Engels a Marx

a Londra

 

Marx-Engels. Opere Complete, vol. XLII, pag. 333 - 334

Trascrizione di Giandomenico Ponticelli

 

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Manchester, 16 giugno 1867

Caro Moro,

da otto giorni sono stato talmente tormentato da dispute d'ogni genere col signor Gottfried* e da altre storie e seccature, che soltanto di rado ho avuto quiete per studiare la forma di valore. Altrimenti t'avrei da tempo rimandato i fogli di stampa**. Specialmente il foglio 2, che però adesso non si può più cambiare, porta l'impronta alquanto profonda dei foruncoli, ed io penso che nel supplemento non tornerai su di questo, poichè il filisteo infatti non è abituato a questo modo astratto di pensare e certamente non vorrà lambiccarsi il cervello per amore della forma valore. Al massimo qui si potrebbe dimostrare storicamente, in modo un poco più diffuso, quanto è già acquisito dialetticamente; per così dire trarne dalla faccenda le prove, quantunque il più necessario sia già detto. Tu però disponi di tanto materiale al proposito, che di certo potrai ancora fare una buona digressione che dimostri al filisteo con argomenti storici la necessità della formazione del denaro e il processo con cui essa avviene.

Tu hai commesso il grosso errore di non rendere evidente la linea del pensiero di questi sviluppi più astratti mediante un maggior numero di piccole riparazioni e di sottotitoli separati. Avrei dovuto trattare questa parte al modo dell'« Enciclopedia » di Hegel, con brevi paragrafi, rivelando ogni passaggio dialettico con speciali titoli e possibilmente stampando tutti gli excursus e le pure note illustrative con caratteri speciali. La cosa poteva un pò apparire da maestro di scuola, ma la comprensione sarebbe stata facilitata sostanzialmente per una categoria molto vasta di lettori. Il populus, anche quello istruito, non è più abituato a questo modo di pensare, e gli si deve allora venir incontro con ogni possibile facilitazione.

Confrontato con la precedente esposizione (Duncker)***, il progresso nell'acutezza dello sviluppo dialettico è notevolissimo; quanto all'esposizione parecchie cose mi piacciono di più nella prima veste. È un gran peccato che proprio l'importante foglio secondo risenta della persecuzione dei foruncoli. Ma d'altra parte non lo si può cambiare, e chi è in grado di pensare dialetticamente lo capirà lo stesso. Gli altri fogli sono ottimi e mi hanno procurato molto piacere, mi sono piaciuti molto. È sperabile che tu possa presto spedirmi un cinque o sei fogli di stampa (e ti prego d'accludere nuovamente il foglio 5, affinchè io possa riprendere esattamente il filo); i fogli fin qui letti separatamente faranno meglio impressione se letti di seguito.

Ho scoperto ancora alcuni errori di stampa. Comprenderei nell'elenco degli errata corrige solo quelli che falsano il senso.

Ieri fui da Gumpert. Pauvre garçon! [Poveraccio! -ndtr]. Cade sempre più in basso.

Fu impossibile interessarlo a un qualsiasi argomento scientifico, non dico di politica. Pettegolezzi cittadini, nient'altro che pettegolezzi cittadini. E con ciò si meraviglia che non si vada da lui spesso.

Letto lo Hofmann. La moderna teoria chimica, con tutti i suoi errori costituisce un grande progresso di fronte all'atomistica precedente. La molecole quale minima parte della materia capace d'esistenza autonoma è una teoria perfettamente razionale, un « nodo » come dice Hegel, nell'infinita serie delle scissioni, il quale non le chiede, ma pone una distinzione qualitativa. L'atomo - prima rappresentato come il limite della scindibilità - adesso è soltanto un rapporto, quantunque il signor Hofmann stesso ricada di nuovo ogni momento nell'antica rappresentazione che vi siano atomi veramente inseparabili. Del resto i progressi della chimica costati nel libro sono davvero enormi, e Schorlemmer dice che questa rivoluzione procede di giorno e che ogni giono v'è da aspettarsi nuovi rovesciamenti.

I migliori saluti a tua moglia, alle ragazze e all'elettricista.

Tuo F.E.

Rinvio oggi 5 fogli

* Gottfried Ermen

** Vol. I del Capitale

*** Per la critica dell'economia politica