LIVELLO DI SCOLARITA’ E TASSO DI SUCCESSO
(a cura del prof. Vincenzo D'Aprile. Pagine Web elaborate dal prof. Giuseppe Spalierno):


 Nell’esercizio dell’autonomia organizzativa e didattica le istituzioni scolastiche realizzano, sia singolarmente che in forme consorziate, ampliamenti dell’offerta formativa che prevedono anche […] iniziative di prevenzione dell’abbandono e della dispersione scolastica…”; così recita l’art. 21 (comma 10) della legge n. 59 del 15-3-1997, quella che autorizza a sperimentare l’autonomia scolastica.

Con la legge n. 440 del dicembre dello stesso anno viene istituito un “fondo [1] per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa […] destinato alla piena realizzazione dell’autonomia scolastica, dell’introduzione dell’insegnamento di una seconda lingua comunitaria nelle scuole medie, all’innalzamento del livello di scolarità e del tasso di successo scolastico”. E nelle Direttive nn. 238/98, 180/99 e 175/2000 il Ministero della Pubblica Istruzione individua tra gli obiettivi primari nell’utilizzo delle disponibilità finanziarie del fondo, appunto, “l’innalzamento del livello di scolarità e del tasso di successo scolastico…”.

E ancora, l’articolo 1° del Regolamento attuativo della legge n. 9 del 20 gennaio 1999 sull’elevamento dell’obbligo di istruzione dice: “Al fine di migliorare la qualità del livello di istruzione dei giovani, adeguandolo agli standard europei, e di prevenire e contrastare la dispersione scolastica, potenziando le capacità di scelta degli alunni, l’obbligo di istruzione è elevato a nove anni in prima applicazione…” [2].

Se quindi una scuola, utilizzando opportunamente i finanziamenti – per esempio del 1998 – attinti al fondo di cui sopra, sia riuscita ad innalzare il livello di scolarità e il tasso di successo scolastico dei suoi alunni nell’anno scolastico 1998-99, potrà senza dubbio affermare di aver operato nella prospettiva auspicata dal legislatore.

Ma, cosa s’intende per livello di scolarità? E cos’e’ il tasso di successo? Con quali strumenti operativi misurarli? In particolare: con quali parametri è possibile analizzare l’evolversi di questi fenomeni nelle singole nostre istituzioni scolastiche? [3]

Anche la recente [4] bozza del Programma quinquennale di progressiva attuazione della legge 30/2000 di riordino dei cicli di istruzione  prende atto realisticamente della complessità degli ostacoli da superare nella lotta alla “Dispersione scolastica” allorché afferma: ”… la discontinuità tra le diverse parti del sistema di istruzione e la parzialità degli interventi di riforma si sono combinate con la difficoltà nell’affrontare i nodi dell’insuccesso scolastico e della dispersione, con i ritardi sul terreno dell’obbligo formativo, con le carenze delle strutture, con le modalità del reclutamento, della formazione e della condizione professionale dei docenti”.

Nell’art. 10 del già citato Regolamento attuativo della legge sull’elevamento dell’obbligo (DM 323/99) leggiamo: “L’Amministrazione della pubblica istruzione[…] effettua […] una specifica raccolta di dati e di esperienze, realizzate nell’ambito del Piano dell’Offerta Formativa, relative all’elevazione dell’obbligo di istruzione sia nella scuola media che nella scuola secondaria superiore, al fine anche della individuazione di positive esperienze sviluppate a livello nazionale e internazionale per la riduzione dei fenomeni di dispersione e l’innalzamento dei livelli di apprendimento che, unitamente ai risultati del monitoraggio, vengono portate a conoscenza di tutte le scuole in modo da potenziare l’autonoma azione di ogni singola istituzione e dell’intero sistema scolastico[…]. Il Ministero della pubblica istruzione garantisce la raccolta e lo scambio delle esperienze anche mediante l’istituzione di banche dati accessibili a tutte le istituzioni scolastiche, affinché possano tenerne conto nelle attività di programmazione”. Il Ministro della P.I. ha di fatto realizzato tale monitoraggio e ne ha portato a conoscenza delle scuole i risultati [5] ? La banca-dati eventualmente istituita è stata resa disponibile a tutte le istituzioni scolastiche affinché queste possano predisporre il proprio Piano dell’Offerta Formativa (POF) in funzione delle priorità indicate, appunto, dallo stesso Ministro?

A oggi – scriviamo nel dicembre 2000 – non abbiamo elementi utili per rispondere in modo decisamente affermativo a questa domanda, pure se bisogna prendere atto che nel sito Internet del Ministero (www.istruzione.it) si possono consultare già alcune pagine significative su questo tema, e nelle nostre scuole comincia a funzionare, alquanto faticosamente, il flusso privilegiato di comunicazioni tramite la rete intranet voluta dal Ministero stesso. Si presume che soltanto quando sarà perfettamente operativo in tutte le scuole italiane il sistema informativo che il M.P.I. sta organizzando in vista del decentramento graduale di alcune delle funzioni del SIMPI [6] sarà possibile a chiunque abbia interesse anche l’accesso a questa preziosa banca-dati.

