Poesia scritta a conclusione di una battaglia.
In essa si ricorda, con parole toccanti,
il sacrificio di un compagno caduto.

Sacrificio partigiano

Ti vedo ancora amico e compagno partigiano:
quando nelle notti insonni
il mio pensiero fruga nel passato
Vedo il tuo volto gaio e spensierato.

I tuoi capelli biondi, lunghi da apparire un effemminato,
quei tuoi occhi chiari, limpidi e sinceri,
dentro quel corpo esile celavi un cuore,
un cuore generoso e forte, da vero battagliero.

Primo fra i primi, in ogni azione volontario,
in ogni azione coraggioso e temerario,
eri di sprone a chi ti stava accanto
e la paura di morire spariva d'incanto.

Fu in un radioso mattino d'inverno
che attaccati dal tedesco, capitò l'inferno;
su quei pendii, dal candido manto ricoperti,
dai vostri passi sulla neve foste scoperti.

Non indugiaste ad impegnar battaglia
ed a puntar contro il nemico la mitraglia;
pensasti che sacrificar tutti era invano,
dicesti ai compagni di ripiegar pian piano.

La tua arma vomitò fuoco e morte
come se 1000 energie fossero in te risorte,
gridasti:"Italia Italia cosa importa se si muor",
prima di cader sotto il piombo del tedesco assalitor.

Allargasti le braccia, alzando gli occhi al cielo,
irrorasti con il tuo sangue quella coltre di gelo;
e da quel vermiglio colle, scrissi:"Fuori d'Italia invasor";
con quell'atto di eroismo, gridiamo:"A morte il nazi fascismo".