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                                       di Civitella D'Arna

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                           CIVITELLA D'ARNA

 Gli Etruschi di Perugia costruirono di là dal Tevere due città fortezze, Vettona (l'odierna Bettona) e Arna, nel territorio degli Umbri, che si estendeva appunto dal Tevere agli Appennini. Arna fu così chiamata perchè in etrusco "arno" significava "corrente del fiume": Arna era per gli Etruschi di Perugia, la città del fiume, la città di là dal fiume, essendo il Tevere il loro "arno".

Arna sorgeva dunque in faccia a Perugia, sulla sommità della prima collina venendo dal Tevere. Da Civitella d'Arna si ha così una eccezionale vista di Perugia lungo tutto il suo asse principale, dai campanili di San Pietro e di San Domenico, alla fortezza Paolina, al campanile del Palazzo Comunale, a Porta Sole, al convento di Monteripido. E poi dall'altra parte di Civitella d'Arna, ecco Assisi, Spello, Trevi, e , verso la vallata, Bastia, la cupola di Santa Maria degli Angeli, fino a Foligno, e, sull'altra costa, Bevagna, Montefalco, fino alla rocca di Spoleto. Gli Etruschi sapevano ben individuare, per le loro città, luoghi perfettamente dominanti, anche di grande rilievo strategico. Un particolare di storia contemporanea: durante quest'ultima guerra mondiale, le armate alleate, giunte il 6 giugno 1944 a Roma, erano pochi giorni dopo davanti ai castelli di Civitella d'Arna e di Ripa, e qui furono bloccate per parecchi giorni.

Arna ebbe un grande sviluppo durante l'impero di Roma, tanto che fra quinto e sesto secolo dopo Cristo era vescovato: alcune località intorno a Civitella d'Arna si chiamano Castel d'Arno, Pilonico d'Arna, Lidarno. A testimonianza di ciò stanno molteplici ritrovamenti archeologici, anche di grande prestigio come ad esempio la testa della statua di Hypnos (di cui riportiamo un'immagine) il dio greco del sonno che attualmente si trova al British Museum di Londra 

Dopo la fine dell'Impero romano, tutta l'area fra Perugia e Assisi fu per secoli continuamente devastata. I Romano-Bizantini riuscirono a tenere le comunicazioni fra Roma e Ravenna, che passavano per Amelia, Todi, Perugia, Gubbio, mentre i Longobardi di Spoleto si rafforzarono fino ad Assisi: Arna venne completamente distrutta appunto nelle lotte secolari fra Bizantini e Longobardi.

Soltanto quando una nuova vita si diffuse nelle città e nelle campagne dell'Italia fra l'Undecimo e il Tredicesimo secolo, venne costruito il castello di Civitella d'Arna, che ancor oggi si conserva, sulle rovine etrusco-romane della sommità del colle. Il castello ha utilizzato come fondamenta, le mura di antiche cisterne romane: di esse si conservano resti nei sotterranei a volta.

Il castello rimaneggiato più volte per ottenere residenze signorili (i Sozi, poi i Degli Azzi Vitelleschi, poi gli Spinola), conserva il bastione di ingresso: sotto il bastione; nel voltone di ingresso si nota un arco del XIV secolo. Nelle mura interne del castello, si vedono resti di finestre dei secoli XV-XVI; e tratti di mura etrusco-romane sono ancor oggi individuabili nelle muraglie esterne.

Anche la chiesa interna del castello è stata rimaneggiata più volte: l'attuale apertura esterna è del secolo scorso. La chiesa è diventata chiesa parrocchiale soltanto nel Seicento. In essa sono conservate alcune opere d'arte di notevole importanza: il gonfalone, datato 1492, attribuito a Bartolomeo Caporali, con una Madonna col Bambino, fra San Giovanni e San Sebastiano, di squisita fattura; una tavola con la Vergine di Domenico Bruschi, una delle opere migliori del pittore perugino; un crocifisso della metà dell'Ottocento. Qui vennero portate, dopo la seconda guerra mondiale, una bella formella di ceramica di Deruta della fine del Cinquecento, con San Cristoforo, dalla cappella del cimitero gravemente colpita dalle bombe; e, dalla stessa cappella, l'affresco distaccato, con la Madonna, e sullo sfondo, le monache del Monastero di Santa Giuliana di Perugia: l'affresco è stato attribuito a Giannicola di Paolo, allievo del Perugino.

Dell'antica cappella del cimitero è rimasto il muro dell'abside con, sulla parte esterna, una lapide di marmo su cui si legge "Isa opera Bonos fecit A.D. MLXXX", cioè " Bono fece quest'opera nell'anno del Signore 1080".

Prima della salita che porta al Castello, si rileva la grande mole del convento costruito (inglobando una cappella del secolo XIV) dai Padri Filippini fra Seicento e Settecento, come sede estiva dei Filippini della Chiesa Nuova di Perugia. Anche questo convento ha utilizzato per fondamenta grandi mura di cisterne romane. Nel convento si è conservata la cappella con stucchi del secolo XVIII e la tela dell'estasi di San Filippo di Francesco Appiani.

In località Osteria, sul lato della strada statale, si innalza una fontana con una grande alzata: la fontana ebbe per architetto Guido Caporali e venne fatta costruire nel 1562 dal signore di Civitella d'Arna, Francesco di Orsino Sozi ( sull'alzata della fontana, in pietra, il suo stemma con l' Orso e lo stemma di Perugia, il Grifo).

Sulla strada che da Sant' Egidio porta a Civitella d'Arna, sorge la bella villa fatta costruire nel Seicento dal cardinale Pompeo Floramonti: la villa è ben conservata, come pure l'adiacente cappella, dedicata a San Lucenzio.

Nella campagna intorno a Civitella d'Arna si incontrano ancora alcune case coloniche che conservano la linea delle antiche costruzioni o almeno alcuni tratti di esse.

Si ricorda che nel Museo Archeologico Nazionale di Perugia sono conservate in grande quantità, urne, vasi, bronzi e altro materiale di scavo, provenienti dall'area di Civitella d'Arna.

 

  Prof. Ignazio Baldelli

 

 

 

 

 

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Aggiornato il: 24 giugno 2005