LA FESTA DI SAN PAOLINO
La
festa, curata dall'Amministrazione Comunale, si celebra
il
martedì dopo pasqua nel santuario fatto
costruire da Giovanni III Chiaramonte, barone di Sutera, verso l'anno 1374
sul
monte omonimo, alto 823 metri
sul
livello del mare.
Il
martedì dopo Pasqua è il giorno in cui
avvenne
la traslazione delle reliquie, inviate da Giovanni III
Chiaramonte
in un cassonetto di stagno di Fiandra, nella preziosa urna
di
argento fatta costruire nel 1498 dalla nobile famiglia Pugiades, (d'origine
spagnola). che vi ha fatto imprimere lo stemma di famiglia, rappresentato da un
mezzo giglio orlato
Vedere
quest'opera tutta luccicante e raffinata, portata in processione
sopra un alto piedistallo coperto di velluto rosso con ricami d'oro (opera
del XV secolo) suscita in tutti grande ammirazione ed interesse
culturale.
Per
antica tradizione alla Santa Messa solenne e alla processione
prendono
parte le Autorità municipali con la bandiera stemmata e
il
mazziere in uniforme rossa che regge una mazza d'argento del 1682,
opera
di un non meglio identificato (AS.) vi sono impressi i nomi dei
giurati
Vincenzo Giraulo, Benedetto Neri e Crispino Spinnazzoli.
Assieme
all'urna di San Paolino si portano in processione anche l'urna di
Sant'
Onofrio e la statua di San Paolino acquistata dai signori Vincenzo
Arnone
e Carmelo Inzalaco di Mussomeli nel
1937.
Da
qualche anno vi partecipano anche le tre Confraternite in
uniforme,
con stendardi e croci: la confraternita del Santissimo Sacramento
sotto
il titolo di Sant'Isidoro dalle insegne bianche, la confraternita del
Santissimo
Sacramento sotto il titolo dello Spirito Santo dalle insegne rosse e
la
confraternita di Maria Santissima. degli Agonizzanti dalle insegne verdi.
Qualche
volta i verdi e i rossi portano in processione il
tradizionale
Cristo dentro una cappelletta formata da drappi di velluto
e
di seta conficcati alle tre estremità superiori della croce, tappezzata
all'interno
di oggetti d'oro, entro cui spicca la preziosa figura del
Crocifisso.
La
processione scende per la serpeggiante via della montagna e
attraversando
le vie Carmine, F. Salamone, Roma e Municipio giunge
nella
chiesa di Sant'Agata, da cui ritorna nel Santuario la domenica successiva.
Anticamente la processione procedeva per una strada solida e piana
fra le campagne per raggiungere a circa un chilometro dall'abitato
la piccola chiesa di San Marco. La Sacra Urna vi rimaneva sino alla
domenica
successiva, quando ritornava al Santuario sulla montagna.
La
processione faceva anche sosta nella Chiesa del Santissimo Salvatore a
100
metri dall'abitato del Rabatello, per la benedizione eucaristica ed
infine
procedeva per salire il monte e raggiungere il Santuario.
Quando,
a causa di un forte terremoto nell'anno 1790, la strada fu distrutta
e la chiesa fu dichiarata pericolante, si introdusse l'usanza di portare le
Sacre Urne nella chiesa di Sant'Agata.
Questa
festa, molto pittoresca anche per la caratteristica dei luoghi
in
cui si svolge, attira gran parte dei suteresi e molti devoti dei paesi
vicini,
particolarmente da Mussomeli.
Nel
martirologio siculo di P. Gaetano si legge che il 22 giugno del
1634
si celebrarono a Sutera in un unica festa i Santi: Paolino, Onofrio
proclamati
Compatroni di Sutera.