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Attimi

Di: Giovanni Sgaramella

Giovanni Sgaramella ha 26 anni ed ha scritto più di duecento poesie... perché – dice - «adesso posso scrivere solo cose brevi e la poesia è il mezzo più adatto» .Ha scritto anche quattro romanzi,come al solito ha avuto proposte di pubblicazione  solo dietro pagamento dell'autore, o dell’acquisto di un cero numero di copie. Ha sempre rifiutato, anche le proposte più serie o meno onerose. E qui si sente l’eterno ritornello dei giovani autori: «Non mi va che devo pagare io per pubblicare!»
Lo sviluppo della scienza e l'avvento della tecnica hanno creato la società del benessere. Questa non è che uno degli effetti principali della progredita tecnologia della nostra epoca.
«Cantano le automobili la domenica
la città festeggia la vita
maggio
corro per l'asfalto caldo
ho voglia di mangiare e di scopare»
Il rapido ed imprevisto processo ha determinato la rottura con la tradizione e ha sconvolto non solo i rapporti economici, ma anche quelli sociali ed umani, portando in primo piano «il sesso» sotto qualsiasi forma. Ha creato problemi che l'individuo non aveva mai conosciuto prima. L'uomo oggi possiede mezzi con i quali può distruggere lo stesso mondo da lui abitato. Nello stesso tempo, grazie ai mezzi di comunicazione di cui dispone, può conoscere e seguire le vicende che si svolgono in ogni angolo della terra. I popoli non sono mai stati così vicini, i rapporti mai così immediati, i paragoni ed i raffronti continui (basta chattare e ci si sente vicini con le persone del nuovo mondo). Il progresso, però, ha acuito i dislivelli e le disparità tra le varie popolazioni, ma soprattutto li ha resi più evidenti, li ha fatti conoscere meglio. I problemi oggi sono diventati mondiali nel senso che la loro soluzione riguarda non un singolo popolo ma tutta l'umanità.
Il problema della fame per esempio si sta manifestando in tutta la sua tragica dimensione. Oggi con meno di quindici miliardi d’abitanti il mondo lamenta più della metà d’affamati. Cosa succederà quando, nel 2010, saremo circa venti miliardi? Eppure, si ha
«voglia di mangiare e di scopare».
Che conta se a Nassiriya un’auto bomba con trecentocinquanta chili di tritolo ha spazzato case e reciso vite umane? Che importa se in Palestina ci sono stragi che perpetuano ogni ora del giorno? Che importa se in Afghanistan gli uomini cadono come mosche? Importante è avere «voglia di mangiare e di scopare»!
Che importa se sul genere umano incombe l'esplosione demografica? Anch'essa conseguenza del benessere, ha cominciato a far sentire i suoi influssi da poco più di cento anni. La popolazione del mondo soltanto centoquaranta anni fa, ha raggiunto il miliardo, dopo migliaia di secoli di permanenza sulla terra. Oggi dopo poco più di un secolo siamo già quasi quindici miliardi. Problema della fame ed esplosione demografica. Sono due mali interdipendenti e combinati, che minacciano tutta l'umanità e potrebbero portarla sull'orlo di un conflitto nucleare, una volta superato l'attuale equilibrio del terrore.
«il cielo è blu e senza nuvole
corre l'asfalto su una collina e ristorante laggiù
l'aria mi accende e mi travolge
grido felice al mondo»
Alla società del benessere si contrappone la miseria di due terzi dell’umanità. Ma cosa importa? E’ così bello veder «correre l'asfalto» per raggiungere il  ristorante sulla collina! Mentre alcuni popoli affrontano il problema di come utilizzare il superfluo altri incontrano difficoltà per sopravvivere e la loro lotta quotidiana è quella di procurarsi il cibo. Troppi chiedono giustizia, ma molti non hanno orecchie.
