INCONSCIO NATURALE

 

A.  NEL PROFONDO DELL’ANIMA   

          Spesso nella solitudine e nel silenzio ci poniamo delle domande sulla nostra esistenza, domande che non ricevono risposte razionali e affermiamo, a noi stessi, che forse l’esistenza di un’altra vita oltre la vita è  solo frutto della fantasia e dei  desideri della mente. Dialogando con gli altri poi evitiamo di parlare delle nostre fantasie, per non essere derisi e costruiamo una maschera dietro la quale nascondiamo il nostro vero modo di essere e i desideri  dell’anima; nascosti da qualche parte.          << è sufficiente ricordare  che rappresentazioni,pensieri,formazioni psichiche in generale, non possono essere localizzate negli elementi organici del sistema nervoso, ma in qualche modo tra questi, >> Freud sta dicendo che i pensieri in generale non possono trovarsi nella sostanza organica ma in qualche luogo diverso. Oggi vige la “modernità” e il dover essere razionali. Tutto ciò che esiste è solo tutto quello che tocchiamo e che possiamo dimostrare agli altri e a noi stessi per mezzo della scienza dell’uomo. Ci sarebbe da chiedersi, da dove deriva tale scienza all’uomo, da dove gli deriva una tale intelligenza da poter formulare teorie pazzesche, che poi non solo dimostra ma che pratica e fa praticare agli altri chiamandola semplicemente scienza?  Ma se noi leggiamo alcuni testi Sacri, notiamo che ci sono affermazioni che sembrano allucinazioni. Ma anche le Allucinazioni, per una mente sana, lasciano dubbi su l’esistenza di qualcosa che è impresso, in qualche modo, nella nostra mente o meglio nel nostro inconscio. Nell’Apocalisse, Giovanni scrive: <<   Il vittorioso  non  sarà  colpito  dalla   morte seconda. Chi riuscirà a vincere il male ed a vivere la sua vita in modo spirituale e vince i desideri della carne, capisce che Dio è Amore e vive nell’amore per l’amore. >>  2     Quante domande pone questo scritto? Il vittorioso di cosa? E cosa è la morte seconda? Parla di vincere il male e di vivere una vita in modo spirituale e afferma che Dio è amore. Certo potrebbe trattarsi di pura fantasticheria, ma ascoltando o leggendo avviene nel nostro “cuore” una sensazione di dubbio misto a gioia. Ecco che ci chiediamo: < e se Giovanni avesse ragione? Se veramente esiste questo Dio ed è amore?>> Ecco che l’incertezza, diventa  certezza di un qualcosa che abbiamo nel profondo,    che  non  ci fa rifiutare totalmente tali affermazioni. Dice S. Agostino, < La memoria contiene anche i sentimenti dell’animo, anche le nozioni delle cose stesse che non ricevemmo attraverso nessuna porta della carne, ma l’animo facendone prova attraverso l’esperienza delle sue passioni le ha affidate alla memoria > 3  Agostino parla di qualcosa che non è dovuto alla nostra esperienza ne alla nostra cultura, e che comunque si trovano nella nostra memoria inconscia.   Giovanni continua:    << Quindi   nella   visione  udii  clamore di una moltitudine di angeli che circondavano il trono con i viventi e i vegliardi, in numero di miriadi e di migliaia di migliaia.>> 4    C’è  da    chiedersi   cosa   è   esattamente    una visione,   un immaginare, un vedere,   un sognare,   un vedere  cose   che si desiderano vedere. Ma la domanda potrebbe essere, come può Giovanni distinguere nella sua visione la figura di angeli?  Come   può   conoscere  cosa sono gli angeli?   Forse un condizionamento impresso nel suo inconscio personale; ma sono sempre esseri che non ha mai visto in modo razionale, cioè da poter dimostrare praticamente con l’ausilio della scienza. Quindi è come se lui già conoscesse l’esistenza di questi angeli e che tali notizie fossero nascosti in una parte remota della sua mente. E’ come un ricordare qualcosa che già può aver visto e di cui ne ha dimenticato l’esistenza nel suo stato di veglia. Dice Agostino,  < Ma le cose che sono espresse da quei suoni, né le ho raggiunte con alcun senso del mio corpo né le vidi in qualche luogo se non nel mio spirito, e nella memoria ho riposto non le immagini, ma le cose stesse. Da dove sono entrati in me questi concetti, essi stessi, se possono, lo dicano. Infatti esamino tutte le porte della mia carne e non trovo per dove siano entrati. … Lì dunque erano, anche prima che io li apprendessi, …Donde dunque e perché quando venivano detti io li riconobbi e dissi:” E’ così, è vero”, … se non perché erano nella mia memoria, ma tanto lontani e occultati quasi in cavità così nascoste,   che  forse  non  avrei  potuto  pensarli, se non fossero stati tratti fuori da qualcuno che li richiamasse alla mente?> 1   Giovanni continua la sua visione:   << Intorno al trono,   poi  c'erano  24  seggi  e  sui  seggi stavano seduti   ventiquattro Vegliardi avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. ....i ventiquattro Vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede sul trono   e   adoravano   Colui  che vive nei secoli dei  secoli e  gettavano  le  loro  corone davanti al trono …>>  2   Vivida fantasia? Descrive qualcosa che nessuno ha mai descritto prima di lui ma che descrive con una esattezza meticolosa di chi non vuole tralasciare nessun particolare di ciò che ha visto nella sua visione. Si tratta di una visione o piuttosto di un ricordo risvegliato da qualcosa o qualcuno? Potrebbe trattarsi del potere della parola del verbo di Dio ad aver risvegliato in Giovanni dei ricorsi già impressi nel suo inconscio.  Un altro personaggio non biblico afferma: << All’inizio della creazione, il Signore di tutti gli esseri popolò l’Universo di uomini e di Deva. >>  3    Si tratta di Arjuna, che ci parla non di una visione ma di una comunicazione di Krisna-Dio. Ci parla di Dio che ha popolato l’universo di ogni essere. Stiamo parlando di 10.000 anni fa, prima di Cristo. Già nell’uomo c’era la ricerca del Dio unico Creatore. Vediamo che Arjuna inventa un Creatore, ma come può inventare un essere così grande e perfetto se non ne aveva mai avuto conoscenza?  Mi spiego meglio, potrei mai sognare o desiderare di mangiare un piatto di spolletiini alla bimbirullà con sugo variamente colorato di metardinaggiana di caotilia? No! Semplicemente perché non potrei desiderare qualcosa che non esiste ne nella realtà ne nel mio inconscio. Quindi se Arjuna parla di Dio è perché sa della sua esistenza, e perché è impressa la Sua conoscenza nel profondo del suo  cuore,  così   come   a   Giovanni   l’evangelista,   che   continua  a   dire:     < Ora infatti non scruto le plaghe del cielo o misuro le distanze degli   astri o  cerco  le  cause  dell’equilibrio  della terra: sono io che ricordo, io anima.> 4   Come dice Agostino è un ricordo dell’anima.