Il Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112  prevede – tra l’altro – l’attribuzione di interventi integrativi di prevenzione della dispersione scolastica e di educazione alla salute rispettivamente alle Province per l’istruzione secondaria superiore e ai Comuni per l’istruzione primaria [7]. In realtà alcuni Enti Locali più sensibili alla soluzione del problema dispersione hanno incaricato gruppi di lavoro perché, esaminate le dinamiche del fenomeno,  indichino efficaci interventi operativi [8]. Sarebbe auspicabile raccogliere e coordinare questi progetti e i relativi esiti per renderli accessibili [9] a quanti sono impegnati direttamente nel lavoro di  contenimento del fenomeno dispersivo in Italia. Da alcuni anni nei Provveditorati agli studi [10] opera il gruppo di lavoro per la Dispersione, il quale periodicamente rileva dati sulla dispersione. Per quali scopi operativi? Non risulta che il loro impegno si sia tradotto concretamente in indirizzi di politica scolastica, atti a contenere nel breve e nel lungo periodo il fenomeno degli abbandoni scolastici.

Ricordiamo, peraltro, che anche il Contratto Integrativo per il personale docente, sottoscritto il 31-08-99, all’art. 4 parla esplicitamente di progetti speciali per il contenimento e la prevenzione della dispersione e degli abbandoni predisposti e finanziati soprattutto nelle scuole situate nelle zone a rischio.

 

DISPERSIONE E ABBANDONO


  Soprattutto in questi ultimi dieci anni sono state pubblicate diverse pregevoli ricerche sulla dispersione scolastica in Italia. Ricordiamo, a titolo puramente indicativo, i capitoli che su problematiche attinenti a questo tema annualmente sono sviluppati dal CENSIS nel Rapporto sulla situazione sociale del paese [11]; come pure L’Abbandono scolastico [12] a cura di O., L., Sempio; Benvenuto, G., Bettoni, C., L’abbandono scolastico nel biennio della secondaria superiore del 1993 [13]; Reggio, P., Selezione, dispersione, abbandono scolastico [14] ; I.P.R.E.S. [15] , Disagio ed Esclusione [16] ; ecc.

Dobbiamo, purtroppo, prendere atto che a oggi manca in questi saggi una definizione univoca e condivisa sia per la dispersione che per l’abbandono [17] .

Ad ogni buon conto, nella presente indagine – circoscritta all’analisi di alcuni dati sulle scuole secondarie superiori in Italia – con il termine abbandono intendiamo riferisci alla stima di quegli alunni che, pure se hanno regolarizzato la propria iscrizione in un certo anno (X) in una determinata istituzione scolastica (statale o non statale), per i motivi più vari  non la rinnovano nell’anno scolastico successivo (X+1), né in seguito, e  presumibilmente fuoriescono dal sistema scolastico. Questa definizione potrebbe essere utilmente applicata anche agli studenti della scuola elementare e media [18] , come pure a quelli dell’università. In tal caso l’indagine sugli abbandoni per essere più esauriente dovrebbe considerare anche i dati sull’evasione dalla scuola dell’obbligo e quelli relativi ai tassi di passaggio, appunto, tra la scuola elementare, media, secondaria superiore e università [19].

A partire dall’indagine speciale La selezione scolastica nelle scuole superiori [20] per l’anno scolastico 1992-93 e poi di seguito fino all’a. sc. 1996-97 in Statistiche delle scuole secondarie superiori [21] , l’ISTAT [22] riporta i dati degli “Studenti che interrompono gli studi per ultimo anno di iscrizione” (per sesso, tipo di scuola e grandi ripartizioni geografiche: Nord, Centro e Sud-Isole). Al termine del presente lavoro raffronteremo le nostre stime con quelle desunte dall’ISTAT.

*********

    “Per dispersione scolastica si intende il processo attraverso cui si verificano ritardi, rallentamenti e uscite anticipate dal circuito scolastico… Da questo punto di vista l’abbandono, che include sia l’evasione dall’obbligo scolastico che le uscite dalla scuola durante o al termine dell’anno, diventa, insieme alle ripetente e alle bocciature, un indicatore della dispersione scolastica”. Così Olga Liberta Sempio in L’abbandono scolastico [23] ; facciamo nostra questa definizione del processo che porta alla dispersione scolastica.

Pertanto, quando incontriamo delle uscite anticipate dal sistema-scuola, siamo in presenza di fenomeni che ci aiutano a delineare l’entità della dispersione in una determinata istituzione.

