Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

"Le recensioni qui presentate sono tratte dalla Mailing List di Poeticamente"

Nel silenzio parli

Di: Enzo Zito

Enzo Zito  Ha iniziato a scrivere quattro anni fa. Una chiamata tardiva certo, dopo aver lavorato tutta una vita a progettare costruzioni edilizie. Non ha mai frequentato ambienti letterari, ho sempre amato la buona cultura e odiato il mandarinato.

Non ha mai frequentato ambienti letterari, forse perché si era venuta a creare una situazione non molto ideale per gli scrittori, per non parlare dei poeti; liberati da troppo pesanti ipoteche in voga, forse squilibrati per la mancanza di punti di riferimento prossimi: ignorati dagli editori e da chi naviga svogliatamente in Internet vagliando i siti in parte graditi, ma in ogni caso tali da non fornire un criterio di giudizio. Forse, Enzo Zito, avendo letto che la poesia, in questi ultimi anni, è dispersa, «arrabattata», imbastita e ricucita come un vecchio vestito rivoltato, ha preferito misurarsi più direttamente con se stesso, ha operato le sue scelte con maggiore libertà, ha prodotto testi affascinanti e colorici, immaginifici e arricchiti da metafore, valutabili su un metro più ampio che non fosse quello della corrente dominante. Da ciò una pluralità di segni che arricchisce il lettore e lo studioso, che cerca la necessità creativa nelle indicazioni, forse per evitare che sfuggano quelle immagini che domani potrebbero essere le stesse che più contano, ma certamente per dare proprio con la quantità delle presenze la qualità della creatività, in  un mare aperto in cui non è facile orientarsi subito sui fondali profondi e  rovinosi.
«Dei giorni andati
custodisco magie

Parole tue leggere
Insinuanti»
Gli anni combattuti per avere uno spazio proprio con uno schieramento sufficientemente unitario, ha fatto sì che disertasse gli avvenimenti letterari degli anni prolifici della sua creatività, che non sono, certo, stati quelli condotti dalla neoavanguardia sulle colonne del mensile Quindici. Seguiva, invece, una sua precisazione che sarebbe andata, questa volta, al di là del desiderabile: «Parole tue leggere/insinuanti»
«Parole tue leggere/ insinuanti» diventano per lui il principale bersaglio polemico per quello che ha individuato nei vari siti letterari ospitati in Internet. Enzo, già dalla prima presentazione, di una sua composizione nella cultura ufficiale, ha prodotto una polemica energica contro questo stato di cose stantie e nello stesso tempo ri-verginate da un copia-incolla senza vergogna, che da anni è attuato nel mondo internetiano. Ha tentato con le sue liriche di livellare la cultura attuale, ma il più delle volte si è trovato di fronte a un silenzio completo. Meno verificata sarebbe stata la prima affermazione dell’apertura della lirica «dei giorni andati…», che non è soltanto polemica aperta contro questo tipo di letteratura, ma è l’invito energico a produrla in modo che abbia una parte preponderante nella civiltà attuale, ma coll’aumento dei siti letterari, che il più delle volte vi navigano soltanto coloro che vi hanno pubblicato i propri scritti, il lettore non vedrà mai che anche la letteratura è un punto di partenza per affrontare nella maniera più lucida possibile tutti gli aspetti, culturali.
«Ardenti e tenere
nel fianco mio
come carezze»
In questi versi vi è l’elaborazione teorica invogliante in grado di rilanciare le posizioni della vera poesia, nell'assenza pressoché totale di una trattazione in una sede specifica, non illuminante, perché con poco seguito. L'azione e l'estasi, è ripresa e rilevata l'importanza della rifondazione di una Poesia moderna, che apra la via, nel senso della parola ad un'Arte Nuova riequilibrata e sdrammatizzata nel rapporto con la realtà rimasta ancora legata alla passione sfrenata o feroce diniego, e forse ancor più per avere definitivamente provato che il poeta «non è più né un interprete né un giudice. E le ragioni del suo essere poeta sono tutte nel suo essere creativo».
«Nel silenzio parli
ma io aspetto trepido
che l'anima tua
si faccia più vicina»
Proprio sul piano della chiarificazione ideologica Enzo Zito sembra voler divenire portavoce ufficioso di un movimento nuovo nascente, che sia Arte Nuova, che non si limiti a dar spazio alla pubblicazione piuttosto che dare opera alla loro elaborazione.
In quest’insufficienza è la prima ragione della disertazione di Enzo Zito dai circoli culturale o dai siti Internet, che hanno collaboratori con il talento del sarto.
Scrisse Umberto Eco nel 1968: «Bisogna, infatti, vedere chi occupa, che cosa occupa e in che rapporto si trova con la cosa occupata». Ciò, oggi può avere un significato polemico che vieta di vietare, perché lo scrittore, poeta vero, rifiuta chi commenta la rivoluzione non quello che la inventa.
«E risentire onde
e risacche d'amore 
a guarire ferite
del tuo mancarmi».
Qui, la lirica di Enzo Zito, acquista certamente un suo significato storico, oltreché polemico, il fatto che quest’ultimo rilancio di una poetica che rifaccia sentire «onde e risacche d’amore» tentato nel momento in cui l'esperienza può dirsi ormai conclusa e le acque si siano calmate, oppure si sono confuse in una situazione dai connotati non facilmente decifrabili. Se la riproposta testimonia la coerenza del proponente, può dirsi che la poesia inizia ad essere produttiva nel mettere in guardia da facili riflussi, conferma però nello stesso ripetersi delle formule se non esce dalla trappola in cui è caduta, se non si ha il coraggio di affrontare la letteratura con un’Arte Nuova sotto tutti gli aspetti. Un’Arte Nuova che costruisca opere semanticamente corrette, senza sacrificare il linguaggio, senza inserire le liriche in un’ampolla che cristallizzi le posizioni che hanno messo in moto la realtà, dell’espressione.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

Ritorna all'indice di: Poesie & Recensioni

Leggi la Poesia recensita