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Spiaggi d'ottobre

Di: Rebecca Fedeli

 

L’autrice di oggi, 16 marzo 2002, è nata a Empoli, provincia di Firenze, ventisette anni fa, dove abita e insegna alle elementari. Intanto si è anche Laureata in lettere. Confessa: «Il periodo dell'università è stato fondamentale, sia per la mia crescita sia per tutto il resto». Una storia che ha inserito nel suo primo romanzo breve pubblicato, intitolato "Arezzo e ritorno" , che ritiene non ancora terminato.

Le piacciono gli animali: in particolare il suo cane, Whiskey, un bellissimo incrocio fra un pastore maremmano e un pastore tedesco, molto affettuoso e buonissimo.

Si dichiara vegetariana, le piacciono i germogli di soia e tutte le verdure (eccetto peperoni e melanzane!) in qualunque modo siano cucinate.

Nelle persone cerca il meglio e non il peggio e spera che gli altri lo facciano anche con lei.

Ama la sincerità e crede fermamente nella fiducia, da conquistare e difendere sempre.

Qualche passione più ramificata la rinforza con la lettura dei suoi beniamini: Isabel Allende, Garcia Marquez, Jorge Amado, Mariangela Giusti, e l’ascolto di Jovanotti, Alex Britti e J@kko, B.B.King, Ottmar Liebert, Gipsy Kings, Chopin e Mozart, davanti alle opere immortali di Keith Haring, Picasso, Velasquez, Gaugin.

Questa sua poesia «Spiaggia d’ottobre» ci fa aprire finestre su cieli riscaldati da un tiepido sole. C’è la «spiaggia», però che ci riporta al mare ed io solamente a sentir parlare di spiagge, sento un senso di gioia invadere l’anima. Io amo, come credo tutti, le belle giornate di sole, che ci permettono di muoverci e svagarci come vogliamo. Specialmente quando siamo sopra una spiaggia; la vicinanza del mare ci fa librare nel cielo aperto e azzurrissimo, volare come gabbiani che vanno incontro al sole del giorno morente per tingere le ali di giallo. Così la nostra anima: volteggia nel nulla confondendosi con le nuvole che si vanno oscurando, e non per una pioggia imminente, ma in attesa che la luna, sparita la luce del sole, si affacci per filtrare con i suoi raggi d’argento l’oro delle ali dei gabbiani, in modo che nella notte avvenga il connubio tra il Sole e la Luna per volontà, sprizzata dalle mani del poeta.

«Un sole pallido riscalda leggermente

Il mio volto estasiato dal vento tiepido di quest’inizio d’ottobre.

Orme sparse ovunque

Rammentano lo scorrere della vita,

della gente, della natura».

Il Poeta si sveglia, improvvisamente e si accorge che il sole pur se pallido, riscalda ancora il suo volto, rivolto al cielo perché gli occhi inseguivano i voli dei gabbiani e godeva nel vedere che le ali s’indoravano sempre di più.  

La giornata ottobrina, è ancora piacevole né permette di avvertire quelle penose dell’inverno; infatti, lo sguardo è tutto proteso verso il vivace splendore delle ali dei gabbiani e alla gioia che avvolgeva l’anima in quel mantello inatteso.

Gli occhi non osavano guardare le:

«Orme sparse ovunque» orme che:

«Rammentano lo scorrere della vita,

della gente, della natura».

Ma le orme si rincorrono, sulla sabbia ce ne sono a migliaia per i ragazzi che, sfruttano l’ultima luce del giorno, rincorrendosi e giocando, gridando parole sconnesse, mentre la loro risata si confonde col gracchiare dei gabbiani, creando, in questo modo, una sinfonia naturale: voci, risate e risacca delle onde che s’infrangono sulla battigia.

«Mormorio leggero

Quello del mare di oggi,

sussurrato quasi sottovoce

a me che lo contemplo e lo ammiro».

Il Poeta è rapito, perciò la sinfonia gli giunge come un mormorio leggero, sussurrato quasi, mentre intorno tutto è musica, perché nella sua anima c’è musica è solo il corpo che rifiuta di alzarsi in volo e cantare con il resto della natura in festa, mentre saluta il Sole che si nasconde e la Luna che meravigliosa e splendida si affaccia per far da quida ai cuori solitari.

Il cielo si è un poco coperto di nuvole, ma tutto lascia prevedere che l’indomani sarà ancora un giorno meraviglioso.

«Rumore di gabbiani solitari in cerca di cibo,

riflessi argentati a pelo d’acqua,

e te,

qui con me,

in questa pienezza di attimi».

Al suono della sinfonia si sovrappone quello dei gabbiani stanchi che vanno in cerca di cibo;non sono più uno stormo,ma solitari,e annullano l’entusiasmo che era nell’anima,in pochi minuti.

Il cielo si è fatto grigio, ma lo spirito non è ancora pago: il Poeta ha piantato il suo corpo nella sabbia, come un’erica le radici, e aspetta l’indomani per rivedere il sole; il suo spirito si doppia: uno vuole la luna prepotentemente, l’altro aspetta il sole per goderlo un altro giorno.

Dopo qualche attimo di incertezza si decide, perché ha con lei:

«riflessi argentati a pelo d’acqua,

e te,

qui con me,

in questa pienezza di attimi»
e la certezza del ritorno del sole, dello stormo dei gabbiani che gli correranno incontro per dorare le ali e giocare coi colori che l’oro delle ali e l’azzurro del mare e del cielo, formeranno ancora e di nuovo sarà un caleidoscopio. Come sono belli i colori di ottobre! La natura si veste a festa con colori sgargianti per rassicurare l’uomo che basterà il passaggio di un trimestre, forse un quadrimestre e tutto ritornerà, anche se i colori saranno diversi.

«Attimi strani quelli di oggi,

di ignote presenze e oscuri misteri.

Attimi pervasi da squilli rimbombanti,

di dolci parole, sussurrate ma scandite una ad una.

Qui in questa spiaggia di inizio ottobre,

dove una lampada a olio sorprese il mio sguardo e i tuoi occhi,

qui, oggi,

ti sento,

unica presenza vera dentro di me».

«Unica presenza vera dentro di me».  Sono dimenticate le tiepide giornate autunnali, subito sovrapposte dalle immagini delle calde giornate di primavera e d'estate,che rinnovano l'aspetto della natura provocando nuove sensazioni.

La natura vestita a nuovo rallegra gli animi. I ragazzi sono particolarmente vivaci. Non ci si rende ragione del perché; mentre il vento si fa impetuoso e trasporta con sé una maggior quantità di nuvole disperdendole nella vastità del Cielo.

Nelle case ci si sta poco si preferisce correre sulla battigia, o nei boschi di conifere per ossigenarsi, rinvigorirsi in attesa di una nuova giornata emotiva, come può essere solo una giornata di ottobre passata in riva al mare, quando la spiaggia è popolata solo di gabbiani e si può ascoltare indisturbati la musica composta dalla risacca, dal gracchiare e dal vento vespertino che scompiglia i capelli per richiamare l’attenzione e farci volgere lo sguardo al cielo dove uno stormo di gabbiani vola veloce incontro al sole per dorate le sue ali, per regalare all’uomo il meraviglioso miscuglio di colori che l’apparire della luna sa creare.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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