MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/related; boundary="----=_NextPart_01C55D81.8E564530" Questo documento è una pagina Web in file unico, nota anche come archivio Web. La visualizzazione di questo messaggio indica che il browser o l'editor in uso non supporta gli archivi Web. Scaricare un browser che supporti gli archivi Web, come Microsoft Internet Explorer. ------=_NextPart_01C55D81.8E564530 Content-Location: file:///C:/D2B8D129/SIMONEGIORGI.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii"
SIMONE GIORGI
Il mio uomo
Quanto è piccolo il mio uomo
è misero e meschino come
ogni uomo della sua generazione
non mi ama, il mio uomo,
e il suo sentire di non amarmi è confuso,
non sa amare, non può amare perché
è troppo piccolo, è meschino il mio uomo,
così può dirmi che mi ama senza badarci,
perché nella sua piccolezza
confonde ciò che sente con l’amore,
sa che ognuno deve amare e ritiene
che se la voglia non scompare allora ecco,
questo è, probabilmente, deve per forza amarmi,
se prova pena e colpa nel non amarmi,
crede il mio uomo.
Il mio uomo= non è nemmeno un uomo,
e ad ogni modo non è il mio uomo,
non stiamo insieme, non stiamo più
insieme benché io gioirei di essere con lui
pur sapendo che non mi ama,
pur se mi ostentasse il suo disprezzo,
ma il mio uomo è troppo piccolo anche
per esse= re meschino fino alla malvagità,
troppo piccolo per la perversione e il sadismo,
il mio uomo mi desidera a patto che
sia chia= ro che non è il mio uomo,
mi umilia e possiede ma non
sopporta di mostrarsi ignaro
che il nostro amore non esiste,
esiste il mio amore per lui e la
sua inconsistenza di desiderio,
vuole che non ci sia un amore,
che io proclami che non c’è,
e lo viva in me in silenzio, in me sola,
come qua= ndo eravamo insieme,
ma senza alcuna connivenza,
ora, del mio uomo.
Per questo = non è nemmeno
un uomo,= il mio uomo,
ciò che mi consola è pensare
che non = sia un uomo,
un uomo così meschino da
non essere neppure malvagio,
da non condannarmi all’abiezione,
che promette la morte o una nuova vita,
non vuole avere niente a che
fare con= la mia abiezione,
la mia condanna o il mio salvamento,
un uomo che ne è la causa e non si ritira
ma non intende parteciparne,
almeno mi consola ritenere
che non = sia un uomo, il mio uomo.
Ma poi sento di amarlo, il mio uomo,
e se lo amo deve essere un uomo,
se non lo è lo rende tale il mio amore,
se lo amo e dico questo è il mio uomo
allora d= eve essere un uomo,
almeno per me, e in me e
a causa = del mio amore,
e non so se gemere per
un uomo = che non è un uomo
e s’affida a me, per divenirlo,
e non mi ringrazia né biasima,
non so se versare
le lacrime di una donna
ginocchioni che per il suo atto
non riceve denaro né rimprovero,
tenerezza né ingiuria,
che si sottomette volontariamente
non per esaudire un desiderio,
ma per provocarlo e poterlo esaudire,
a chi non chiede per non acquistare
il debito di un desiderio soddisfatto,
nella consapevolezza che presto
il suo d= esiderio verrà indotto,
senza la sua complicità,
non so se piangere o assaporare il sorriso
di chi ha conquistato amaramente
ciò a cui non può rinunciare,
non so se piangere o sorridere
la mia umiliazione
perché faccio del mio uomo un uomo.