Ci sembrano molto puntuali e indubbiamente utili a tale scopo le indicazioni poste in calce alla Checklist per il monitoraggio della Dispersione, che periodicamente in questi ultimi anni la Sovrintendenza Scolastica per la Puglia distribuisce alle scuole della Regione. Eccole:

  

Sulla scorta di questi parametri in un Istituto Tecnico di Bari per l’anno scolastico 1995-96 sono state ricavate le seguenti due tabelle:

  

 

Tav. A

INDICATORI DEL FENOMENO DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA
I.T.I.S. "Panetti" di Bari - Anno scol. 95/96

                       (valori assoluti)

 

 

 

Numero complessivo degli alunni iscritti

 

 

1462

                            di cui alunni ripetenti

 

119

 

 di cui ripetenti per la seconda volta 

7

 

 

Numero degli alunni che hanno frequentato per un certo periodo, ma che  successivamente hanno interrotto la frequenza

 

 

 

                           -  senza alcun atto formale

 

 

37

                          -   con atto formale del Ritiro

 

 

62

    di cui   - entro il 15/3/96

45

 

 

                                                    - dopo il 15/3/96

19

 

 

Numero degli alunni che hanno richiesto il Nulla Osta

 

 

36

                                             di cui entro il 15/3/96 

18

 

 

                                                     dopo il 15/3/96 

18

 

 

Numero degli alunni che al termine dell'anno scol. sono  risultati:     Non promossi - Non ammessi - Non maturi

 

 

 231

Numero degli alunni iscritti (esclusi Rit. e N.O.) che hanno accumulato più di 50 giorni di assenze nel 95/96, non considerando i giorni di "occupa zione"  (Novembre 95:  6 gg e Dicembre 95: 9 gg)

   

  563

F.: registri ITIS Panetti - Bari
Elab.: V. D'Aprile

 

 

 

 

 

 

 

Tav. B

DISPERSIONE E ABBANDONI       Anno scol. 1995/96

 

 

Dati relativi alle singole classi dell'ITIS "Panetti" di Bari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

a) Valori assoluti

CLASSI

 

I

II

III

IV

V

TOT

RIPETENTI

32

31

37

11

8

119

Di cui per la 2 volta

 

3

4

 

 

7

ABBANDONI

9

9

17

2

0

37

RITIRI

30

9

12

6

5

62

Di cui: entro 15/3/96

19

4

10

5

5

43

Di cui: dopo 15/3/96

11

5

2

1

 

19

FREQUENZE IRREGOLARI

46

42

123

159

193

563

NON PROMOSSI

75

32

57

51

16

231

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

b) Valori per 100 iscritti

CLASSI

 

I

II

III

IV

V

TOT

RIPETENTI

9,3

15

11,5

7,8

2,7

8,1

ABBANDONI

2,6

4,4

5,3

0,7

0

2,5

RITIRI

8,7

4,4

3,7

2,1

1,7

4,2

FREQ. IRREG.

13,4

20,4

38,2

54,5

64,5

38,5

NON PROMOSSI

21,9

15,5

17,7

17,5

5,4

15,8

NULLA OSTA concessi

7,6

1

1,6

0,7

0,3

2,4

F.: registri ITIS Panetti - Bari 
Elab.: V. D'Aprile

  Nel presentare in maniera piuttosto piana e discorsiva le Tabelle elaborate sui dati più recenti disponibili di fonte ISTAT è nostro precipuo intento quello di evidenziare con il linguaggio dei numeri il fenomeno degli Abbandoni scolastici – come sopra specificato – e quelli correlati delle Bocciature (o meglio, delle Non promozioni alle classi successive) e dei Ritiri (cioè, alunni iscritti che non sono scrutinati o esaminati a fine anno), nonché dei Ripetenti (gli alunni che dichiarati Non promossi si riscrivono alla stessa classe [24] nell’anno successivo o in seguito).

Quando non diversamente indicato, tutti i dati da noi utilizzati in questa ricerca sono attinti da ISTAT, Statistiche delle scuole secondarie superiori, Annuari. Quelli per classe e sesso relativi agli alunni scrutinati o esaminati, promossi e non promossi nella nostra fonte sono disponibili a partire dall’anno scolastico 1991-92. E’ appena il caso di ricordare che, nonostante sia questo in corso (2000-20001) il sesto anno da quando alle Superiori sono stati aboliti gli esami di riparazione nella sessione di settembre, a livello nazionale l’Istat non ha ancora pubblicato i relativi dati, che in certo senso potrebbero essere correlati a quelli della dispersione [25] .

Le nostre analisi riguarderanno gli alunni del quinquennio delle scuole secondarie superiori italiane, e in particolare per gli iscritti gli anni scolastici (in seguito a. sc.) che vanno dall’89-90 al 97-98, mentre per i ripetenti, scrutinati, ritirati, non promossi, ecc. quelli compresi tra l’ a. sc. 91-92 e il 96-97; per esigenze di calcolo, così come sarà precisato in seguito.

