Michele Vaccaro

 

 

 

 

Michele Vaccaro, è nato e risiede a Pompei (NA) il 12/05/1964. ha iniziato a scrivere  liriche nel 1984. Nel 1991 dà il via ad una fitta collaborazione con testate giornalistiche dell'hinterland napoletano, alternandosi nella duplice veste di pubblicista e prosatore. Nel 1993 fonda il mensile culturale Mediterraneo. Nel 1994 entra a far parte dell'agenzia di stampa nazionale Hermes Press di Roma. Nel 1995 compare con alcune poesie nell’antologia Emozioni.

Ha pubblicato raccolte di racconti: «Feritoie (1993)», «Diario di bordo (1994)», «Carta straccia (1995)», «Biancaneve aspetta un figlio (1996)», «Tra le fogne e le stelle (1997)», «A titolo provvisorio (2002)», «Fughe da fermo (2003)», e cinque raccolte di poesie.

 

Reno Bromuro

 

OCCHI SPALANCATI CIECHI

 

Tu...occhi spalancati ciechi,

notte e giorno così,

nel silenzio assordante

di queste stanze di vita quotidiana;

bambina di ieri, a cavallo dei tuoi arcobaleni

galoppavi nel blu sorridendo alle stelle,

socchiudendo porte nel cosmo.

Tu...occhi neri più belli degli umori del tempo

che segnano il passaggio delle stagioni;

più radiosi di un sole caldo che

disegna ombre sui muri.

Tu...occhi spalancati ciechi nell'ultimo pomeriggio della mia gioventù.

In vacanza dalla realtà, lo schermo dei tuoi sogni adesso è sempre acceso.

Io, schiavo d'amore, tornerò presto.

 

 

SMEMORATO VIANDANTE 

 

Il mare...quest'immenso azzurro rovesciato del cielo...

lo osservo e lo respiro facendomi giaciglio

fra le radici amare di questo bosco di pini.

Io, smemorato viandante di giorni inesistenti,

eterno sonnambulo sballottato dalle onde della vita,

in questo tempo e in questo luogo ho fatto naufragio...

e senza capirci nulla di bussole e di mappe,

io che ho amato solamente le utopie

son condannato a restar qui,

straccio bianco steso al sole ad asciugare.

 

SOGNO SOGNATO

 

C'è chi fugge lungo i giorni di un'alba radiosa

ai confini del mondo e delle parole;

laggiù, nelle isole di un sogno lontano,

afferra con le mani un sole ingannevole,

leggero come un brivido.

 

FINESTRA

 

Un passero fradicio di pioggia

si posa sul davanzale della mia finestra,

e con occhi pieni di freddo e di paura

m' implora di lasciarlo entrare,

picchiettando sui vetri col beccuccio.

Apro

ed ei svolazza incerto nella stanza semibuia,

alfin planando sul palmo della mia mano aperta,

giacendo quivi addormentato.

 

 

SENZA TITOLO

 

Un bambino rincorre un passerotto...

Passanti frettolosi assistono alla scena

sorridendo sommessamente

per poi riabbassare gli sguardi

e rituffarsi nei propri arcipelaghi privati.

L'innocenza che trafigge con lampi di candida luce

le massicce barriere delle generalizzate chiusure in se stessi.

La semplicità disarmante di un gesto infantile

che indossa per un attimo le vesti di seta della poesia. 


 

 

 

 

 

 

Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

Ritorna all'indice di: Premio Poetico Renato Milleri

Ritorna alla Home Page di: Poeticamente