GESUALDO (AV)


CHIESA DI SAN NICOLA (Chiesa madre) – XVIII secolo

 

La chiesa di San Nicola č un’ampia ed alta costruzione settecentesca, riedificata fra il 1750 ed il 1760 da una costruzione della prima metā del XVI secolo, a sua volta costruita su un impianto medioevale del XII secolo.

La facciata austera e dignitosa, č arricchita  dal grandioso portale di pietra scolpito da Giuseppe Landi di Calvanico (SA), nel 1760. Sono evidenti in esso i motivi barocchi specie nei caratteristici stipiti ad orecchie e i frontoni a timpano spezzato e arenato.

La pianta della chiesa č a croce latina. L’interno č a una sola navata con soffitto in legno la cui decorazione č stata danneggiata dalle infiltrazioni d’acqua che si sono avute successivamente al terremoto del 1962. La chiesa fu ulteriormente danneggiata dal terremoto del 1980. Successivamente fu ristrutturata su progetto dell’architetto Aristide Marini ed i lavori furono diretti dal suddetto tecnico e dall’architetto Cinzia Vitale, coordinati dall’architetto Ruggero Martinez della Soprintendenza di Salerno ed Avellino. Il 6 dicembre 1997 fu riaperta al pubblico con solenne liturgia di riconsacrazione celebrata dal vescovo Antonio Forte e con grande partecipazione di popolo.. Concelebrarono Don Alberigo Grella, parroco, Padre Mario Manganelli, padre guardiano, Padre Osvaldo Carrabs, Don Vincenzo Savignano e Don Pasquale Riccio.

Nella chiesa si possono ammirare l’altare maggiore con una preziosa balaustra che chiude il presbiterio, la statua di San Nicola in legno di ottima fattura, la bellissima statua dell’Immacolata,  sei altari in marmi policromi, una fonte battesimale in marmo cipollino della seconda metā del XVIII secolo, un organo di grande valore e numerosi quadri di cui ricordiamo Trinitā e Santi (XVI sec.) tempera su tavola (cm2 231 x 156) e L’ultima Cena (1602) dipinto su legno e la Madonna della Neve dipinto su tela (cm2 237 x 154) ove č rappresentato Carlo Gesualdo con la moglie Eleonora d’Este.

Bella č la scala a chiocciola in pietra che porta al pulpito e prosegue nel campanile. L’ultima parte della scala ha la struttura in ferro e porta fino alle campane che furono fuse a Sant’Angelo dei Lombardi nel 1848.

 

Note tratte dal libro ” CARLO GESUALDO l'albero genealogico e la sua cittā” di Michele Zarrella.

 


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