Michael
Santhers
è nato a Cercemaggiore (CB) e vive a Campomarino,ha pubblicato i volumi:
Piccoli rumori dell'anima, Vite
contromano,
Amori scaduti di un essere qualunque,
Pensieri che non dormono mai,
Una farfalla all'ombra della luna,
Quando gli alberi si rifiutano di ospitare le foglie,
Le rose piangono al tramonto,
Normalità incondivisibili tra maschere clonate,
Un temporale acclamato con nuvole dirottate,
Poesie cialtrone e parole fredde.
Con la lirica che leggiamo oggi: «Prima
comunione»
mette a confronto l’azione dominata e la coscienza dell’azione.
L’azione
dominata è un'azione adattata. Esige
presenza ed ampiezza della coscienza; elasticità nella differenziazione:
qualità che normalmente si sono sviluppate. Tuttavia sono un nulla senza
l'autorità della decisione.
«Il
prete ha fretta di incassare la parcella
e
raccomanda le piccole anime con segni
a
metà strada tra artificio e congedo»
Abbiamo visto la coscienza dell'azione e il linguaggio che l'articola,
tendere a svilupparsi, fino ad arrestare l'azione. Un po' sommariamente,
alcuni arrivano alla conclusione della superiorità dell'azione immobilizzata.
In questi tre versi della prima parte si gusta una specie di gratuità angelica
o d'affettuosità poetica. Si vede facilmente ciò che vuole salvare. Si
nota una forte sensibilità come una delle più perniciose
malattie contemporanee dell'azione: ruminare pensieri, perché la febbre
dissolvente dei giochi d'idee, è lo sprofondamento nella liricità. Un'azione
che si priva del soccorso, che non ha altra via d'uscita che quella di
degenerare in esplosione istintiva o
emotiva, ovvero di cedere il posto agli automatismi
primari.
Quando avverte che il prete ha fretta d’incassare la parcella, gli
offusca la visione del mondo, non obbedisce più al soffio
degli dei, ma all'incertezza del suo umore.
Tuttavia non è meno vero quando riflette sulla distribuzione dell'azione
secondo il formalismo amministrativo immaginato
da una poetica impacciata di procedura e di cattivo
cartesianesimo.
«al ristorante c'è un menù fatto di pesci
e
altri animali morti
più
o meno tagliati a pezzi
che
devono ben figurare nel lieto dell'evento»
Si è distinto perché ha la riflessione
precedere l'atto secondo quelle regole
classiche, e da atti lenti, maturati, spesso
esitanti, di fronte ad un tipo che prima agisce e poi riflette
a ciò che fa: cosa che porta con sé atti
rapidi, alle volte prematuri, ma senza incertezza. Questa distinzione non
coincide, o coincide solo parzialmente, con la distinzione degli
attivi-inattivi, la cui ampiezza dell'azione concerne nella prontezza del
suo sganciamento. Si accosterebbe piuttosto all'opposizione primarietà-sccondarietà.
Ha il merito d'indicare che la coscienza dell'azione
è anche spesso
una coscienza implicata quanto una coscienza sviluppata, senza però
essere per questo un'incoscienza.
In questo
caso la qualità dell'azione prodotta non si misura necessariamente, come
inclinano a crederlo i secondari, dalla lunghezza e dall'applicazione
apparente della deliberazione preliminare: essa si valuta invece dal
volume, o meglio dall'ampiezza della
coscienza impegnata nell'azione, fosse anche il lampo d'un
attimo come in certi «rapidi»
superiori. Il tatto, lo spirito, la prontezza nella risposta,
l'abilità costante, la decisione eroica, lo
slancio generoso non si preoccupano di
lunghi preliminari, e tuttavia sono accumulatori di alta coscienza.
Inoltre gli animali morti e fatti a pezzi devono ben figurare nel lieto
evento e devono il loro successo solamente
ad una meditazione anteriore di cui non possono risparmiarsi né le difficoltà
né la pazienza.
«c'è
un vecchi cameriere
con
i sogni consumati a rate
nato
come servitore di brodaglie
e
promosso a misurare le pance gonfie
degli
invitati»
Il vantaggio della coscienza-lampo sulla coscienza
impacciata non ha niente a che vedere con un primato della coscienza
sonnolenta o dell'incoscienza cieca. Se è vero
che bisogna
talvolta fermare l'azione per fare opera profonda e ripiegare
ogni iniziativa per raccoglierci su un centro di vita da cui salgono
forze sconosciute: se è vero che tante
volte i nostri atti migliori sono quelli appunto di cui siamo meno sicuri
d'essere gli autori: questo sorpassamento dell'azione si comprende e si
acquista al di là della coscienza e dell'azione deliberate. Si tratta
della più eletta scelta, non già dell'abbandono della scelta.
«i
bimbi ricorderanno solo i giochi un po’ feroci
avallati
da genitori distratti
a
iscriversi nell'albo dei meriti delle vanità
a
prezzo alto»
L'ampiezza della coscienza in questi versi della quarta parte, interessa
soprattutto l'elasticità di adattamento: «i bimbi ricorderanno…»
(sì, perché questo è il giorno più bello della vita, lo fu anche per Napoleone).
La ristrettezza di coscienza produce una certa suggestione nel soggetto
per opera della sollecitazione avvertita. In questo modo gli da quella
potenza motrice, per un'efficacia superiore, favorendo la concentrazione e
l'applicazione, e mette da parte l’impulsività dando un tono pacato
alla lirica. In poche parole chiude il soggetto in una specie di rigidità
intensa, che gli permetta di gettarsi sull'oggetto della sua azione senza
guardare né a destra né a sinistra. «ricorderanno i giochi un
po’ feroci», si irrita contro queste operazione
complicate e non avverte i cambiamenti dell'ambiente percepibili a tutti.
«poi
mia madre tornò a casa
e
si guardò allo specchio
soddisfatta
per aver riportato pochi danni
dopo
il parto e esser piacente ancora
per
i giochi dell'amore»
Diventa schiavo di sollecitazioni stereotipate: manie, follie. Generalizza
in fretta le sue esperienze particolari, specialmente se sono state per
lui un po' scottanti: fa giudizi sommari sugli uomini e sulle cose: come
non sapesse cogliere lì per lì l'astuzia, l'ironia, la complicazione. È
freddo e appassionato allo stesso tempo, è guida intrepidamente per le
sue passioni oltre ogni ostacolo. La sua foga e il coraggio sono
variazioni, che gli fanno ignorare l'ostacolo piuttosto che misurarlo e
provocarlo. La larghezza del campo di coscienza, invece, moltiplicando la
ricchezza della riflessione, la visione d'una situazione e l'agilità
dello sguardo, da quella elasticità, quella disinvoltura e quell'ingegno
che stanno all'azione come una vasta cultura sta all'intelligenza.