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I Poeti

Di: Dario Durante

 

Dario Durante è nato a Roma nel 1963 da famiglia d’origine contadina. La sua vita trascorre fra alti e bassi fino a ventuno anni, quando, per motivi familiari, è costretto ad abbandonare gli studi universitari, intrapresi in campo umanistico per avviarsi nel mondo del lavoro,dove tuttora svolge la mansione di aiuto bibliotecario.
In ogni modo non ha mai abbandonato la passione per la poesia e per la letteratura in generale.

Afferma il Tommaseo in una lirica intitolata, «Il Poeta», che non è la raggiante immagine e non la riposta idea, nemmeno l’armonia dei numeri, e neppure l’amore che egli crea, oppure l’idea dell’immagine che è aurora d’amore fecondo che si forma in uno per uscirne coi fiori da donare al mondo.

Per Durante il concetto non cambia:

«Rattristati al gelo lunare

i poeti gemono parole.

(Mondi manchevoli dissestano)»

la figura del Poeta appare uguale al pensiero del Tommaseo, ma ha un’altra veste, o meglio agisce diversamente, quello (del Tommaseo) è armonia di amore fecondo da donare all’umanità; questo, geme parole al gelo lunare. I secoli sono passati e con loro è cambiato il modo di pensare e di agire ed anche la morale; ieri forse il pessimismo era mascherato proprio dai poeti; lo stesso Leopardi nel suo pessimismo apparente dà sollievo allo spirito: dopo la tempesta c’è sempre il sole.

Il Poeta sotto quest’aspetto è veramente il Vate come appare in certi segni della Bibbia o nei grandi antichi che annunziano Dio, come afferma il Panzacchi: «potrà essere che il poeta tiri sempre a raccogliere, a condensare, a infittire concetti e immagini per modo che ogni tanto sarebbe necessario fermarsi a scomporre un poco quei ricchi intrecci di forme che spesso si adombrano scambievolmente; ma una volta date a lui queste cure di analisi, egli ci ripagherà con una dovizia immensa di belle cose»; poiché:

«Strangolati dal sordido vento

i poeti spengono discorsi di sogno.

(Soffocati il rude vento ingoiano)».

Per questo la vita incerta e stanca, contesta la violenza e gli errori, mette in luce il rimorso e i patimenti. Cantando questa canzone della verità il Poeta trova che ha le sue gioie e l'interminabile salita di vero in vero, trasmette attraverso la poesia e il suo concepire la vita, allora, pago del suo operato, il poeta toccherà, la cima e potrà dire senza superbia:

«Strangolati dal sordido vento

i poeti spengono discorsi di sogno».

Ed ecco la poesia del Durante; analizzate le parole: è l’eterna materia poetica, l'uomo, l'universo, Dio, sapendo che tutti i soggetti sono buoni al poeta lirico, purché lo abbiano commosso. La luna che raggela e la notte del dolore, la luce, i colori. E dal tema, come da ferro incandescente, che fa zampillare scintille nuove, anzi è nuova luce, che il Poeta fa balenare!

«i poeti spengono discorsi di sogno», ma accendono speranza e la fede ha il sopravvento sul caotico vivere odierno, in cui ancora l’uomo va alla ricerca del benessere e affronta pericoli che molto, troppo spesso gli costano la vita, spesso sono bambini che muoiono di freddo sopra una scialuppa di fortuna e… solo l’immensità del mare accoglie i loro corpi, fortuna che l’anima è nelle mani degli angeli.Che cosa spinge il Poeta a denunciare cantando,queste tragedie, spegnendo discorsi di sogno? Il grande amore per l’umanità che non è secondo a nessun altro sentimento, perché racchiude tutta la potenza del mondo; e Durante lo dice  potentemente a modo suo:«Rattristato al gelo lunare/che «Mondi manchevoli dissesta».

C’è in questi versi, augurio e preghiera, con gentile novità: lasciando che le lacrime si condensassero sotto la gelida luna, avvolta in nuvole, nascondendo le armonie.

Si potrebbe provare come anche se:

«Strangolati dal sordido vento

i poeti spengono discorsi di sogno».

tutti i popoli e di tutta la storia, egli tocchi, con senso nuovo; che non avviene di proposito ma dai due soggetti grandi: l'amore e la religione.

Vorrei rilevare che non vi sono facili e futili petrarchismi, o leopardismi; né si possono trovare dottrine platoniche come quelle che appaiono nella lunga bugia cinquecentistica, anche di figurazioni incorporee o di vacuità arcadiche, di quanto insomma l'espressione dell'amore ebbe di falso o di vano nella nostra letteratura.

Ma analizziamo i due termini sopra accennati, uno, il reale, perde nella rappresentazione poetica una parte di sé, quella parte che potrebbe piacere ad Anacreonte o ad Orazio, ma che non potrebbe piacere ai critici del nostro tempo.

«Davanti

al madido singhiozzo del mondo

la dimenticanza sopportano

I poeti».

Ma l’umana natura fedelmente rappresentata e la coscienza cristiana rispecchiata potentemente fanno nei versi del Durante un connubio originalissimo, e non meno mirabile per questo che non tutti i critici lo possono intendere.

«al madido singhiozzo del mondo

la dimenticanza sopportano»

Ecco la novità del Durante: l'oggetto dell'errore, che altri chiameranno «oscenità», poiché i Poeti non sanno né potrebbero dimenticare, se no i torti ricevuti, quando hanno voluto rappresentare nella chiaro della luce dei propri pensieri, perché nella luce è lo splendore il ravvedimento e la conseguente necessaria elevazione che ad altri potrebbe apparire misticismo.

Aggiungo: oltre che la novità, la verità viscerale e grande del Nostro e stato il voler raffigurare con immagini ora forti ora leggere e colori caldi magari, il momento della dimenticanza, per affermare che in quel momento stesso ha sentito di aver dimenticato.

Comunque sia, una cosa è certa; che egli ha dato tratti di cruda realtà umana e sociale, non meno che nuovi accenti dall'amore alla lirica.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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