno studio delle più antiche religioni, bisognerebbe affrontare le concezioni di tutte le società depositarie di una o più lunga tradizione. Riservare un posto particolare al popolo ebraico, considerare anche la civiltà islamica. >>  2   Uno studio così complesso sarebbe interminabile come dice lo stesso, << Così intesa, una storia della psicologia dovrebbe agganciarsi all’etnologia e alla psicologia religiosa, comportare una storia completa delle religioni e, insomma dar luogo a un’impresa interminabile.>>  3 Quindi, l’origine va ricercata proprio nel termine – “scienza dell’anima” -  e nella psicologia delle religioni o come la chiama lui  “Psicologia religiosa”, che nel tempo è diventata soltanto, come abbiamo visto, psicologia,  cioè scienza del comportamento umano.

Ma l’uomo va studiato nella sua integralità perché, per quanto lo si voglia considerare solo materia, è un essere composto da materia e Spirito. << le ricerche, per trasformate che ne siano le prospettive, continuano a vertere sull’interiorità    dell’uomo;    quell’interiorità    dell’uomo   che   rimane,  con  la  sua

interrogazione sull’uomo stesso e sul mondo, l’enigma esistenziale. >> 1

Per quanto l’illuminismo abbia messo al centro dell’universo l’uomo ed abbia perpetuato la “morte di Dio”, è innegabile che ciò che ci distingue dagli animali è proprio quell’anima tanto discussa, perchè è parte integrale e insostituibile dell’essere “uomo”. << Il motivo comune è insomma sempre quello di dimostrare che la psicologia non possa essere costituita al livello dell’esperienza intesa in senso positivista e materialista; di stabilire che una tale esperienza finisce per mutilare, imponendole uno schema, la realtà che pretende di studiare.>> 2 Uno studio quindi della sola psiche senza il pnèuma, sarebbe uno studio incompleto.  San Tommaso ha parlato di Atto e  Potenza. 3 Secondo questo concetto possiamo dire che noi siamo atto in quanto uomini e potenza in quanto divini, e quando moriremo, saremo in atto angeli come Gesù stesso ci ha insegnato.4   Visto che tutto parte dalla filosofia, possiamo parlare di filosofia della religione. Jean PIVETEAU ci presenta il punto di vista della scienza e dice  che<< Aristotele ha saputo inserire lo studio dell’uomo nella scienza della vita, dell’uomo visto nella prospettiva di tutti i suoi attributi; proprio il fenomeno umano integrale, come diremmo oggi, va preso in considerazione.>> 6  L’uomo integrale, appunto il punto di vista della psicologia    religiosa,   corpo e anima.

           Heinrich Pompey 1, dice che: << La psicologia religiosa è primariamente una disciplina parziale della psicologia applicata, ossia della psicologia etnica o della teologia comparata. Essa si occupa del fenomeno psichico “religione”, e le particolarità e i modi di comportamento specificatamente religiosi di singoli individui. >> 2

Antoine Vergote 3,  parla di psicologia della motivazione, dice che il motivo che spinge l’uomo a problemi religiosi non va sottovalutato. Qualunque attività umana si giustifica con motivi, giacchè l’uomo intero sin dalla nascita è progetto. 4 Poi tratta specificatamente la psicologia religiosa genetica.  Vergote dice: << Il Dio della religione è inscindibilmente il Dio che l’uomo intende affermare con la propria ragione e il Dio che dà significato alla sua esistenza.>> 5 Mentre lo psicologo, invece, << accantona il problema della verità religiosa. Il suo sguardo si sforza di essere neutro e obiettivo.>> 6 Ma così ,   << Lo sguardo psicologico non sarebbe più obiettivo se rimanesse interamente all’esterno dell’atteggiamento religioso e dei motivi ch’esso si dà.>> 7   L’uomo non può essere scisso in quanto la sua natura è integrata in tutti i suoi aspetti.  Il nostro studio

          Abbiamo così i termini: Pnèuma – Psiche – Logos, quindi abbiamo: Lo studio o la scienza dell’uomo

 Spirito e corpo, che    possiamo chiamare   più  semplicemente Psicologia Religiosa. Abbiamo così < Lo

 studio del comportamento umano e della sua relazione divina con Dio.>  Sappiamo che è stato già   coniato 

  il   termine  di   Cristoterapia,1  ma è ristretto al credente cristiano, anche se il Cristo è morto per tutti;

 mentre la Pnèumaterapia o psicoterapia religiosa  ha un campo più ampio, universale, applicabile a tutti,

qualunque sia il loro pensiero – religioso o ateo -. Abbiamo visto inoltre che la verità va cercata nel profondo

 del “cuore”; possiamo denominare questo “luogo” nascosto Inconscio Naturale per conformarci alla legge

 naturale.  Considerando inoltre che nella Psicoanalisi, parlando di psicologia religiosa,  si cerca di risalire

alle origini della nostra esistenza, possiamo parlare di psicoterapia adamitica o di Pnèumaterapia Adamitica,

 riferendoci alla creazione del primo uomo, Adamo. I termini proposti sono solo un modo di esporre una

 teoria, ma resta fermo che il termine “Psicologia Religiosa” si era già affacciato nella storia della