Arjuna continua a parlare di quanto Dio gli ha rivelato: << Sono nel cuore di ogni essere e da Me viene il ricordo, il sapere e l’oblio. >>  1  Dio, secondo gli scritti Sacri induisti, è nel cuore dell’uomo. Le pulsioni del sapere e dell’oblio sono quindi derivati dall’inconscio, così pure il ricordo. Quale ricordo? Quali cose sono impresse nel nostro cuore da dover ricordare? La nostra esistenza? Ciò che è bene e ciò che è male? Le nostre azioni coscienti sono spesso derivate dall’inconscio, Freud dice che:  << l’effetto cosciente non è che un lontano risultato del processo inconscio, … e ha agito per molto tempo senza tradirsi in alcun modo alla coscienza.>> 2 Ma per “ricordare” , cioè affinché il ricordo di Dio affiori nella nostra parte cosciente occorre essere in relazione spirituale con l’Onnipotente e non lasciarsi distrarre dalle cose del mondo e neppure essere schiavo della legge. Infatti nella Baghavad-Gita sta ancora scritto:  <<  Quando   la   tua   mente   non si lascerà   distrarre   dal   linguaggio   fiorito  dei Veda,  quando sarà tutta assorta nella realizzazione spirituale, allora sarai in unione con l’Essere Divino.>> 3   Penso che lo scritto voglia dire che dobbiamo essere assorti nella vera spiritualità e quindi in Dio stesso.   Anche Paolo dice la stessa cosa sulla legge e sullo Spirito,  afferma anche  che bisogna essere in relazione con Dio, per Sua grazia, grazie allo Spirito Santo lasciatoci dal Cristo. << Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente!    Però io   non  ho   conosciuto  il  peccato  se  non  per  la legge,  né  avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: “ Non commettere adulterio”… Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della lettera. >> 4   Quindi è la legge e ancor meglio la parola, il verbo che risveglia in noi la conoscenza e il ricordo. Ecco che grazie allo Spirito otteniamo nuovi occhi e nuovo modo di “vedere”, così come lo stesso Krisna ci dice:   < Ma tu non puoi vederMi con questi tuoi occhi, ti do quindi occhi divini con i quali potrai contemplare i Miei inconcepibili poteri.> 5 Quindi dopo aver risvegliato i nostri ricordi inconsci conosciamo la verità perché Dio ci dice ancora che, sono: < Situato nel loro cuore e pieno di compassione per loro, Io dissipo, con la torcia luminosa della conoscenza, le tenebre nate dall’ignoranza.> 6 Dio è in noi situato nel nostro cuore. E Allah ci dice che per evitare che l’uomo cada in tentazione,     < Ci sono  [angeli]   davanti e   dietro   [ ogni uomo] e vegliano su di lui per ordine di Allah.>  7 E sono proprio gli angeli custodi che ci aiutano a ricordare la nostra natura e ciò che è impresso nel nostro profondo.    Anche Geremia ci dice chiaramente che la legge Divina è nei nostri cuori.    << Porrò la mia legge nei loro cuori e nelle loro menti l’imprimerò  >> 8   Il Papa Benedetto XVI conclude dicendo:  << Solo quando  il futuro  è  certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente.>> 9  Solo quando si risveglia la verità nel ricordo del cuore, e si conosce il proprio futuro che questa vita terrena diventa vivibile e.  bella, perché si vive l’oggi per il domani.   Quale luogo nascosto contiene la conoscenza se non l’inconscio naturale? Geremia scrive: << … dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. …  Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, … >> 1    Così, con il ricordo delle cose nascoste nell’inconscio naturale, tutti possiamo conoscere quello che siamo stati, per questo cerchiamo la felicità, perché è qualcosa che abbiamo conosciuto. S Agostino dice: < … cerco una vita felice.  Non so in che modo la conoscono e perciò la possiedo in non so che forma di conoscenza, della quale mi sforzo di conoscere se è nella memoria, perché se è là, vi fu un tempo in cui fummo felici; … Noi infatti non l’ameremmo se non la conoscessimo.>  2