Perché questa indagine tratterà dati delle Scuole secondarie superiori [26] non solo dell’Italia nel suo complesso, ma anche della Puglia e della Provincia di Bari? Per un motivo piuttosto contingente e occasionale: chi scrive, da oltre un decennio, lavora in un Istituto Tecnico Industriale di Bari [27] .

Sembra, intanto, che la gran parte degli autori di pubblicazioni sulla Dispersione scolastica abbia una certa ritrosia ad avvalorare con il supporto dei valori assoluti le dimensioni e l’evoluzione della stessa. Quasi a voler in parte colmare tale lacuna, in questo lavoro abbiamo voluto mettere a disposizione di quanti avessero interesse a documentarsi di prima mano, non soltanto i tassi degli abbandoni e dei ritiri che saranno, naturalmente, gli strumenti più immediati di queste analisi, ma anche all’occorrenza anche le cifre assolute da cui sono stati ricavati quei rapporti, nonché le note metodologiche. Le serie storiche che proponiamo, frutto di un certosino lavoro di reperimento dati da oltre 200 tabelle di cifre, vogliono essere anche un servizio offerto soprattutto agli specialisti del settore per eventuali altri contributi che affinino il metodo ottimale per la stima del complesso dei fenomeni dispersivi.

Ecco alcuni esempi nei quali, a nostro avviso, gli estensori delle rispettive ricerche sulla dispersione non hanno offerto tutti gli elementi utili per avvalorare in maniera adeguatamente corretta i risultati delle proprie indagini.

1. Ne La selezione scolastica nelle scuole superiori (ISTAT, a cura di Aura Micali) [28] nella Tav. 23 (a pag. 69) si riportano i dati degli “Studenti che interrompono gli studi per ultimo anno di iscrizione – anno scol.: 1992-93” e si precisa – per esempio – che la stima calcolata per il 1° anno nel totale delle Scuole superiori  e degli Istituti Tecnici in Italia sono rispettivamente 97.641 e 44.067, pari al 14,4 e 15,1 percento degli alunni iscritti. Gli Iscritti al 1° anno delle superiori dovrebbero quindi essere 678.069 e quelli dei Tecnici 291.834. Da quale fonte sono stati attinti questi dati se, stando alla più volte citata nostra (e loro?) fonte – l’ISTAT – quegli iscritti alle Scuole secondarie superiori italiane (in seguito anche SSS) sono 699.567 e 291.964 negli Istituti Tecnici (in seguito anche IT)? Come sia stata calcolata questa stima la Dott. Micali lo spiega con la formula indicata nella Nota metodologica nelle pagg. 42-45. Nella formula proposta vengono utilizzati i dati di studenti iscritti e ripetenti del 93-94, riportati a pag. 63 della succitata pubblicazione, quelli dei candidati esterni promossi nel 92-93 di cui la Tavola a pag. 55, nonché i dati degli studenti iscritti nell’a. sc. 1992-93. Queste ultime cifre, però, non sono mai riportate in nessuna delle 29 Tavole e dei 28 Prospetti di cui quella ricerca è corredata. Per quanto riguarda il 92-93, infatti, nelle relative Tavole (da pag. 47 a pag. 62) si riportano i valori degli scrutinati, ripetenti, promossi esterni, esaminati, qualificati, maturi e non già, appunto, quelli degli alunni iscritti, che pure erano indispensabili al calcolo per stimare le Interruzioni di frequenza, oggetto dello studio della Micali. Si è trattato di una mera svista redazionale [29] ?

2. Tra i saggi più autorevoli ed esaurienti sulla Dispersione una citazione particolare merita senza dubbio il recente volume redatto dal Coordinamento e Gestione delle attività per gli studenti (Ispettorato per l’educazione Fisica e Sportiva – Ministero della Pubblica Istruzione – Roma – giugno 2000). Eppure anche le Tavole che più direttamente afferiscono al problema della Dispersione e degli Abbandoni riportano solo rapporti percentuali e non le cifre assolute da cui essi sono ricavati [30]. A pag. 82, poi, sono proposte le percentuali sugli iscritti degli alunni che abbandonano la scuola nel passaggio da un anno scolastico al successivo: “Al termine dell’analisi di questo secondo capitolo, è sembrato opportuno calcolare un indice che sintetizzi il fenomeno delle interruzioni di frequenza che si rilevano complessivamente nella scuola statale combinando alcuni dei tassi fin qui scelti per rappresentare la dispersione scolastica…”.

Questi i dati ricavati [31] per il totale delle SSS statali per l’a. sc.97-98:

§        I superiore              13,26%

§        II                            9,10%

§        III                           9,18%

§        IV                           6,85%

§        V                          14,76%

                    Tot. SSS     10,39%

E per l’Istruzione tecnica:

§        I superiore              13,42%

§        II                            9,24%

§        III                           9,70%

§        IV                           7,03%

§        V                          14,20%

             Tot. IT                 10,75%

 

Su quali valori assoluti si fondano questi rapporti? E quale la fonte? Nulla viene precisato nella pregevolissima ricerca del Ministero della Pubblica Istruzione.

