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Davanti allo specchio

Di: Enzo Zito

Enzo Zito si è  incontrato col mondo della poesia non molto tempo fa. Si dichiara un «Viaggiatore fuori strada ha incontrato esperienze diverse fuori dal mondo artististico letterario e accademico, ma non è un marziano» Ha solo un desiderio, esprimere il suo mondo con la scrittura, che ama come la compagna dei suoi sogni. A volte quando qualcuno  legge le cose che ha scritto, o  medita non sa, né riceve emozioni che e lo aiutino a capire e capirsi, altre volte non riceve nulla e capisce dove sbaglia, il colloquio con chi legge, per lui è importante.
«Cosa vedo di me nello specchio
ch'io possa dire
che ciò che vedo sia proprio io?
E ancora:
le altre immagini
fissate in questi miei ritratti
sono ancora io?»
Ecco sistemati i conti con l'immaginazione maestra. Davanti allo specchio Enzo Zito, con pochi tratti, ci riporta alla memoria, due secoli di psicologia «cartesiana» rinvigorita dalle numerose immagini ma impotenti a fermare, il tempo.
Allora, in questo caso, si può parlare di pura evasione o di divagazione morbosa di fronte a Novalis che scrive: «La poesia è il reale assoluto: più una cosa è poetica, più è vera»; «II genio è la facoltà di parlare d'oggetti immaginari come d'oggetti reali e di trattarli come tali». Oppure di fronte a Nietzsche: «Ho orrore della realtà. A dire il vero, non ci vedo più niente di reale: non è che fantasmagoria». O come afferma Rimbaud: «La vera vita è assente. Noi non viviamo»? La loro esperienza, e quella di cento altri veggenti, non è mai stata sfruttata; ma se ciascuno di noi non può così completamente conquistarla, come fecero loro, sappiamo che essa è in potere di ciascuno, come dice Aragon, «esercitarvisi così come ci si esercita alla vita spirituale». Enzo Zito, «Davanti allo specchio», è il profeta d'un universo al quale approda soltanto l'esperienza. Non è un fabbricante di sogni eppure i poeti veggenti rilevano le stesse ambiguità e le stesse differenze essenziali che esistono fra i mistici e quelli resi veri dalla loro fecondità spirituale. I primi si esaltano su rovine, i secondi iniziano una nuova esistenza.
Secondo Zito qual è la vita più reale della vita? Ciò è stato annunciato da una serie ininterrotta di filosofi, di poeti, di mistici e di scienziati, da Keplero e Paracelso a Cusio, Bruno e Boehme: da mastro Eckart e san Giovanni della Croce, al Poverello di Assisi e a quei gesuiti umanisti di cui l'abate Bremond ci ha disegnato un arazzo fiorito, ai grandi del secolo scorso.
«Certo, io non posso essere
nelle immagini dello specchio
né in quelle riprodotte.
Allora, io chi sono veramente?
e dove mi trovo?»
Una profonda parentela unisce la Natura e il nostro spirito. L'abbiamo demeritata attraverso una caduta storica che ha avvantaggiato un movimento e separato sullo scambio di universale simpatia nell'Unità.
«Certo, io non posso essere
nelle immagini dello specchio
né in quelle riprodotte».
Vive la vita sempre più lontano dalla pienezza del mondo, è come la vita d'una pianta tagliata per metà dallo stelo. In questo il Poeta ne è il Mago. Egli apre, con la sua immaginazione, la porta misteriosa dell’inconoscibile. Ci trascina verso un uso visionario dell'immaginazione e ci mostra il mondo nella sua realtà profonda ed ogni essere nel suo legame all'unità del Tutto. Zito non isola dal mondo la meditazione poetica, «Ogni discesa in sé, ogni sguardo verso l'interno, è contemporaneamente ascensione-assunzione-sguardo verso la vera realtà esteriore»; afferma Novalis. Nella sua creazione, Enzo Zito ci blocca nello stupore delle immagini, ci ferma a metà strada nel movimento della riconciliazione tra la realtà e l’immaginazione; mette in risalto il compito dell'immaginario, anziché di ripiegare, d'isolare, e di ricollocare nello stato profetico che al di là della coscienza e del senso, ci spedisce e imparenta con la realtà totale, attraverso vie immaginarie, ma  sicure e più ricche di quelle della percezione chiusa e del concetto solitario.
