LA FESTA DI SAN PAOLINO

 

La festa, curata dall'Amministrazione Comunale, si celebra il martedì dopo pasqua nel santuario fatto costruire da Giovanni III Chiaramonte, barone di Sutera, verso l'anno 1374 sul monte omonimo, alto 823 metri

sul livello del mare.

 Il martedì dopo Pasqua è il giorno in cui avvenne la traslazione delle reliquie, inviate da Giovanni III Chiaramonte in un cassonetto di stagno di Fiandra, nella preziosa urna di argento fatta costruire nel 1498 dalla nobile famiglia Pugiades, (d'origine spagnola). che vi ha fatto imprimere lo stemma di famiglia, rappresentato da un mezzo  giglio orlato d'oro e campeggiato di stelle. Intorno all'urna sono raffigurate in rilievo 24 immagini tra cui Gesù con gli Apostoli, San Paolino, Sant'Onofrio, Sant'Archileone, la Vergine con il Bambino e altri Santi. In cima campeggia il Cristo risorto, (del 1785), che vi viene applicato soltanto nel giorno della festa.

Vedere quest'opera tutta luccicante e raffinata, portata in processione sopra un alto piedistallo coperto di velluto rosso con ricami d'oro (opera del XV secolo) suscita in tutti grande ammirazione ed interesse culturale.

Per antica tradizione alla Santa Messa solenne e alla processione prendono parte le Autorità municipali con la bandiera stemmata e il mazziere in uniforme rossa che regge una mazza d'argento del 1682, opera di un non meglio identificato (AS.) vi sono impressi i nomi dei giurati Vincenzo Giraulo, Benedetto Neri e Crispino Spinnazzoli.

Assieme all'urna di San Paolino si portano in processione anche l'urna di Sant' Onofrio e la statua di San Paolino acquistata dai signori Vincenzo Arnone e Carmelo Inzalaco di  Mussomeli nel 1937.

Da qualche anno vi partecipano anche le tre Confraternite in uniforme, con stendardi e croci: la confraternita del Santissimo Sacramento sotto il titolo di Sant'Isidoro dalle insegne bianche, la confraternita del

Santissimo Sacramento sotto il titolo dello Spirito Santo dalle insegne rosse e la confraternita di Maria Santissima. degli Agonizzanti dalle insegne verdi.

Qualche volta i verdi e i rossi portano in processione il tradizionale Cristo dentro una cappelletta formata da drappi di velluto e di seta conficcati alle tre estremità superiori della croce, tappezzata

all'interno di oggetti d'oro, entro cui spicca la preziosa figura del Crocifisso.

La processione scende per la serpeggiante via della montagna e attraversando le vie Carmine, F. Salamone, Roma e Municipio giunge nella chiesa di Sant'Agata, da cui ritorna nel Santuario la domenica successiva.  Anticamente la processione procedeva per una strada solida e piana fra le campagne per raggiungere a circa un chilometro dall'abitato la piccola chiesa di San Marco. La Sacra Urna vi rimaneva sino alla

domenica successiva, quando ritornava al Santuario sulla montagna.

La processione faceva anche sosta nella Chiesa del Santissimo Salvatore a 100 metri dall'abitato del Rabatello, per la benedizione eucaristica ed infine procedeva per salire il monte e raggiungere il Santuario.

Quando, a causa di un forte terremoto nell'anno 1790, la strada fu distrutta e la chiesa fu dichiarata pericolante, si introdusse l'usanza di portare le Sacre Urne nella chiesa di Sant'Agata.

Questa festa, molto pittoresca anche per la caratteristica dei luoghi in cui si svolge, attira gran parte dei suteresi e molti devoti dei paesi vicini, particolarmente da Mussomeli.

Nel martirologio siculo di P. Gaetano si legge che il 22 giugno del 1634 si celebrarono a Sutera in un unica festa i Santi: Paolino, Onofrio ed Archileone, probabilmente perché fu in quella data che furono

proclamati Compatroni di Sutera.

 

Cenni biografici

Feste

Inizio