Giovanni Greco

 

 

 

 

 

Giovanni Greco è nato a Torino il 7 aprile 1957, amo scrivere liriche, micro-racconti, monologhi, testi di canzoni, testi per il Teatro; si occupa di Informatica e di comunicazione. Si dichiara pronto a collaborare con entusiasmo ad eventuali progetti che possano valorizzare il «Potere benefico delle parole».

In questa lirica ha fissato la funzione realistica della descrizione emotiva del fotografare, che nella nostra epoca questa condizione reale e simbolica è il punto della vita di ogni giovane anche se gli slanci giovanili passano presto rimane l’immagine fissata sopra un cartoncino. Ricordate «A Dora Marcus» di Montale? Sembra la lirica del maestro sia scaturita guardando le belle gambe di una donna, e solo quelle, impresse sopra una foto.

 

Reno Bromuro

 

SETE 

 

Se il corpo fosse pronto a nutrirsi di versi

di poeti eletti

di vecchi saggi

di cantastorie maledetti

di gioiose eroine poetesse di strofe mai lette

di silenziosi funamboli del significante urlanti al vento insensibile

di fragili perfetti sconosciuti mai incontrati

 

Nò, dovrò annegare ancora nel mare dell'ignoranza e, bevendo al calice della certezza, gioire di piccole cose erette a monumenti

 

Io, come tanti aspettando di crescere

Io, mediocre come pochi

CLIC

clic e scatta nel vuoto il mio otturatore

il tempo è fermo

il caso aspetta

il già fatto avanza

clic riscatto

il ciclo continua

non dispero

nulla si ripropone nello stesso modo

il Caos comanda

il disordine è preordinato

l'eterna ghirlanda

l'eterno ritorno

piccoli uomini si allenano

per sostituire Dei nascosti

fermano il tempo anche solo per istanti e si inebriano di tale potenza

benvengano i nostri sforzi

il contrario è il nulla

 

NOI NON SIAMO ANGELI 

 

Vivere è guardarsi dall'alto

senza gioire e piangere

 

Vivere è chiedersi le ragioni

senza abbandonare le poche certezze

 

Vivere è costruire giardini calpestabili

senza compromettere la mente

 

Vivere è il contrario del nulla

senza l'inconsistenza del tutto

 

Tu mio spirito guida mai evocato queste cose le sai

Lasci che siano i miei limiti a costringermi a vivere

e mi ricordi cento volte al secondo che altri muoiono

non potendo nemmeno pensare

 

No non siamo angeli piccola mia

Saremo capaci di amare anche noi ?

 

BUSSA ALLA PORTA

 

Bussa alla porta con insistenza

la rabbia repressa

la mia occasione

forse l'ultima

di uscire dai labirinti sterili di un Io combattuto

di lasciare alle spalle la negatività opprimente

di vestire nuovi panni soffici in odor di prato

come la primavera timidamente suggerisce alle stagioni fredde

di gettare al vento l'avidità del successo

come il dono della fratellanza che si propone al mondo

di vivere oltrepassando l'inutile confine

dell'indifferenza


 

 

 

 

 

 

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