Sorry, your browser doesn't support Java(tm).

Se anche Voi volete pubblicare una  Poesia in questa vetrina, inviatela, accompagnata da una breve Biobliografia  a:

renobromuro3@tin.it 

NON E' TEMPO DI MORIRE

Di: Marco Besso

 

 

Lascia il campo,
la concia è appena iniziata
e la tua pelle è troppo acerba.

Il pellaio presto sarà qui,
tesserà l'ordito con i peli del cuore.

Scappa via.

Il suo è un lavoro brutale:
lava ogni sera le mani incrostate,
lorde di sangue.
Sei pronto ad imbrattare i suoi palmi sudici?

Fuggi adesso.

Non è ancora tempo di morire.

 

Marco Besso

RECENSIONE DI RENO BROMURO

Nei giorni scorsi ho letto alcune poesie di un Poeta giovanissimo, Marco Besso, che nell'acerba esposizione del sentimento ha risvegliato in me tante emozioni come non le provano da circa cinque o sei anni; poi pubblicata nel web è addirittura bellissimo perché innovativa con la medesima virilità baudelaireiana, e la passione spiccata di Apollinaire, ma ciò non significa che il sentimento non sia Suo, Suo e di nessun altro.

Tra le poesie che ho letto in Poetilandia “la città dei Poeti”, del calabrese Marco Besso ho scelto in compagnia d’alcuni soci dell’A.I.A. “Poesia della Vita”, “Non è tempo di morire” perché in lei, più che tra le altre composizioni di questo Poeta ventenne, abbiamo trovato un nuovo movimento poetico, che si potrebbe chiamare senza tema di smentite:“Nuovo neorealismo” dal movimento coniato nel 1936 da Cesare Pavese.

Marco si è esprime dantescamente, si muove come Dante e come lui ha usato il simbolismo con piena consapevoleza; infatti, già nei primi versi dice chiaramente:

“Lascia il campo,

la concia è appena iniziata

e la tua pelle è troppo acerba”.

Spiegando il suo pensiero con significato simbolico che attanaglia il lettore con quel mirabile quadro “della pelle troppo acerba” completando simbolicamente il pensiero di un essere che invece di lottare dovrebbe lasciare il campo di battaglia, perché ancora giovane e la sua “acerbità” non gli permette di iniziare la concia, vale a dire di capire a fondo la battaglia che si accinge ad affrontare.

Questo concetto riporta alla memoria il pellegrinaggio del Vate attraverso l'Inferno e, come Lui, c’indica com’esplorare l'inconscio inferiore.

“Il pellaio presto sarà qui,

tesserà l'ordito con i peli del cuore.

Scappa via”.

“Il pellaio presto sarà qui” indica il processo della purificazione morale “tessendo l’ordito con i peli del cuore” e il graduale risveglio del livello della coscienza mediante l'uso delle tecniche attive.

Questo è il significato essenziale,ma vi è anche una ricchezza di simboli particolari:

l’indecisione se affrontare la “concia”, cioè immergersi tra la folla e annullarsi con lei combattendo una battaglia che ancora non ne conosce il vero significato; poi la certezza che “il pellaio presto sarà qui”, in pratica devo fare assolutamente qualcosa perché gli anni passano presto e la morte sarà qui per “tessere l’ordito inconcepibile della gioventù battagliera con i peli del proprio cuore e per questo è necessario scappare via”. E’ indeciso, proprio come Dante, quando si trovò nella selva oscura, è disperato, chiaro simbolo di una crisi esistenziale.

“Il suo è un lavoro brutale:

lava ogni sera le mani incrostate,

lorde di sangue”.

Infine si rende conto che se rinunciasse a compiere “il suo lavoro brutale” si troverebbe di fronte all'inconscio non redento e sarebbe costretto a vedere in continuazione le mani lorde di sangue, forse innocenti com’è lui adesso.

Allora come il Vate cerca disperatamente di riuscire a trovare la saggezza, perché solo lei può dare la giusta misura delle cose e dei fatti.

“Sei pronto ad imbrattare i suoi palmi sudici?

Fuggi adesso.


Non è ancora tempo di morire”.

Il tema principale della lirica, come ho detto all’inizio, si snoda prima in una discesa: la lotta tra il “Sé” razionale e il subconscio e poi una volta che l’ ”Io” ha trovato l’equilibrio eccolo nella luce della duplice ascesa; e per questo “Non è ancora tempo di morire”.

Il metodo usato nell’estensione lirica di questa poesia va considerato, senza esagerazione, il processo di sublimazione del proprio “Io”, poiché il soggetto porta agli occhi del lettore le immagini trovate nella profondità dell’anima, osservandole, trasformandole e rendendole innocue e benefiche e poi decidere che non è ancora tempo di morire.

Ritornando alla lirica del nostro giovanissimo Poeta, è opportuno tener conto che il motivo della morte per Marco Besso è insieme passione, amore per la vita, che è la «spinta liberatrice» della più autentica vocazione poetica, in altre parole, la forza più energicamente sollecitante verso il vagheggiamento nostalgico e della commossa evocazione del passato, dell’elegia, autobiografica e dell’elegia storica ci avverte che è soltanto con soggetti come lui che la nuova generazione può avere una sufficiente preparazione culturale ed un’aspirazione spirituale,degna di un domani migliore, da qui il nuovo neorealismo poetico.

 

Reno Bromuro

 

Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

 

Clicca qui per scoprire chi è: "Il Poeta al Top"