Forse è questo, il principale problema, quello che investe i rapporti umani. «In questa nostra epoca industrializzata» ha scritto Erich Fromm, «un uomo, un essere umano vivente, cessa di essere un fine in sé e diventa il mezzo per gli interessi economici di un altro uomo, o di se stesso, o di un gigante impersonale: il meccanismo economico». L'uomo reso cieco dal suo egoismo, non ha più rispetto di sé, né dei suoi simili, né della propria dimora.
«Cantano le automobili la domenica
la città festeggia la vita»
La meccanizzazione e l'automazione liberano l'uomo dai lavori più gravosi e più pericolosi. Sono migliorate le condizioni di vita anche perché è accresciuta la quantità di beni e di servizi di cui disponiamo e ciò con vantaggio di tutti. Il benessere si è diffuso a quasi tutte le classi della nostra società, perciò dovrebbero vedere affievoliti i conflitti e diminuite le distanze. L'uomo oggi, vive meglio, eppure è vittima dell’inquietudine e dell'angoscia; come colma d’angoscia è questa lirica di Sgaramella, i versi sembrano singhiozzare, non udite l’ansare del respiro, come il singhiozzo di un bambino che ha pianto tanto? Ho giocato di proposito sulla voglia di mangiare e di scopare per essere preso nella morsa dell’angoscia che la realtà descritta da Sgaramella rivela senza pietà, con una sottile e dotta ironia.
Ma ritorniamo alla poesia. L'uomo ha conosciuto il problema del tempo libero, ma tra il problema dell'abbrutimento del lavoratore, che doveva restare dodici ore o più in officina, e quello del tempo libero, è preferibile dover risolvere il secondo, anziché aver ancora da risolvere il primo.
«mi stendo sul prato
gli uccelli sugli alberi
lancio un sasso nell'aria
me ne vado ancora più felice»
«me ne vado ancora più felice»!
Una volta soddisfatte le sue esigenze vitali, aspira a soddisfare il suo spirito; nella società del benessere ormai sgominata la fame, vinti i nemici continui contro i quali si doveva lottare un tempo, l'individuo avverte il vuoto dentro di sé ed il primo ad accorgersene è sempre il Poeta. E’ lui che capisce che le necessità spirituali potranno essere appagate solo in un secondo momento, solo quando l'uomo avrà preso coscienza della vittoria contro i suoi nemici inflessibili di un tempo, come la fame, le malattie, il lavoro troppo gravoso, che non gli lasciavano spazio per la sua vita inferiore, è lo predica, anche ironizzando, perché sente che questo è il mezzo più sicuro perché il messaggio giunga. Sotto quest’aspetto il Maestro tangibile, anche se invisibile, è Trilussa. 
Giovanni Sgaramella per vincere le sue inquietudini e le sue angosce ha imparato a dominare l’egoismo, a riacquistare fede nel continuo perfezionamento morale e culturale dell'individuo, non crede solo nelle macchine (ci sorride sopra e ci fa sorridere), ma soprattutto in se stesso; liberato ormai dalla preoccupazione assillante del lavoro dedica il tempo libero e le sue energie ad altre attività che lo elevino spiritualmente, quali la Poesia e la narrativa, pur sapendo che mai i suoi scritti, per colpa dell’egoismo e di una setta molto fortificata come «Il Racket dell’Arte», non permette l’inserimento di giovani e valenti leve, che vedono ingiallire le pagine scritte nel fondo di un cassetto. Il punto più importante per una società che viva una vita equa sarebbe inserire le giovani leve della letteratura italiana, e ce ne sono, vedi Franco Santamaria, Remil, Franco Principato, Giuseppe Guin, Antonio Iaccarino, Fryda Rota, Selim Tietto, Adriana Scarpa, Enrico Besso, tanto per citare qualche nome, con una larga partecipazione sociale e comunitaria allargata a tutti gli scrittori e valorizzarli nel giusto merito, mediante un'opportuna opera di divulgazione, per ridare loro la propria dimensione umana. Ritroviamo la via che avevamo perduto per ritrovare il senso della vita, con l’aiuto di questi giovani scrittori.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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