psicologia. Tutto ciò che riguarda l’uomo e la sua corporeità  è di competenza della psicologia, normale 

  o   anormale  che  sia,  e tutto ciò che riguarda Dio è Teologia, cioè ciò che riguarda Dio, l’uomo e la sua

anima. Unendo la psicologia e la Teologia abbiamo quindi uno studio comparato che possiamo  chiamare 

 psicologia  religiosa.  Il campo  di studio dello psicologo religioso abbraccia la totalità dell’uomo – corpo,

anima e spirito.    << Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, Spirito,

anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore.>> 1      La psicologia religiosa deve quindi

aiutare l’uomo a ritrovare lo scopo della sua esistenza.  Lo psicologo religioso deve    adottare  i   metodi   e

i  mezzi necessari affinché l’uomo scopra se stesso, dia senso alla sua vita e ritrovi il suo rapporto con il

 Creatore. << L’uomo diventa veramente se stesso, quando corpo e anima si ritrovano in intima unità, la

 sfida dell’Eros può dirsi veramente superata, quando questa unificazione è riuscita.>> 2  Ma se l’uomo è

 malato come può essere se stesso? Ecco che occorre un aiuto esterno. La psicologia e la psicologia

 religiosa sono una scuola di saggezza e di equilibrio.  Lo psicologo religioso deve quindi cercare per prima

cosa di aiutare l’uomo a ritrovare la propria materialità e la propria mente. < Colui che mantiene la mente

 sempre equanime ha già vinto la nascita e la morte. > < Per colui che ne ha il controllo, la mente è la

 migliore amica; ma per colui che fallisce nell’intento, diventa la peggior nemica.> 4   La malattia non è solo

 fisica ma anche spirituale; la peggiore è quella dell’anima. Perdendo il senso della vita si cade nello

sconforto, dallo sconforto alla solitudine, dalla solitudine alla depressione, dalla depressione all’abulia,

 dall’abulia all’abbandono di sé, dall’abbandono alla perdita del controllo della mente, con la perdita del 

controllo della mente si perde la memoria, senza memoria si perde la capacità di riflettere, senza memoria e

 senza riflessione la coscienza viene rimossa.1 << Quindi la memoria e la riflessione danno origine alla

 coscienza.>> 2 << La Rimozione, è un meccanismo incosciente, per mezzo del quale le pulsioni vietate dal

super-io vengono rigettate nella riserva del subcosciente.>>  3  Compito quindi dello psicologo religioso è

 quello di portare il soggetto alla riflessione. Un soggetto che ha rimosso la coscienza deve essere aiutato

 con la psicoterapia a ritrovare nella memoria inconscia il motivo che ha generato tale stato.  Ritrovato il

movente, il soggetto viene portato a riflettere. La riflessione permette di ritrovare la memoria e ritrovare la

 capacità di distinzione. << Chiamo riflettere l’atto di confrontare le cose molteplici e di distinguerle l’una

dall’altra.>> Con la capacità di riflettere si possono confrontare gli  enti semplici  e  gli  enti composti,  ma

 resta sempre necessario trovare il senso della vita.  Qui lo psicologo religioso deve intervenire sul concetto

 dell’esistere. < Qualcosa non può essere e anche non essere nello stesso tempo.> 1    Torniamo quindi

all’origine della riflessione dell’uomo. Perché esisto? Se esiste Dio perché permette il male? Perché se Dio è

 Padre punisce l’uomo in modo così severo? << Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che

 punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, … >>

  2 Dio che punisce i figli senza colpa. << Il Signore disse: “Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato; con

 l’uomo anche il bestiame … >>  3  Un Padre che vuole sterminare tutti i suoi figli dopo averli creati.  

         << Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: “Davvero sterminerai il giusto con l’empio?... >>  4  Dio

ordina la distruzione di Sodoma e Gomorra.  Ecco che lo psicologo religioso deve essere in grado di

 spiegare e far capire il vero senso delle parole. Questi interrogativi sono nell’uomo che sconosce Dio e lo

 bloccano nel cammino della conoscenza dell’ineffabile e lo pongono in stato di chiusura verso se stesso e

 il mondo. Quindi possiamo definire la “psicologia religiosa”. < E’ psicologia religiosa la razionalizzazione del

 rapporto tra Dio e L’uomo e l’estirpazione di nevrosi e psicosi comuni per la razionalizzazione

 dell’individuo.>  Per ottenere una buona razionalizzazione del rapporto dell’uomo con le sue origine, è

bene che: << Questa psicologia deve però essere liberata dai dogmi ereditati da un’antica mitologia

 genetica.>> 5 

Le superstizioni religiose vengono confuse e vengono spesso considerate “dogmi” esistenziali.  Dovrà essere capacità dello psicoterapeuta adamitico o dello psicologo religioso, riuscire ad estirpare tutte quelle usanze religiose derivate, non dalla parola di Dio o dalla tradizione della Chiesa,  ma da comportamenti errati della  superstizione della massa e divenuti usuali e quasi magici per ottenere benefici terreni ed egoistici; suscitati da conoscenze ataviche di maghi e fattucchiere e dall’ignoranza.