L’indicatore per le interruzioni di frequenza viene specificato nel seguente rapporto

å [Respinti (a. sc. 97-98) –Ripetenti (a. sc. 98-99)+Non Valutati per cause non formalizzate (a.sc. 97-98)]
_____________________________________________________________________________________
å Alunni frequentanti (a. sc. 98-99)

 

 

3.  Nel dicembre del 1998 la VII Commissione [32] della Camera dei Deputati ha istituito nel suo ambito una commissione d’indagine sulla Dispersione scolastica in Italia. Il dibattito si è svolto dal 4 marzo 1999 fino al 19 gennaio 2000 [33] . Nel documento conclusivo da un lato si constata “la compressione dei tassi di dispersione nella scuola dell’obbligo”, dall’altro “il permanere, comunque, di rilevanti tassi di dispersione nella scuola superiore” e soprattutto negli Istituti Professionali. Anche in questo caso si resta sorpresi nel prendere atto che l’unica Tavola relativa all’abbandono scolastico nella scuola secondaria superiore si riferisce soltanto ad un anno scolastico (il 94-95) e non già ad una significativa serie storica, indubbiamente più utile ad indicare il trend del fenomeno stesso; e che mancano i dati almeno a livello regionale per rilevare in certo qual modo il grado di diffusione della dispersione sul territorio nazionale. Sono dati elaborati dall’ISFOL [34] : solo e soltanto “tassi di abbandono” senza che vi sia indicato il metodo usato per ricavarli, né i relativi valori assoluti.

Questi gli unici rapporti comparabili [35] con quelli rilevati con le nostre stime:

 

 

Abbandoni nelle Scuole Sec. Sup. in Italia

 

Anno scol.: 1994-95 (valori per 100 iscritti)

 

 

 

 

 

A)  Elaborazione ISFOL

 

 

Classe

I

II

III

IV

Tot. SSS

11,6

3,6

4,0

-1,1

Ist. Tecn.

12,1

2,7

5,7

-7,1

 

 

 

 

 

B)  Elaborazione V. D'Aprile

 

 

Classe

I

II

III

IV

Tot. SSS

14,2

4,5

7,5

-0,5

Ist. Tecn.

14,1

3,5

6,4

-8,8

 Nella Tav. 8 [36] , poi, c’è il grafico relativo ad un’indagine campionaria  sulla dispersione, senza specificare alcunché del campione esaminato, né il metodo di rilevazione usato. Da detto grafico si evince che nel 97-98 negli Istituti Tecnici in Italia il 5,4% non è valutato agli scrutini finali [37] . Dobbiamo, purtroppo, notare che anche il gruppo di lavoro che ha fornito le elaborazioni statistiche alla recente indagine Parlamentare sulla dispersione non ha accompagnato quelle cifre con idonee note metodologiche [38] .

4. Nel marzo del 1997, per i tipi della Levante Editori di Bari, l’I.P.R.E.S. ha pubblicato “Disagio ed Esclusione”, sottotitolato Il malessere giovanile nella scuola superiore della provincia di Bari. E’ il risultato di un’indagine campionaria eseguita tra il dicembre ’95 e il marzo ’96 in alcune  prime classi delle Secondarie superiori baresi; gli alunni intervistati sono stati 4.915 su tot. 18.658 [39].

Nelle sei Tabelle 3.9 – 3.14  (pp. 51-56) vengono riportati non solo i tassi dell’abbandono, ma anche le cifre assolute dello stesso; oltre ad alcuni valori da cui quei rapporti sono stati ricavati. Queste Tavole trattano gli abbandoni nel primo e secondo anno delle SSS in Puglia e in Italia nei quattro anni scolastici che vanno dal 1989-90 al 1992-93. Quale metodo ha usato l’IPRES per calcolare che – per esempio – nel 1989-90 negli IT pugliesi si stima ci siano stati 4.190 abbandoni, pari al 16,6% degli alunni iscritti (25.183)? Il Dott. Alessandro Desiderato, responsabile di quella ricerca ed estensore del rapporto non lo precisa, perché nella nota metodologica si riferisce genericamente a “Elaborazioni IPRES su dati ISTAT”: punto e basta.

Esaminando le relative serie storiche degli iscritti e dei ripetenti di quegli anni, siamo riusciti a ricavare, comunque non senza fatica, la formula ivi adoperata. Eccola:

nIt  -  nRt+1  -  n+1It+1  +  n+1Rt

dove

 nIt          sono gli studenti iscritti alla classe " n " nell'anno scolastico considerato;

 nt+1       sono gli studenti iscritti di cui ripetenti della stessa classe " n " nell'anno   scolastico successivo;

 n+1It+1  sono gli studenti iscritti alla classe successiva nell'anno scolastico successivo;

 n+1Rt    sono gli studenti iscritti di cui ripetenti della classe successiva nell'anno scolastico considerato.

