Dove Siamo

 

 

"Il puntino rosso siamo noi....."

 

 

 

 

Principali distanze:

Sassari                                56 Km

Olbia (Porto e Aeroporto) 70 Km

Fertilia                                  80 Km

Porto Torres                        70 Km

Cagliari                              235 Km

Dal Mare                             15 Km

Numeri Utili:

Comune: 079564015

Proloco: 079564348  079564342

Pubblica Assistenza: 079/564700

Carabinieri: 112

Polizia: 113

 

Piccola storia del nostro paese:

Il territorio di Perfugas è caratterizzato da un paesaggio ad ampie vallate fluviali, separate da rilievi non elevati e dalle sommità pianeggianti.

Geologicamente è costituito da una serie di vulcaniti terziarie, su cui poggiano le formazioni sedimentarie mioceniche, per lo più lacustri arenaceo - marnose, con frequenti livelli  selciferi; in questi depositi sono presenti i legni silicizzati. I depositi superficiali sono per lo più quaternari, con formazioni di versante e depositi fluviali generalmente terrazzati.

Il paese, sito a 92 m sul livello del mare, poggia, nel suo nucleo più antico, sulla collinetta di Santa Maria, dove si è sviluppato un centro nuragico - romano e medioevale, particolarmente attivo ed economicamente valido. Il territorio è attraversato da una serie di corsi d'acqua, il più importante è il Rio Altana che, unendosi al Rio Anzos, forma il Rio Giobaduras che va a versarsi nel Coghinas; altri torrenti sono: il Rio Calvai, il Rio Deidda, il Rio Silanis.

Le condizioni ecologiche ed ambientali nonché la ricchezza di depositi selciferi, indussero già l'uomo del Paleolitico Inferiore (500.000 - 120.000 anni da oggi) a stanziarsi in questo territorio. Sarà proprio questo territorio a fornire nel 1979 le prime prove tangibili della presenza umana in Sardegna durante la prima Età della pietra.

La raccolta di migliaia di strumenti e manufatti litici (in località Rio Altana, Interiscias, Juanne Malteddu e negli  scavi operati a Pantallinu), hanno permesso di retrodatare la preistoria sarda (le cui attestazioni più antiche erano ferme al Vi millennio a.C.) a circa 150 -200.000 anni a. C. La creazione nel 1988 del Museo Archeologico e Paleobotanico ha valorizzato il ricco patrimonio archeologico di Perfugas che, oltre alle testimonianze paleobotaniche e paleolitiche, vanta una documentazione quasi senza interruzione culturale che va dal Neolitico Antico al Medioevo. Tra i monumenti si segnalano: il complesso a domus de janas di Niedda; la domus dell'Ariete in località Funtana Pulida, nella cui cella più interna è inscritta a bassorilievo, in un riquadro rettangolare, una protome di ariete; lo splendido tempio a pozzo, finemente lavorato, del Predio Canopoli, ubicato in pieno centro storico. Opera di alta architettura nuragica che ha restituito, tra l'altro, due bronzetti raffiguranti un toro ed una vacca, conservati il primo al Museo "Sanna" di Sassari, il secondo al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari; la fonte nuragica di Niedda costruita a gradoni degradanti, con la parte frontale a blocchi squadrati e con bozze a rilievo.

Tra i materiali: la splendida statuina in marna di Dea Madre con bambino, riferita alla cultura di Bonu Ighinu; il lungo pugnale bronzeo nuragico ad elsa gammata.

Il territorio, per la sua vitalità e floridezza economica, commerciale e culturale, fu abitato anche nei secoli tardo-nuragici e romani. Il sito poi di Santa Maria - Pozzo Sacro è da porre in relazione ed identificare nell'abitato di Erucium dell'Itinerarium Antonini, presso il quale passava una strada che si dirigeva verso Turris Libissonis (Porto Torres); del periodo medievale rimane memoria di un "Castello Rosso", così lo chiama l'Angius, posto su un'altura ai bordi dell'abitato; nel corso del XII secolo fu costruito il primo impianto della chiesetta romanica di Santa Maria, al centro del paese, il più antico esempio di impiego in Sardegna di file alterne di pietra calcarea e di conci in trachite. La chiesa di San Giorgio, in pregevoli linee gotico aragonesi, che si trova a un paio di chilometri dal paese, risale invece al periodo tra il XV ed il XVI secolo; conteneva un prezioso polittico in legno che può essere ammirato nella parrocchiale, dedicata a Santa Maria degli Angeli,dalla quale prende il nome la Nostra Corale, che fu costruita nel 1500 e modificata nel '700, ha una bella facciata e all'interno un pregevole capitello intarsiato, un antico altare ed un crocifisso in legno

Oltre che di questo ricco patrimonio di beni architettonici ed archeologici, Perfugas gode di un'economia fondata sull'integrazione di agricoltura ed allevamento che ha il suo punto di forza nella bontà della terra, celebrata da tempo per la qualità dei suoi prodotti: «Ha un suolo molto fertile - scriveva poco più di cent'anni fa il canonico Spano - gli ortaggi, e specialmente i peponi e le angurie sono un ramo d'industria di quei popolani, smerciandoli in Tempio col quale comunica colla strada messa in esercizio fin dal 1867». Le colture, in parte irrigue, sono praticate soprattutto nella piana e producono sia ortaggi e cereali che foraggi destinati alla zootecnia. La zona collinare è utilizzata per l'allevamento allo stato brado.

Grazie a queste favorevoli condizioni di vita e di lavoro la popolazione non ha conosciuto come altrove il pauroso calo migratorio dei decenni passati: dai 3371 abitanti del 1961 si è passati ai 2957 del '71, ma già nell"81 si era tornati a 3151. La diminuzione che si registra oggi (siamo a 2553) è dovuto alla conquista dell'autonomia da parte di Erula insieme ad alcune altre frazioni. Anche nel territorio restato di pertinenza di Perfugas sorgono numerose le frazioni, a confermare l'abitudine, più gallurese che logudorese, che gli allevatori hanno di andare ad abitare nei fondi agrari: le più importanti sono Sa Contra, Sas Contreddas, Sas Tanchittas, Modditonalza, Santa Vittoria, Lumbaldu, e ospitano tra tutte un terzo della popolazione del comune.

A questa solida base economica si va aggiungendo oggi la valorizzazione turistica, fondata sul patrimonio archeologico, ma che potrebbe integrarsi sia con l'agriturismo che con la creazione di un parco che salvaguardi i tronchi di un'antica foresta pietrificata, situata anch'essa lungo il Rio Altana, e sullo sfruttamento razionale del lago di Casteldoria.