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Io e il giorno

Di: Chiparo Gioacchino

 

Oggi parleremo di Gioacchino Chiparo un giovane sessantaduenne che ha al suo attivo molto materiale pubblicato, tra cui anche quattro raccolte di poesie: «Versi e non parole», «Dialogo con le stelle», «Non è più nessuno» e «Assurdo desiderio»
   La poesia cui ci occupiamo oggi è « IO E IL GIORNO»
«La nebbia offusca il giorno
d'un colore tetro e grigiastro
come lo sguardo dei miei occhi
affaticati e stanchi».
 Quando «La nebbia offusca il giorno»  sembra sia giunto il tempo di morire, le ombre si nascondono per lusingare l’uomo di vane speranze; muoiono anche i colori e nello sguardo degli occhi affaticati è una volontaria espiazione. E’ un aborrire il male, quando il male è irrimediabile.
«Il giorno sembra una piazza
violentata da parole fasulle
divorata da passi crudeli».
Certamente; la contraddizione generata dalla piazza violentata da parole fasulle è il segno che la lotta è il fondo di in cui non vi è carattere, che non vi è niente di così contraddittorio come il cuore umano che vive una profonda tragedia: dico profonda, perché la tragica fatalità nasce non da intrighi, da accidenti, ma dall'assenza del vivere comune.
Questa contraddizione offre, contemporanea e presente al tempo stesso, le parole che vedi uscire dalla bocca di questa o di quell’altra persona: parole e parole che non sono colloquio, ma soliloquio, tanta da sembrare di vedere bocche che mastichino sughero.
I versi esemplificano rapidi passaggi e rapidi ritorni di una meravigliosa verità, ora recitante, ora improvvisa e prorompente, ora da idee espresse ed altre sottintese, in cui vive la maggiore difficoltà del recitare, non superata.

Abbracciandovi con tutto l'amore cui sono capace, vi do appuntamento a giovedì,

 

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

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