 

Esempio:

[Iscr. della Cl. I^ nel 89-90 – Rip. della Cl. I^nel 90-91 – Iscr. della Cl. II^nel 90-91 + Rip. della Cl. II^nel 90-91]

E cioè:

25.183 – 2.853 – 20.080 + 1.940 = 4.190  “abbandoni”.

Quindi, applicando la formula IPRES, si può attendibilmente stimare in 4.190 gli alunni pugliesi degli Istituti Tecnici che hanno interrotto gli studi per ultimo anno di iscrizione nell’a.sc. 1989-90 [40] .

***********

 Nelle Tavole elaborate in questa nostra ricerca sugli Abbandoni seguiremo [41] la formula IPRES per le classi prime, seconde, terze e quarte. Per quanto riguarda gli Abbandoni nelle quinte, invece, non disponendo di dati provinciali relativamente al primo anno di Iscrizioni all’Università e di ipotetici ripetenti al primo anno universitario, pur apprezzando – ovviamente – la formula suggerita dall’ISTAT [42] , abbiamo ritenuto più opportuno non rilevarli. Delle classi quinte, intanto, analizzeremo l’evoluzione degli iscritti, dei ripetenti, dei ritirati e dei non promossi allorché cercheremo di correlarla a quella dei dispersi.

Qui di seguito, quindi, sempre relativamente alle SSS e agli IT della provincia di Bari, della regione Puglia e dell’Italia, anzitutto esporremo i dati “stimati” degli abbandoni nelle classi prime, seconde, terze e quarte, evidenziandone i rapporti percentuali nel totale della popolazione scolastica, maschi e femmine [43] (in seguito M e F), nonché la percentuale degli abbandoni sugli iscritti. Quindi analizzeremo i dati degli alunni ritirati (o rientrati) per la correlazione che questo fenomeno ha con gli abbandoni, sia proponendo i valori assoluti che quelli percentuali dei M e delle F, come pure i valori dei ritirati per 100 iscritti per gli anni scolastici che vanno dal 91-92 al 96-97. Come già accennato, per gli anni precedenti il 91-92 la nostra fonte non riporta i dati degli scrutinati a livello “provinciale”, per cui non siamo stati in grado di calcolare gli alunni ritirati o rientrati nel sistema scolastico per la provincia di Bari.

 

LETTURA E ANALISI DI ALCUNI DATI

 Abbandoni

Se teniamo presenti le tre Tavole 1, 2 e 3 sulla stima degli alunni che si ritirano per ultimo anno di scuola nelle secondarie superiori (gli Abbandoni, appunto) è facile dedurre che negli otto anni oggetto della nostra ricerca sono circa 200.000 gli alunni che annualmente abbandonano in Italia, e di questi 16.000 in Puglia e 5.500 nella provincia di Bari.


[1] Cfr art. 4”La dotazione del fondo… è determinata in lire 100 miliardi per l’anno 1997, in lire 400 miliardi per l’anno 1998 e in lire 345 miliardi a decorrere dall’anno 1999…”. Ricordiamo, inoltre, la recente Nota (prot. N. 13105 – 16 ottobre 2000) del MPI Direzione Generale Istruzione Secondaria di 1° Grado sull’utilizzo dei fondi strutturali 2000-2006 previsti nella Misura 3 Azione 3.1, per la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica di alunni della scuola di base nelle aree a massimo rischio di esclusione culturale e sociale.

[2] Decreto MPI del 9 agosto 1999, n. 323.

[3] Chi scrive fu testimone diretto di un episodio relativo agli scrutini del giugno 1985 in un Istituto Tecnico Commerciale della provincia di Bari. Il Preside, dopo aver dato un rapido sguardo ai voti riportati a matita su di un prospetto riepilogativo, invitò i docenti presenti al Consiglio di classe ad essere piuttosto benevoli e comprensivi nei confronti dei propri alunni, che pur sempre si erano impegnati a seguire le lezioni nel corso dell’anno. “Pertanto – aggiunse - per non perdere molto tempo in queste operazioni, vi invito ad aggiungere per me due punti ai voti di insufficienza, in particolare i quattro, da voi proposti…”. Senza molta fatica il Consiglio si adeguò alla proposta del Preside.

Questo modo di procedere può essere portato a modello per elevare il tasso di successo delle nostre istituzioni scolastiche? Probabilmente no.

[4] Novembre 2000.

[5] Cfr. a tale proposito MPI Lettera Circolare del 16 ottobre 2000 nella quale viene delineato il piano di fattibilità del monitoraggio nazionale dell’autonomia delle istituzioni scolastiche per l’ anno scolastico 2000-2001; a quando indicazioni analoghe sul monitoraggio dell’Abbandono scolastico?

