Vetrina virtuale.                                                                       Commercio elettronico Willage Free commerce Professioni di Internet Shopping Home banking Lavoro

Il solito dilemma: Internet, chi la paga? Il primo boom della Rete è arrivato con i browser in regalo. Il secondo, con il free access. Resta però il problema del commercio elettronico, un business potenziale ricchissimo che stenta ancora a decollare soprattutto per la mancanza di una scelta davvero competitiva rispetto ai canali commerciali tradizionali. I negozianti hanno molta paura del Web. Creare un punto vendita di proprietà  è costoso e complesso , i problemi legati agli strumenti di pagamento e alla logistica non sono certo risolvibili dai piccoli operatori. global_left.jpg (4421 byte)

 

I ritorni economici sono un mistero. Così, è nato  il modello del centro commerciale virtuale, il cosiddetto e-mall. Il provider offre tutto: lo spazio sui server, l'allestimento della vetrina, una piattaforma di ordinazione, pagamento e consegna uguale per tutti coloro che decidono di metter su negozio. Con costi veramente interessanti, anche per piccoli artigiani affascinati dall'idea di vendere le loro caciotte in Australia, come negli spot televisivi. E ora, per rendere ancora più dolce la pillola, anche i centri commerciali diventano gratuiti. Niente più canoni mensili o annuali, solo l'impegno a versare al gestore dell'e-mall una piccola commissione sulle transazioni concluse. Così, chi non vende niente, non rischia nulla. Almeno sulla carta. Chi offre oggi questo servizio? Si tratta per lo più di fornitori di connettività e in particolare di tre operatori che si sono aggiudicati la palma dei "primi": Tiscali, Unisource e CitiesOnLine.

DAVVERO TUTTO GRATIS!

Non esistono più minimi, spese di adesione, o quant'altro precludeva  l'entrata in gioco di piccole e medie aziende. Non si rischia niente, si deve essere prudenti nel formulare i prezzi tenendo conto che una parte del margine va diviso con questi operatori e si deve essere pronti con la merce da consegnare.

Tutto così bello? Quasi. C'è anche il lato brutto della medaglia. Innanzi tutto le formule di e-commerce viste in questo articolo sono destinate  a creare il vostro negozio al fianco di un probabile concorrente in una sorta di centro-commerciale virtuale. Inoltre, queste formule hanno dei limiti (nelle scelte grafiche e descrittive, nel numero degli articoli da inserire, ecc...) rispetto alla creazione in "proprio" di un negozio. A nostro parere, però, i vantaggi fanno pendere la bilancia a favore di queste soluzioni, quanto meno per realtà medio-piccole che possono usufruire di un servizio che fornisce visibilità, potenziamento nei motori e , soprattutto, con costi di sviluppo pressoché inesistenti.

Insomma, chi non può permettersi i costi per lo start-up di un negozio virtuale fatto solo a misura delle proprie esigenze, troverà sicuramente ideale iniziare con formule viste in queste pagine. Gli operatori analizzati sono tre: Tiscali, Unisource e CitiesOnLine. Tutti e tre furono i primi verso la fine del 1999 ad annunciare di essere pronti con l'offerta di soluzioni e-commerce gratuite.

CITIESONLINE IN DEMO.

Purtroppo, per quanto riguarda http://www.citiesonline.it/ , non è stato possibile creare immediatamente il negozio virtuale. a differenza degli altri due operatori, la "demo" proposta si limita a visualizzare l'esempio di un negozio virtuale ma non permette di costruire un vero e proprio negozio personale.

L'offerta di CitiesOnLine per e-commerce gratuito, così come recita il testo del sito, enfatizza come l'operazione sia "senza rischi e senza investimento iniziale". La promessa è quella di entrare  nel nuovo business mondiale "senza fatica e senza spese e con più elevato standard qualitativo possibile. Non è necessario conoscere alcun sistema elettronico, non è necessario conoscere Internet, non bisogna fare accordi con corrieri e spedizionieri".