GESUALDO
(AV)
Il Cappellone
Nella Piazza Umberto I, in cui si
ammira una magnifica fontana costruita proprio al centro nel 1688, l'opera più imponente
è la Cappella
del SS. Corpo di Cristo più conosciuta come il Cappellone. In esso veniva svolta, in maniera pomposa, la festa annuale del
2 giugno dedicata al Corpus Domini. Si reggeva con rendite proprie amministrate
da procuratori o maestri della cappella,
nominati dal comune. L’antica costruzione ha subìto
nei tempi varie trasformazioni e destinazioni d’uso diversi. La facciata
fa supporre modifiche del XVIII secolo. Il 23 novembre del 1980 la cupola
crollò a causa del terribile sisma che colpì tutta l’Irpinia. L'edificio
ha una caratteristica peculiare: nella sua globalità presenta tre forme
strutturali. La parte bassa è quadrata, la parte
centrale è cilindrica, la parte alta è semisferica, ma prima era orbicolare e
coperta di maioliche. È un edificio vistoso ed
mastodontico che ha il prospetto ben lavorato in travertino, prospiciente su
un'ampia scala di nove scalini rifatta nel 1842 dagli
“artefici scalpellini, Camillo e Vincenzo Pesiri”
di Gesualdo, ristrutturata nel 1889. I basamenti esterni della facciata sono in pietra lavorata con magnifici intagli a rilievo. Dal
cornicione lapideo in su, l'architettura della chiesa
è a forma cilindrica con quattro piccole finestre contrapposte ed orientate
verso i quattro punti cardinali. Il tutto è sormontato da una cupola
semisferica a sua volta sormontata da un’altra piccola cupola che poggia
su otto pilastri. In cima vi è una croce e sotto ad essa
una banderuola ben lavorata a forma di angelo. L'interno non presenta elementi
architettonici degni di rilievo, ma conserva una tela, ordinata dalla Pro loco Civitatis Iesualdinæ nel 1998 al
giovane pittore Massimo Forgione, che rappresenta la
scena del perdono fra Carlo Gesualdo e suo figlio Emanuele, come testimonia la
lettera di Eleonora d’Este
del 2 marzo 1609. Dal 1995 l’episodio del perdono viene
rievocato sul sagrato con la manifestazione denominata “Palio
dell’Alabarda”.
Note tratte dal libro ”
CARLO GESUALDO l'albero genealogico e la sua città” di Michele Zarrella.
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