Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

"Le recensioni qui presentate sono tratte dalla Mailing List di Poeticamente"

Incontrarci

Di: Michela Montrasi

 

Miei carissimi amici, dopo tre giorni di lotte col PC (c'è stata l'invasione dei virus, di cui uno terribilmente indomabile: mi ha costretto a resettare l'HD e rimontare tutti i programmi) in questa serata di rilassamento ci voleva proprio la poesia di una "cancerina" ascendente bilancia. Quale equilibrio maggiore potevo sperare per placare l'ira e l'irresistibile «slancio d'amore che a voi mi porta per l'infinito spazio del cuore» affinché raggiunta la serenità spirituale potessi parlare di una donna poeta Michela Montrasi, che ama scrivere, viaggiare e crede nella reincarnazione. Anch'io sono "cancerino" quindi posso capire benissimo i suoi desideri, i suoi sogni.

Come la capisco! Sono (dal 1937 quanti anni, oggi?) tantissimi che scrivo per condividere, come lei, con le altre persone le mie poesie, che del resto sono espressioni dell'anima, sentimenti fortemente sentiti, come afferma il grande Benedetto Croce. E' casalinga, ed ha un po' di tempo per fantasticare, e in questo contempla il sentimento vissuto e dei modi di vivere tra il tutto e il niente, tra l'ignoto e le apparenze. Il titolo della lirica, «INCONTRARCI» suonerebbe stonato in quest'epoca in cui tutto è incerto, però artisticamente, a ragione, proprio per il vivere convulso, acquista importanza nella storia della poesia, sia per l'atteggiamento interiore (cioè per il tentativo di rappresentare appieno l'indifferenza e l'inconsapevolezza), sia per la ricerca verbale.

«Com'è bello incontrarci, scambiandoci un sorriso,

ognuno di noi, con le sue storie,

con i suoi problemi, le sue pazzie, le sue aspirazioni;

con i suoi sogni chiusi in un cassetto»».

Questo guardare il mondo con sguardo semplice e credulone del "cancerino", le fanno vedere le soglie ultime della vita, quasi fosse con l'animo già staccato dalle mobili parvenze dell'essere di questo periodo caotico e nello stesso tempo non ha ancora raggiunto il «suo essere»; e gode e soffre nel vedere il partecipare alla vita in atto, che non rappresenta più nessuna originalità. La conferma che in lei perdura e palpita è quel segreto modo lirico-fantastico, il quale, come un aroma delle spezie che adopera in cucina, ha già permeato le poesie.

«Incontrarci in un soffio leggero di primavera,

in un battito d'ali di farfalla.

In un mattino caldo di mezza estate

In un tramonto al di là del mare

In un oceano azzurro che si fonde con il cielo

In una stretta di mano.

In due occhi profondi e sinceri

In una stazione mentre il treno dei desideri arriva a destinazione».

La poesia le nasce non nelle ore della dissipazione e del piacere, non nelle ore della sofferenza, che spesso nasconde; ma nelle ore serene e quasi tranquille del distacco e della contemplazione, in cui si vede vivere, mentre accudisce i suoi cari (il figlio e il marito); nasce nelle ore appartate, in cui parla a sé avvolta dalla linfa della vita.

Quante volte, fra una leccornia e l'altra, ritorna nei suoi scritti con le intonazioni più varie e i sentimenti più diversi incontrarsi ovunque, finanche « In una stazione mentre il treno dei desideri arriva a destinazione», è importante incontrarsi.

Questa attesa arcana tra l'essere e il non essere apre per lei l'indefinito, in cui la fantasia rimane fissa come rapita dalla possibilità di tutte le immaginazioni: e quel senso lirico è in lei acuito da una singolarissima percezione.

L'io ed il non io sono il frutto di una mera illusione terrestre, perciò:

«Incontrarci raccontandoci la vita,

quella semplice di ogni giorno,

fatta di grandi e piccole cose».

E' già uno dei suoi modi contemplativi prima che si accinga alle faccende domestiche, ed è come andare incontro al reticolato che avvince l'uomo verso la cuna del mondo.

Che cosa rimane nella sua immaginazione delle creature umane, che passano sulla terra senza preoccuparsi dell'amore? L'Ombra! Ombre divise dal mistero del non essere più.

Giunge così l'invito, come il grido disperato di un'anima in pena, che vorrebbe gli uomini, camminare mano nella mano come fratelli, figli dello stesso padre.

In questo concetto ritornano alla memoria alcuni versi e il concetto principale dell'arte della Lampasona: «inseguire gli uomini come ombra inafferrabile e con immagini trascoloranti dell'oggi, presso le plaghe favolose, che si dicono delle origini e non danno che un'altra fantasiosa figura del tempo e dello spazio».

«Com'è bello incontrarci.ritrovandoci».

Chiudo con questo verso della Montrasi, convinto che il Poeta donna ha molto da insegnare oggi e noi siamo qui per imparare.

 

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

Ritorna all'indice di: Poesie & Recensioni

Leggi la Poesia recensita