DOVE       

 

Sul terzo ripiano di un polveroso

scaffale nell'ufficio di anagrafe del

comune di Sassocorvaro, c'č un

voluminoso librone, con grandi pagine

ingiallite dal tempo, sulle quali sono

scrupolosamente scritti a mano ,

probabilmente con un pennino ad

inchiostro, gli atti di nascita dal

1890 al 1920.

Alla pagina 21 di questo libro si legge

con un poco di difficoltā: oggi 12

febbraio 1897, in localitā Cā giangolo,

č nato da Polidori Zeferino e

Quieti Maria un piccolo cui č stato

dato il nome di Arturo.

Questi era mio nonno.

La famiglia Polidori si era trasferita

da poco tempo a Cā Giangolo, prima

abitava in un'altra casa colonica in

non so bene quale  posto, poi a causa

del nuovo lavoro di Zeferino , aveva

scelto questa casa , in bellissima

posizione panoramica sulla vallata del

Foglia; dall'alto di questa collina la

vista spazia lontano: Tavoleto,

Auditore, Montealtavellio e Certaldo

sono tutti a portata di mano; il monte

San Giovanni si erge alto davanti agli

occhi, e copre con la sua mole, la vista

delle colline dell'entroterra di

Riccione, a volte poi  sul suo fianco

sinistro, č possibile vedere ,

contornate di nebbia o nuvole basse le

tre punte di San Marino.

La strada che porta a Cā Giangolo, sale

dalla vallata partendo da Case Nuove,

quindi attraversa il fiume su di una

traballante passerella, e comincia ad

arrampicarsi  su per la collina fino a

raggiungere, in alto, la casa, posta su

un pianoro non molto grande, su cui

nelle calde notti d'estate, mio nonno

passava il tempo ad ascoltare  le

favole che  suo babbo gli raccontava 

tra un bicchiere di vino e l'altro , nel

periodo della mietitura.

Su quest'aia dā un piccolo porticato,

sotto il quale  si apre l'ingresso

principale della casa , un portone in

legno non molto grande, in linea con

le finestre , tutte minuscole anche se

numerose, ciō per impedire il disperdersi

del calore nelle fredde giornate d'inverno,

quando la tramontana

soffiava  urlando sugli spigoli della

casa, ed ammucchiava  la neve contro i

vetri creando fantastici ghirigori

all’ esterno delle finestre .

In quest'ambiente mio nonno passō i

primi anni della sua vita , ma non era

solo, la Maria infatti provvide a

dotarlo di un giusto corredo di

fratelli : sei, ed anche  una sorella, fino a

raggiungere il bel numero di otto figli;

erano tutti maschi, e questo voleva

dire braccia per lavorare e portare a

casa un poco di soldi per il

sostentamento della famiglia.

Sicuramente se allora ci fosse stata la

televisione la mia bisnonna non avrebbe

avuto il tempo di mettere al mondo cosė

tanti figli, ma per fortuna della famiglia

a quel tempo  la Rai non aveva ancora iniziato le

trasmissioni, e le persone la sera

andavano a letto molto presto ,

soprattutto l'inverno quando il sole

scendeva dietro le colline giā alle

cinque di sera.