 

B.  L’INCONSCIUS  NATURàALIS , NATURALE

          Chiamiamo quindi questo luogo nascosto del sapere Divino Inconscio Naturale. Possiamo dire quindi che l’inconscio naturale è il luogo ove risiede quell’insieme di notizie incubate nell’inconscio che risalgono alla creazione dell’uomo, ai primordi dell’umanità, alle notizie spirituali, ai ricordi inconsci pre creazione. Ogni uomo sa, vedi subcosciente, che cosa è il fuoco, l’acqua, il vento, il buio, la luce conoscenze che affiorano nei momenti opportuni. Così ogni uomo ha nell’inconscio la conoscenza dell’amore, della paura, del male e del bene. Ogni uomo ha nell’inconscio il desiderio incontrollato dell’esistenza di un essere Superiore che lo aiuta, lo consiglia e lo accudisce nei momenti difficili. Il ricordo si manifesta, sia nei sogni che nella realtà, nei momenti di una specifica azione. Nei sogni si ha “ricordo” di volare, di fluttuare nell’aria, di essere felice e sereno. Nell’inconscio naturale vi è impressa tutta la legge naturale e creativa di colui che ha creato ogni cosa.

Lo possiamo suddividere in:

  1. Inconscius  naturàlis- personàlitas   (personale)

          omissis.( vedi trattazione completa 2 TESI)

     2. Inconscius   Atàvus  (Atavico )

                   Omissis ( vedi trattazione completa 2 TESI )   

     3. Inconscius collectìvus, collettivo o sociale.

         Omissis ( vedi trattazione completa 2 TESI )

 

Ma dove si può posizionare l’inconscio naturale?  Si può posizionare nell’inconscio personale della psiche scoperto dal padre della psicoanalisi, ma da esso prescinde in quanto va distinto. L’inconscio Freudiano riguarda la psiche, mentre quello naturale riguarda il pnèuma.  Nello Spirito c’è ogni nozione sia terrena che Divina. …

 

                                                        Giuseppe Iaci

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