MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/related; boundary="----=_NextPart_01C55BF7.CB5E6CE0" Questo documento è una pagina Web in file unico, nota anche come archivio Web. La visualizzazione di questo messaggio indica che il browser o l'editor in uso non supporta gli archivi Web. Scaricare un browser che supporti gli archivi Web, come Microsoft Internet Explorer. ------=_NextPart_01C55BF7.CB5E6CE0 Content-Location: file:///C:/235AAE09/GIANCARLOROSSINI.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" GIANCARLO ROSSINI

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GIANCARLO ROSSINI

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Della morte di una goccia di pioggia

 

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C’&eg= rave; una panchina in pietra nella mia città,

che cerca il tramonto,

attraverso gli spigoli delle sue abitazioni,

tra le fessure delle sue mura.

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E da quella panchina rivedo un bambino,

alla finestra d’un monotono autunno,

fissare le gocce di pioggia rincorrersi sui fili elettrici

tesi tra le vecchie case e, alla fine della corsa,

guardarle cadere in strada.

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E mi prende la stessa angoscia di allora,

quando credevo che, cadendo, sarebbero morte.

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A volte, un= a goccia si fermava, come sapesse,

come non volesse abbandonare quel filo sicuro.

Ma le altre= la raggiungevano, e la spingevano giù,

senza pietà, anzi cadevano insieme.

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Provo al ri= cordo lo stesso sottile dolore. Quel dolore bambino.

Oggi che so= no vecchio.

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C’&eg= rave; una panchina in pietra nella mia città,

che cerca il tramonto,

attraverso gli spigoli del suo gremito deserto,

tra le fessure del suo convulso fluire.

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E da quella panchina non scorgo più la mia città:

la mia gente, i miei viali, le mie case… i miei fili.

Tutto &egra= ve; cambiato. Tutto m’è estraneo.

Anch’io.

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Eppure dentro sono lo stesso di allora:

sono il bambino che piange la morte di una goccia di pioggia;

sono il ragazzo che non ha troppa fretta di crescere;

sono l’uomo che aspetta ancora l’occasione per vivere.

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Invece sono una goccia, una goccia giunta alla fine del filo.

Sono solo u= n vecchio, stanco e piagnucoloso,

che, seduto sulla panchina in pietra della sua sconosciuta città,

cercando un tramonto, aspetta soltanto di non vederne più.

 

 

 

 

 

 

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