«La coscienza rivolta solamente verso il di fuori è una coscienza cieca e corta. Ripiegandosi momentaneamente al di qua delle cognizioni del senso e dell'intelletto, l'io non si stacca né dalla carne del mondo, né dalla propria carne: si raccoglie anzi tutto su di sé per conoscere e contemporaneamente per essere e per agire con tutto se stesso», sottolinea Albert Béguin.
«Lo specchiarmi apre in me un abisso
di domande laceranti e senza risposte
In un giorno lontano ho detto IO
mi sono riconosciuto,
ne verrà un altro
senza ch'io possa più riconoscermi».
Questo ritorno al «reale» di tutti, Enzo Zito fa sì che il soggetto non si manifesti e soffre di quel «restringimento dell'essere dopo una suprema dilatazione», del quale Maurice de Guérin scrisse che non esiste accidente interiore più temibile. Non potendo definire, sin dall'inizio, con parole, questa esperienza inesprimibile, Zito si sprofonda nelle rivelazioni dell'immaginario, ché lo rendono modesto, perché può concedere alla sua creatività, davanti all'opinione, una vita che gli sembra incerta d'apparenze e d'impressioni. E come afferma Dominique questo potrebbe essere: l'errore delle letterature impressionistiche: «È evidentissimo per me, quanto me ne ricordo, che il piacere di fare delle trappole, di tenderle lungo i cespugli, di spiare l'uccello, non era per me ciò che maggiormente mi attirava nella caccia. Prova ne sia che l'unico ricordo un po' vivo che mi è rimasto delle continue imboscate è la visione nettissima di certi luoghi, l'annotazione esatta dell'ora e della stagione, e persino la percezione di certi rumori che non hanno cessato di farsi udire. Vi sembrerà forse abbastanza puerile ch'io mi ricordi che 35 anni or sono, una sera in cui ritiravo le mie trappole, c'era il tal tempo, il tal vento, che l'aria era calma e il cielo grigio, che le tortore di settembre passavano per la campagna con un batter d'ali sonorissimo, e che tutt'intorno alla pianura i mulini a vento, spogli della loro tela, aspettavano il vento che non veniva... Se vi cito questo fatto tra mille altri è per indicarvi che qualche cosa si liberava dalla mia vita esteriore; e che si formava in me non so quale memoria speciale assai poco sensibile ai fatti, ma d'una singolare attitudine a penetrarsi delle impressioni».
Sto cercando di commentare questa bellissima lirica di Enzo Zito, con l’ausilio dei grandi maestri della filosofia, della psicologia e della poesia, perché io non mi sento in grado di definire bene una lirica che narra la storia dell’umanità, dal giorno della nascita del Poeta. Perché c’è una forte autorità, nei grandi veggenti che profetizzano in pochi versi un reale più reale del reale sensibile e utilitario. Essi non ci distolgono dalla coscienza, dall'applicazione: vogliono che sappiamo ampliarle secondo la scala dell'universo, invece di stimarle secondo i nostri stretti interessi; vogliono che, andando e venendo dalla faccia chiara alla faccia scura del mondo, sappiamo mantenere fra esse un’eguale apertura e che, secondo le parole di Schelling, senza sciogliere la luce nell'ombra e il mistero nella luce, cerchiamo di realizzare nelle nostre vite «un giorno notturno e una notte diurna».
«Fra questi due momenti
mi sono bagnato nel mare della vita.
Cosa'altro devo sapere che non sia
una stolida presunzione intellettuale?»
L'immaginazione surrealistica può presentare, sul piano dell'azione, tutti gli effetti della creatività e la controversa diatriba tra l’«Io creativo» e il «Sé razionale» il disadattamento dell’uno e l’adattamento dell’altro. Su questo piano psicologico è permesso parlare dell'origine narcisistica dell'opera d'arte: in questo secondo senso, e quasi lateralmente ai valori che impegna, l'opera d'arte da un'illusoria soddisfazione a desideri che non sfociano su una realizzazione attivamente e socialmente completa. La coscienza artistica realizza, sempre, un equilibrio tormentato e qualitativamente unico fra le tendenze introversive, dell’io creativo e il gusto della realizzazione dell’opera d’arte.

Bibliografia
Baudouin: Psyciìanalyse de l'ari, Alcan, 1920.
Albert Béguin: L'home romantique. et le réuc, 2 voi..
Cahiers du Sud, 1939.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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