ANTHONY D’ADDESE--Proverbs,
multilingual anthology--C.E.
Accipe et lege- New Jork - Ottawa - Toronto--2005 (inglese- francese- italiano-
spagnolo)
A scorrere le
pagine di questo libro, chi le legge, divertendosi,
impara.
L’autore, infatti, Antonio
D’Addese, italiano emigrato, in giovane età, in
America Settentrionale, studioso sensibile e colto, vi ha maturato una cultura
sostanziata di un umanesimo intensamente e costantemente vissuto, non
aristocraticamente ma freddamente letterario, ed invece profondamente
esistenziale, aperto ed attento a cogliere nel mondo in cui si vive, voci ed
echi che specificano ed improntano l’uomo.
Di questo
umanesimo, egli offre un saggio in questo libro.
In una società,
quale quella in cui viviamo, in cui i confini tra i popoli sono tanto più
facilmente abbattuti o negati a parole quanto più difficilmente vinti e
storicamente superati nella vita di tutti i giorni, queste pagine testimoniano,
infatti, senza limitarsi ad ipotizzarlo o sognarlo o desiderarlo soltanto,
quanto e come i cittadini di vari Stati, lingue, usanze, interessi, siano
vicini, sentendo, giudicando, sentenziando in modo analogo così che, per tanti
versi, essi sono davvero fratelli
Tutti sanno che gli uomini, di qualunque
razza, cultura, religione essi siano, nascono, vivono, muoiono, si ammalano,
gioiscono e piangono, amano ed odiano, perdonano e si vendicano, si combattono e
si innamorano allo stesso modo, interpreti tutti del
bene e del male.
Ma pure, sovente si pensa di
essere gli unici depositari della saggezza che è lievito e sostanza di civiltà,
nobilitando così se stessi ed invilendo gli altri.
Quanto e come questa errata convinzione sia foriera di malintesi e
contrasti, di giudizi avventati e di tenaci risentimenti, è facile intuire.
Queste pagine, invece, testimoniano quanto e come gli uomini sentano e pensino allo stesso modo, vedano e giudichino con
inaspettate analogie e simpatie, interpreti ed esponenti di un’unitaria cultura
che è, per tanta parte e per tante vie, parte integrante e viva dell’anima
segreta della storia umana.
Un solo esempio per invogliare
il lettore a scorrere tutte le pagine di questo libro sorridente e
saggio.
Chi ignora la massima: “Quel che ha da essere, sarà?”
oppure : “Quel che è disposto in cielo, convien che sia?”.
Orbene, in Latino essa suona:” Quae fieri necesse est, illa pro tempore fiunt.”
In Francese: “Ce que doit etre, ne peut manquer” oppure: “Que sera, sera.”
In Spagnolo:” Siempre fué lo que habia de ser.”
In Inglese:” What must be, must be.” oppure : “What will be will
be.” (pag. 144-
n. 644)
Non vi sembra che queste espressioni, pur con le differenze che le
specificano ed improntano, siano in definitiva una nobile consonanza ed una
significativa ed intelligente ripetizione della stessa verità?
E sono oltre mille i proverbi riportati in queste varie
lingue! Essi si commentano da soli, serrando in sé e nello stesso tempo
palesando, esperienze e saggezza millenarie che ci riportano a mente quello che
il grande Goethe ebbe a dire: “I tempi cambiano, ma
l’uomo resta lo stesso”.
E si può facilmente
supporre, e senza avventatezza o superficialità, che, se pure si fosse ampliata
la ricerca alla lingua tedesca, a quella russa od a quella cinese, per citarne
solo alcune, le conclusioni non sarebbero diverse.
L’uomo, per riconoscersi tale,
non ha bisogno di uno specchio: basta che guardi, scopra e veda l’altro uomo, quale che egli sia o che incontri
per la via.
A dirgli “buon giorno”, egli saluta se stesso.
Solo
quando saremo veramente convinti di questa verità, il mondo sarà e potrà dirsi
davvero villaggio globale, scheggia non più opaca ma
luminosa nell’universo, alle soglie dell’Eterno.
Giuseppe
d’Errico