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Kafkiana

Di: Francesco Perono Cacciafoco 

Francesco Perono Cacciafoco, vive ad Acqui Terme (AL). Ora è studente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Pisa, ove collabora con la Cattedra di Storia greca del Dipartimento di Scienze storiche del Mondo Antico.

Ha diretto - con Walter Zollino - il foglio letterario trimestrale «Teatro Vocali» (Solinum Editore, Castellazzo Bormida - AL) ed è collaboratore della rivista letteraria «La Clessidra» (Edizioni Joker, Novi Ligure - AL).

E' autore di tre saggi: uno sull'«Arte dei Calligrammi nella Letteratura universale»; un breve saggio sulle «Fetes galantes» di Paul Verlaine; uno imponente sull'origine della popolazione ellenica dei Dori nella Grecia preistorica.

Ha pubblicato, tre raccolte di poesie, per i tipi delle Edizioni Lalli di Poggibonsi: «Giorni e giorni e giorni»,  «Blues senza ritmo» e «Celidonia».

Ha tradotto molti poeti simbolisti francesi e sta lavorando ad una traduzione integrale dei «Poetae novelli».

«Tristezze di Dvorak

a San Venceslao

sulle balze dell'ultima estate

per la mia vecchia vita»

Innanzi tutto distinguendolo da altri principî con i quali potrebbe essere confuso, mostrando, per prima cosa, che questi versi non appartengono all'ordine della sensazione. In effetti, si possono paragonare più facilmente all'emozione estetica, da distinguere con cura rispetto a tutto ciò che potrebbe comportare un interesse diretto. Il sentimento è permanente e universale e le verità che ci rivela non sono dell'ordine di quelle destinate a perire, ma di quelle che restano. Sola facoltà pura, libera da ogni desiderio, il sentimento, è la prova della spiritualità della nostra anima, perché non è legato ai calcoli di un interesse destinato a perire, e si caratterizza, al tempo stesso, per una semplicità che lo rende tanto inspiegabile quanto inconfutabile; come lo è l'evidenza e anche la certezza della nostra esistenza. 
«
sulle balze dell'ultima estate

per la mia vecchia vita»
La ragione varia da un'età all'altra e il sentimento è sempre lo stesso. Gli errori della ragione sono locali e volubili; e le verità del sentimento sono costanti e universali. La ragione forgia l'io greco, l'io inglese e l'io turco; e il sentimento forgia l'io umano e l'io divino. Il sentimento, unica pietra di paragone della verità, indica anche i limiti che non vanno superati.
«Lo spirito non ha scienza, se il cuore non ne ha la coscienza». Ma questa maniera di tracciare limiti alla scienza, l'abbiamo visto, è anche una maniera per aprirle prospettive, per permetterle di utilizzare metodi da cui essa si teneva alla larga, poiché si fan portatori del sentimento di una verità. È questo il caso dell'analogia, di cui rileviamo in questa lirica, proprio come indicava, sull’uso e sulla portata che ha in Bernardin de Saint-Pierre. Il sistema delle armonie della natura, è a mio avviso l'unico ad essere alla portata degli uomini. Fu illustrato già da Pitagora di Samo, che fu il padre della filosofia e il capo dei filosofi noti con il nome di pitagorici. Non sono mai esistiti dotti tanto illuminati quanto loro nelle scienze naturali e le cui scoperte abbiano fatto più onore allo spirito umano.
La riflessione sull’instabilità delle cose umane sul tempo che domini pensieri ed emozioni, come ogni cosa, anche nella vita quotidiana è possibile che divenga oggetto di discorso sorridente, per persone buone e belle che sanno guardare in profondità, anche in un tranquillo pomeriggio, quando vai a trovare un'amica per un caffè dopo pranzo, in una pausa d'ozio che vale molto più del lavoro di un'intera giornata.

«E le cose che tu chiami nuove

non vengono - credo - dalla Boemia

Tu non sai cosa vuol dire

vivere giorno per giorno

Come una gatta mi hai insegnato

che alla fine non c'è niente da amare»
E «Il labirinto» schematizzato da Rischer, per spiegare il pensiero di Kafka, si riallaccia alle Harmonies de la nature, di cui fanno foggia in ogni loro scritto Rousseau e Bernardin de Saint-Pierre che presentano come una forma di neo-pitagorismo, possono far uso dell'analogia con tutta la buona coscienza che il sostegno della storia, di una teoria e della natura stessa, qual è decifrata e consente. Nell'ordine del metodo, gli strumenti di Bernardin de Saint-Pierre sono definiti e il suo progetto inizia ad apparire con chiarezza. Si sa a chi egli si richiami e da chi si differenzi e come l'accento posto sul legame universale tra le cose, gli faccia preferire la sintesi all'analisi, autorizzi il ricorso all'analogia e favorisca il sentimento. Perciò, attraverso il confronto tra Bernardin de Saint-Pierre e la scienza del suo tempo, sono gettate le basi teoriche della sua filosofia della natura. E sotto quest’aspetto, la lirica di Francesco Perono Cacciafoco si riallaccia sotto molti aspetti, ma non metaforici, né anagogici o analogici all’esperienza di Dvorak come violinista nell'orchestra dell'Opera nazionale, e al testamento di Kafka, il quale chiedeva all’amico Max Brod di dare alle fiamme tutti i manoscritti inediti e di impedire nuove edizioni di quelli editi. Brod tuttavia rifiuta di dare corso al desiderio dell’amico e negli anni seguenti pubblica i tre romanzi, tutti racconti e frammenti, i diari e gran parte delle lettere. Già negli anni Trenta, ma in forma sempre più imponente nei decenni successivi, la grandezza letteraria di Kafka è riconosciuta in tutta Europa; la sua influenza sulla cultura di questo secolo è incalcolabile.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

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