Seduto,

sul suo nobile cavallo

scruta l’orizzonte

cercando un numero

per definire il nemico.

Avverte

il caldo vento

alzarsi alle spalle.

Nell’aria si coglie

il sibilo delle fronde

vezzeggiate dal soffio,

le grida

della sua anima

spiate nel nulla.

Il destriero avanza,

accompagnato dalla sottile brezza

che sbuffa da occidente.

Coraggioso,

offre il proprio cuore,

porta l’anima

verso il dolore,

non pensando a dovizie,

glorie,

fama,

ma alla patria

venerata come una Giunone.

Nello scontro,

l’orgoglio,

il trasporto

vela la mente del condottiero.

Sopraffatto,

dalle troppe forze avverse,

abbandona la terra,

spiccando il volo

verso mondi migliori,

vittorie eclatanti,

amori certi.

La criniera

del vigoroso destriero,

mischiata nel sangue

e nella cenere

di quei luoghi

che piangono il nuovo padrone,

distrugge il cuore.

Lo si rammenta

avanzare glorioso tra le vie

delle città conquistate,

lottare contro le forti raffiche,

proteggere il suo padrone.

L’amore.

La stessa forza

di un cavaliere

che protegge la patria,

di un cavallo che difende

il cavaliere.

L’amore sincero.