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CAMPANE DI LAMPI

Di: Pat Garret  

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Mi ritrovo la sera a bussare alla cieca contro finestre chiuse
Senza fiato
Con gli occhi gonfi di lacrime di dolore
Aspettando un segnale da qualunque finestra del mondo aperta su di me
E sentire qualcuno dire “c’è qualcuno là fuori?”

Stella cadente abbraccia il mondo
E inonda di luce questa terra straniera

Chi ucciderà l’indifferenza della gente?
Chi abbatterà l’ultima fortezza di egoismo?

Nella grandine selvaggia di questa notte di tempesta
Ho sentito cattedrali di lamenti sollevarsi da tutte le galere del mondo
E carcerati vestiti di vergogna aspettare la morte dell’anima
Ho sentito le urla di dolore di soldati feriti nel cuore
E prigionieri trascinati nel fango della vita
Ho sentito il pianto di bambini con gli occhi della paura
E madri affamate e nude trascinarsi senza meta su sentieri impolverati
Ho visto le vite di giovani cavalieri erranti in città di solitudine
Bruciare senza un lamento
E appoggiarsi a una speranza con una maschera di falsità
Ma se chiedi in giro chi ha appiccato il fuoco
Nessuno ha visto e sentito niente
Eccetto naturalmente chi aveva ancora il fiammifero in mano

Adolf Hitler giace da tempo in un bunker freddo di morte
Ma la sua anima va avanti e indietro per le vie del mondo
In cerca di qualcuno con cui parlare
Gli idoli invisibili creano false speranze
E si trasformano in paura quando cadendo a terra svelano la loro falsa magia
Martin Luther King è morto per un’idea
Hollis Brown è morto di disperazione
John Lennon è morto ammazzato per nulla
E Fabio Tuscolani è morto con una corda al collo pendente dal soffitto

Gesù Cristo è morto per tutti quanti
Anche per quelli che ancora dovranno morire
Il cielo è sempre più scuro
E campane di pentimento cominciano a suonare
Nella solitudine dei cuori di pietra

C’è chi vive in baracche di periferia e c’è chi vive in palazzi da re
C’è chi vive in mezzo a una strada
C’è chi vive da sempre con una speranza nel cuore
Tutti vivono sotto lo stesso cielo e aspettano la luce dello stesso sole
Tutti uomini e donne uguali - figli del nostro tempo perduto
Ognuno con il suo credo da vivere
E non importa il colore della pelle
E non importa da quale nazione provengano o quale lingua parlino
Perché tutta la gente ride nella stessa lingua e piange nella stessa lingua
E io sogno che la solitudine di ciascuno si dissolva nel profondo della libertà
E che ognuno canti la propria canzone
E reciti la propria preghiera da ogni angolo nascosto della terra
Mentre una nuvola bianca esplode in bagliori di rugiada
Lanciando la sua ipnotica foschia di luce sui nostri occhi di cartapesta

Partirò oggi per un viaggio che ancora non conosco
Io me ne andrò per la mia strada e tu per la tua
Farò finta che non ci siamo mai incontrati
E farò finta di averti dimenticata
Ma se qualcuno mi chiederà di te e del tuo capello texano
Gli dirò che non ci vuole niente per ricominciare
Basta voltare la faccia e guardare le stelle del cielo
E fare finta di non averti mai amata
Nella notte di San Lorenzo quando tutte le stelle del cielo sono cadute sulla terra
Io ho raccolto la tua – la più brillante fra tutte
E me la sono portata appresso nel cammino della vita
Ed ho servito alla tua tavola imbandita con tovaglie di pizzo
Ed ho bevuto dolce dal tuo boccale di parole in un abbraccio totale
Mentre questa sinfonia di campane
Suonava per noi nella luce dei nostri anni migliori

La notte passa veloce per me adesso
E si spoglia di ogni paura del domani
Lasciando la sua nuda alba di speranza
A volteggiare nel silenzio del nostro svivere
Strisciando tra migliaia di pensieri assonnati
Negli angoli nascosti delle coscienze ferite
Seguirò il lento incedere di tutti i rifugiati della terra
In fuga verso un giorno migliore da vivere
E le facce nascoste di tutti gli sfruttati e i rifiutati e i miserabili
Schiacciate contro muri di indifferenza
Senza un luogo dove portare i propri pensieri
E costretti in catene su sentieri senza parole
Su mari senza onde
Su spiagge senza sabbia
A cercare un posto qualunque dove curare le proprie ferite
Sulla desolata via della fuga

Se scoppierà la terza guerra mondiale spero di incontrarti ancora
Per stringere la tua mano e sentire il tuo respiro
Vorrei fermare il tempo a quando qualcuno era libero qualche volta
Non potendo essere tutti liberi tutte le volte
Mi sembra fosse Abramo Lincoln ad aver detto questa cosa
Incontrerò i tuoi occhi nel crocevia delle nostre vite
E cercheremmo di essere liberi tutte le volte che lo vorremmo

Un orologio pazzo cerca di porre fine alla nostra esistenza
Così nel rantolìo del nostro ultimo respiro
Se avremmo Dio dalla nostra parte
Ogni perdono potrà essere esaudito

Mentre queste campane di lampi illuminano le ombre
Negli abissi dei nostri cuori.

 

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