[6] Sistema Informatico del Ministero della Pubblica Istruzione, gestito dalla società EDS Italia S.p.A. sulla base di contratti di affidamento quadriennali; cfr. Documento di lavoro sul decentramento di funzioni allegato alla CM 30 agosto 2000, n. 205.

[7] “Interventi integrativi” con riferimenti anche nella già citata CM 30 agosto 2000, n. 205.

Si ricordi che nel 1988 il MPI, d’intesa con i Provveditorati, Sovrintendenze, Regioni e IRRSAE,  avvia un progetto-pilota per la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica in 28 province; con la CM 254/89 nascono i primi Osservatori Regionali; con la CM 400/91 viene introdotto il foglio notizie dell’alunno per una rilevazione omogenea dei vari indicatori sulla Dispersione; la L. 484/93 autorizza l’utilizzazione di 250 docenti in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e a Milano, Torino e Roma per interventi urgenti in materia di prevenzione e rimozione dei fenomeni di Dispersione scolastica; nel 1994 sono istituiti gli Osservatori provinciali per la Dispersione con la CM 257; la OM 749/96 indica la necessità di un piano provinciale per coordinare l’azione dei docenti utilizzati nei progetti lotta alla Dispersione, piano che deve contenere i dati dell’insuccesso, dell’evasione e dell’abbandono…

[8] A titolo semplicemente esemplificativo, ricordiamo:

§         -              la ricerca Sufficiente a Disperdere curata da F. Marras, docente utilizzato in compiti di studio, consulenza e coordinamento per la prevenzione della dispersione scolastica nelle aree dei Distretti scolastici  3 e 4 della provincia di Sassari (in www.freeweb.org/freeweb/dispersione/documenti.htm);

§         -              Progetto Salute Dispersione scolastica per la promozione del successo formativo coordinato da M. Maffucci per il Provveditorato agli Studi di Torino (in http://members.xoom.com/dispersione);

§         -              Progetto “La cicala e la formica” (referente: Elysena Vigilante – Via Caportano, 14/b – Portici) sulla riduzione della dispersione scolastica nel 35° Distretto Scol. Della Campania: comuni di Portici ed Ercolano;

§         -              Progetto per la Prevenzione ed il recupero della dispersione scolastica e degli insuccessi educativi predisposto dalla Direzione Didattica del 3° Circolo di Sanremo;

§         -              La ricerca Disagio ed Esclusione (Levante Editori, Bari) a cura dell’IPRES,  commissionato dalla Provincia di Bari; ecc.

 

 E’ noto, del resto, che già prima della formalizzazione dei POF in molte  nostre scuole sono stati attivati vari progetti speciali per la lotta alla Dispersione scolastica, per lo più collegati all’impegno del Gruppo Salute e del CIC (Centro Informazione e Comunicazione).

[9] Magari in uno dei siti Internet più ricchi di documenti utili al lavoro degli operatori scolastici quali www.edscuola.it www.istruzione.it, www.didaweb.net, ecc.

[10] E’ noto che in tutte le province italiane sono [dovrebbero essere] stati istituiti dai Provveditorati agli Studi i cosiddetti Centri Territoriali Permanenti che si devono occupare dei giovani che riprendono un corso di studi interrotto, allo scopo di acquisire un titolo di studio spendibile.

[11] Ed. Franco Angeli, Milano.

[12] Raffaello Cortina Editore, Milano, 1999.

[13] In Scuola e Città, XLIV, 8, pp.38-66.

[14] In Animazione scolastica, 12,1992, pp. 64-71.

[15] Istituto Pugliese Ricerche Economiche e Sociali

[16] Levante Editori, Bari, 1997.

[17] Cfr. CISEM Informazioni, nn. 9-10-11, maggio-giugno 1996, pag. 13:”… l’oggettiva complessità del fenomeno dispersione, davvero tra i meno riconducibili ad interpretazioni univoche”.

[18] Con l’attuazione del riordino dei cicli (L.30/2000) si tratterà del settennio della scuola di base.

[19] Non rientra tra gli scopi della presente indagine esaminare i fattori personali, familiari, sociali, scolastici, ecc. che possono determinare le uscite anticipate di alcuni studenti dal sistema scolastico, interrompendone la frequenza. Comunque su questi temi si veda nella Rivista Telematica di Dario Cillo “Educazione e Scuola” (www.escuola.it/statistiche.html) di V. D’Aprile:  La Dispersione Scolastica all’ITIS Panetti di Bari (1989-90 / 1998-99); Assenze all'ITIS "Panetti" (Bari) a. sc. 1998-99; Indice di Sopravvivenza: Sc. Media Inf. aa.ss. 89-90/95-96; Ripetenti e Pluriripetenti nella Scuola Media a.s. 1995-96; Iscritti e laureati nelle Università italiane a.a.1945-46 / 1995-96.

