Come fotografare le miniature


Ho visto, in questo forum, che molti lavori degli utenti (mi riferisco soprattutto all'area arte in punta di dita) non possono essere apprezzati a dovere per carenza di tecnica in un passaggio secondo me fondamentale: la fotografia del lavoro eseguito.

Per quanto riguarda i tavoli il problema quasi non si pone, perché un tavolo per essere inquadrato interamente deve essere ripreso da almeno un paio di metri di distanza, ma quando poi si va nei particolari, e la distanza del soggetto si avvicina al piano focale, si entra in un mondo sconosciuto ai più, difficile da interpretare se non si conoscono alcuni comportamenti delle macchine fotografiche: il mondo della macrofotografia.

Nel fotografare le squadre, ovviamente, il problema si palesa in modo imbarazzante. Ho visto moltissime foto di squadre, disposte su più file, con giocatori fuori fuoco nella prima fila, a fuoco nella seconda e nuovamente fuori fuoco nella terza fila. Addirittura alcune con un giocatore solo a fuoco in tutta la composizione.

In tutte le macchine fotografiche il soggetto può essere messo a fuoco fino all'infinito, ma ogni macchina fotografica ha una distanza minima di messa a fuoco. In molte macchine, questa distanza non è scelta in modo automatico dalla macchina, ma bisogna selezionare, tramite uno selettore o un pulsante, che attiva la modalità macro della macchina. Nella maggior parte delle macchine, questo selettore ha un'icona di un fiore sopra:

sugli obiettivi di una reflex, invece, accanto a questo simbolo viene indicata la distanza minima di messa a fuoco.

A questo punto è utile capire cosa è la profondità di campo: se io metto a fuoco un oggetto, a seconda della distanza del soggetto dal piano focale, e dalla luce che faccio entrare in macchina, oltre all'oggetto che ho messo a fuoco, ci saranno altre aree intorno che saranno più o meno a fuoco. La profondità di campo è lo spazio che c'è tra il più vicino e il più lontano degli oggetti messi a fuoco. Per variare la profondità di campo, io posso o allontanare l'oggetto dalla macchina, o chiudere il diaframma, ovvero aumentarne il valore; per esempio, se sto scattando un ritratto con un'apertura di diaframma F2.8 ad un soggetto che dista da me 1 metro, molto probabilmente, se metto a fuoco il naso, avrò le orecchie fuori fuoco. dovrò quindi per avere un buono scatto, o mettere a fuoco gli occhi in modo di avere profondità di campo tra naso e orecchie, ma con ogni probabilità mi troverò i capelli fuori fuoco, oppure chiudere il diaframma a F5,6 per aumentare la profondità di campo.

Ovviamente, chiudendo il diaframma, entra meno luce in macchina, quindi per avere una buona esposizione dovrò o aumentare la luce d'ambiente, magari aiutandomi con un flash, oppure allungare i tempi di esposizione, trovando una giusta coppia tempo/diaframma per la luce dell'ambiente che devo fotografare.

Nella maggior parte delle macchine digitali compatte, ovvero quelle che utilizziamo nel 95% dei casi, tutti questi parametri non sono controllabili manualmente, o quanto meno non tutti contemporaneamente, quindi ci dobbiamo affidare al processore della macchina che cerca la migliore coppia tempo/diaframma per la luce che trova in ambiente.

allora cosa dobbiamo fare?
cerchiamo per prima cosa di chiudere il più possibile il diaframma: come? per prima cosa escludiamo il flash (rileggiamo il libretto delle istruzioni della macchina se non sappiamo come fare), con l'apposito pulsante, poi, se abbiamo la modalità AV (priorità di diaframma) sulla macchina, utilizziamola, e selezioniamo un valore almeno a F5,6; se siamo proprio vicini aumentiamo a F8 o F11, se invece non abbiamo la possibilità di lavorare direttamente sull'apertura del diaframma, utilizziamo il maggior zoom (rimanendo sullo zoom ottico, dove la macchina combini zoom ottico e digitale) che la macchina ci consente.
Mettiamo la macchina su un cavalletto (o uno treppiede piccolo anche di quelli che si trovano a 5 euro nei megastore), perché i tempi di esposizione si allungheranno sensibilmente, ed utilizziamo l'autoscatto, per far sì che la macchina non si muova mentre scatta.

Possiamo inoltre illuminare la scena con degli abat-jour o con delle lampade alogene (meglio sempre usare più fonti di luce per non avere delle ombre nette che possono coprire dei dettagli che vogliamo invece valorizzare) o addirittura con faretti. E' meglio che le luci troppo forti (tipo spot, intendo) non siano puntate direttamente sul soggetto, ma su un foglio bianco (che deve rimanere ovviamente fuori dal campo visivo della macchina) e arrivi in scena di "rimbalzo".

(tratto da subbuteoforum.it – utente ATARU)