Stelle di mare |
Cadono in cielo, capovolto all’infinito, si dipanano i desideri come carri alati nella spola dei cirri.
La tua pietra carsica, immuta e bianca, tace, in radici poetiche intrecciando le sue carni, hai pregato per tutti questi lunghi anni. Scalate di marmi E fredde luci di lattice Ti videro chiedere-non ottenesti- Acute sinderesi (sotto i palmeti sbucano azzurri salmastri ruscelli) trasmigrando poi sull’azzurro confine che è linea barbarica al di là delle profonde ferite degli orditi in cielo di quel campanile.
Non hai ali abbastanza come quegli angeli che spiccano l’ultimo volo, dominando il firmamento prima che sia notte di pleiadi, non hai strada sicura per uscire da questi labirinti di gente normanna e gli occhi si confondono con gli azzurri limbi del mare.
Dal fondaco abbiamo perso il mare, neanche le stelle ci aiuteranno a tornare. In fondo non hai rimpianti anche tu, mentre continui a dipanare i nostri desideri come carri alati nella spola dei cirri. |