[20] ISTAT ’70, Argomenti, 1/1996)

[21] ISTAT, Annuari: 1996, 1997, 1999 e 2000.

[22] Sistema Statistico Nazionale – Istituto Nazionale di Statistica.

[23] Op. cit., pag. 5.

[24] La normativa vigente consente all’alunno dichiarato Non promosso di chiedere di riscriversi nella stessa classe per non più di due anni; al Collegio docenti la facoltà di accogliere o meno tale richiesta.

[25] Vedi a tale proposito: D’Aprile V.,. Promozioni con riserva nell’ITIS Panetti di Bari in Educazione e Scuola (Rivista telematica diretta da Dario Cillo): www.edscuola.it/statistiche.html.

[26] Attualmente le Superiori (in attesa che si attui la Riforma dei cicli) è composta da Licei, Magistrali, Tecnici e Professionali, con ben 143 indirizzi [?].

[27] L’I.T.I.S. “Modesto Panetti” di Bari.

[28] Op. Cit.

[29] Abbiamo cercato ripetutamente di chiedere lumi di questa eventuale svista agli autori della ricerca, ma nessuno ci ha risposto.

[30] Cap. I: Tab. 5 Licenziati e respinti nel 1961-62, 71-72, 81-82 e 91-92; Tab. 6: Alunni non valutati agli scrutini finali perché mai frequentanti, sebbene iscritti, e che hanno interroto la frequenza scolastica, in corso dell’anno, senza fornire alcuna motivazione; Cap. II: Tab. 1 Alunni respinti e non valutati per cause non formalizzate (a. sc.: 1997-98); ecc..

[31] Tab.14.

[32] Commissione Cultura, Scienza e Istruzione.

[33] Altre sette audizioni si sono tenute l’11 marzo, il 2 giugno, l’8 luglio, il 28 settembre, il 5 ottobre, il 30 novembre e il 7 dicembre del 1999.

[34] Istituto per lo sviluppo professionale lavoratori (cfr. Audizione del 2.6.99).

[35] v. Tav. 4 dell’indagine della VII commissione.

[36] Ci si riferisce ancora alla succitata relazione conclusiva della Commissione d’indagine della Camera.

[37] Cfr. a tale proposito le Tavole 10, 11, 12, 13, 14 e 15 di questo nostro lavoro per i sei a. sc. che vanno dal 91-92 al 96-97 per gli IT e le SSS, non solo in Italia,  ma anche nella Regione Puglia e nella provincia di Bari.

[38] Per completezza d’informazione precisiamo che l’indagine della VII Commissione si conclude con sei considerazioni che possono così riassumersi:

§         §   Il fenomeno della dispersione esiste in misura ancora significativa;

§         §   Sussistono ancora rilevanti differenze tra la dispersione nelle regioni settentrionali e quelle meridionali;

§         §   L’aumento della scolarità di questi ultimi anni sembra comportare un abbassamento della capacità medie della popolazione scolastica nel suo insieme;

§         §   Alle Superiori i tassi più rilevanti di abbandono e di insuccesso si verificano negli Istituti Professionali;

§         §   Si riconosce alla “scuola dell’autonomia” il ruolo insostituibile nello svolgimento di efficaci strategie anti-dispersione.

[39] 18.658 alunni, secondo la rilevazione diretta eseguita dall’IPRES presso le segreterie didattiche dei singoli Istituti; 19.469 (M: 10.320,  F:9.149) secondo i dati pubblicati dall’ISTAT. Perché mai tra le due cifre c’è uno scarto di 811 alunni? E, in ogni caso, qual è la fonte più attendibile?

[40] Questa formula rispetto a quella proposta dall’ISTAT in La Selezione Scolastica…(op. cit. Pag. 42) non tiene conto soltanto dei Candidati esterni promossi agli scrutini di fine anno nella classe “n”, nell’anno scolastico considerato. Si tratta, comunque, di valori non molto significativi.

[41]In un altro nostro lavoro pubblicato sulla già citata rivista telematica “Educazione e Scuola” (www.edscuola.it/statistiche.html) dal titolo Dispersione scolastica all’ITIS Panetti di Bari abbiamo preferito usare la stessa formula, ma con i Non Promossi al posto degli Iscritti di cui Ripetenti; abbiamo adoperato, cioè,  la seguente formula:                nIt  -  nNPt  -  n+1It+1  +  n+1NPt 

 

[42] Ci ripromettiamo di analizzare il tasso di passaggio anche all’Università in un prossimo lavoro.

[43] Anche noi useremo, pure se con un certo senso di fastidio, i termini “maschi e femmine” ormai consacrati dalle scienze statistiche per le “popolazioni”, allorché ci riferiremo alle due grandi componenti degli alunni che frequentano le nostre scuole, suddivise per sesso.