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Hai piccole mani

Di: Carlo Bramanti

      Carlo Bramanti è il più assiduo scrittore-lettore di Poeticamente, di lui sappiamo che è una persona ultrasensibile e commovente nell’esposizione delle sue poesie, tutte anelanti amore e bene universale. Le sue brevi liriche riescono al giovane Bramanti, allorché si abbandona alla sua natura e vive tutto nell'occhio e nell'orecchio, nel tatto e nell'odorato, tutte queste sensazioni vibrano in lui sino all'ebbrezza. Allora sa trovare le parole ed i ritmi che suscitano immagini plastiche, pittoriche, musicali, olfattive, e che confluiscono in uno stato d'animo dionisiaco. L'ebbrezza può giungere a tale profondità ed elevatezza da riempire sazievolmente, come una pesante intollerabile felicità, come un'ottusa infinita beatitudine della materia, tutto l'universo. La vera pace dell'universo Bramanti non l'ha mai sentita, ma la sazietà e il pesante sopore in cui la natura si riposa dai passati tormenti e godimenti per nuove brame, questo ha cantato in versi.

“Hai piccole mani

e capelli di mela

morbidi come il mio cuore

quando sorridi,” 

È l'antico tema romantico, ma come trasformato da questo giovane! Nei romantici era la nostalgia dell'anima, qui è diventata la sazietà dell’immagine. Eppure non v'è nulla fuori luogo, poiché nell’esposizione linguistica e dei ritmi, nella chiara ingenuità delle immagini si purifica.  Nei “capelli di mela/ morbidi come il cuore/ quando  sorride” si placa il fermentante bollore degli istinti. Sopra esso, il simbolo del cuore morbido come una mela, senza terrori e senza minaccia, cosa perfettamente naturale, blanda, attuale, si librano le mani.

“hai la luce

del sole

che dorme su un albero

in vecchi schizzi

di spensierati bambini,

e l' anelito eterno

di scaldare ogni inverno

rimanendo,

sotto il piumone ,vicini”.

Più calmo, più dolce, libero da immagini erotiche, il suo sentire in altri momenti, in altri periodi della sua vita intima, “si riempie di luce/ del sole/ che dorme sopra un albero” . E già un Canto nuovo, l’amore sano del sole, del suo libero triste fragrante gioco di bambini spensierati, “dell’anelito eterno/ di scaldare ogni inverno/rimanendo/sotto il piumone, vicini”.

Alto fra i lampi abbraccia con lo sguardo ebro il caldo corpo sotto il piumone stringendolo più forte vicino, quasi a diventare uno solo.

Queste immagini, impresse tra una riga e l’altra dello scritto, hanno formato un quadro incancellabile, e nella loro bellezza immobile e durevole circola un'anima vivida che si rinnovella continuamente. Esse godono, nel tempo medesimo, dell'inerzia e della fluidità. Nei cieli solitari sembrano qualche volta in esilio, ma non sono; perché la loro anima liquida non cessa di comunicare anche se ancora addormentate e avvolte nel piumone strette e più vicine. Ascoltano attonite le parole che salgono alle loro bocche dalla profondità dell’io, ma sono sorde ai colloqui dei poeti e dei saggi che amano riposarsi, come in un asilo, nell'ombra musicale ove le mani piccole accarezzano i capelli di mela/ morbidi come il cuore, eternandole nel marmo perpetuo con gesto calmo.

Credo di avervi fatto cosa gradita sezionando questa lirica, lieve come una piuma, calda cole un raggio di sole sincero, effervescente come il vero amore, candida come l’anima dei Poeti.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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